MANTOVA – L’Artista faentino Mauro Tampieri espone alla Galleria Arianna Sartori

Dal 6 al 27 giugno, la Galleria Arianna Sartori di Mantova nella sede di via Ippolito Nievo 10, presenta la mostra “Oltre il volo. (La fantasia)” sculture in ceramica di Mauro Tampieri.

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La mostra, curata da Arianna Sartori, si inaugura sabato 6 giugno alle ore 18 alla presenza dell’artista.

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Ha scritto di lui Franco Bertoni, Esperto delle Collezioni Moderne e Contemporanee del M.I.C. in Faenza.

Un testimone della ceramica moderna

“Chi, nel complesso mondo dell’arte della ceramica odierna, avesse l’intenzione di monitorare le presenze di un mondo quasi dissolto non potrebbe non incontrare nel suo cammino Mauro Tampieri. Tra un artigianato ormai immemore di innovazioni, tecniche, formali e decorative e i motivati interessi di artisti già affermati in altri campi espressivi, l’arte della ceramica si è divaricata, come il delta di un grande fiume, in tanti bracci più o meno ricchi d’acqua o momentaneamente stagnanti (scultura, pittura su ceramica, nuova arte decorativa, design, piastrella pavimentale o da rivestimento e, inoltre, installazioni, gadgets provocatori e riconsiderazioni critiche). Raramente questi bracci sono, oggi, comunicanti tra di loro e non è ancora spento l’antico contrasto tra gli artisti della ceramica e gli artisti con la ceramica. Ancora più raramente è dato rinvenire, nella stessa opera o nello stesso artista, la compresenza di conoscenze tecniche appropriate e di finalità espressive di marca contemporanea. Mauro Tampieri è uno dei superstiti di una tradizione moderna che ha saputo creare muovendosi sul doppio binario dell’innovazione tecnica e formale. Si è formato in una ancora grande scuola dove l’arte e la scienza della ceramica procedevano programmaticamente di pari passo; ha collaborato per anni con Carlo Zauli ritenendone le sollecitazioni per una forma certamente convulsa ma sostenuta ancora da un ideale di classica compostezza; si è confrontato con il panorama della ceramica artistica contemporanea, con debiti e crediti. Il mondo di Tampieri è ancora quello, antico e moderno, di un artista dedito a una estrema cura delle materie: alle loro insite possibilità e alle loro più intime vocazioni espressive. La sua adesione a questa linea di pensiero e operativa è stata tale da fare sottacere, a volte, l’urgenza di una egocentrica affermazione urlata preferendo, spesso, diluire le proprie e più personali ricerche nel grande alveo di una cultura ceramica che sapeva a rischio di estinzione e che ha certamente contribuito a mantenere viva e vitale. Testimone di un grande momento dell’arte della ceramica faentina e internazionale, con la “scoperta” di materiali come il grès pienamente consoni all’espressione di moderni tumulti esistenziali, Tampieri, negli anni, ne è divenuto anche il consapevole e oculato tesoriere. Un patrimonio che ha sapientemente e generosamente diluito con l’insegnamento e che ha accresciuto con una personale attività di atelier. Non posso non ricordare a questo proposito gli anni comuni all’ISIA di Faenza dove un qualsiasi progetto degli studenti, pur strano e complesso (erano gli anni Ottanta), trovava modo di tradursi, con il suo aiuto e con la sua dedizione, in un modello sempre passibile di standardizzazione. Nel suo studio, dopo le fatiche della docenza, Tampieri ha dedicato quotidianamente lunghe ore alla verifica delle materie, delle forme e dei segni che gli erano stati consegnati sconvolti e collassati dal tempo culturale e sociale ma che ha sempre tentato di ricondurre dai mondi freddi e siderali dell’astrazione a una personale necessità di approdo figurativo o evocativo del reale. Una sua forma simbolica? Quei volti che spesso appaiono nelle concrezioni di una materia quasi allo stato originario. Sommersi o emergenti da un magma certamente ipnotico e affascinante ma anche terribile nel suo ricordarci l’inizio e la fine di tutto, questi volti non abdicano di fronte al “brutalismo” delle materie e interrogano su quella eterna, mai appagata, necessità di dare forma e senso al mistero che non è solo un compito artistico ma anche, più semplicemente, umano.

Una lezione fatta sottovoce ma che non mancherà di incidersi nelle coscienze più sensibili”.

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Mauro Tampieri nasce il 18 dicembre 1945 a Faenza dove vive e lavora. Si diploma all’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica “G. Ballardini” nel 1963 (i suoi insegnanti sono Angelo Biancini e Carlo Zauli). Dal 1963 al 1967 lavora come apprendista nello studio di Carlo Zauli. Vi ritornerà poi come collaboratore dal 1973 a periodi alterni. Dal 1967 al 1973 insegna Formatura e Foggiatura presso l’Istituto d’Arte “Domenico Colao” di Vibo Valentia. Nel 1973 ottiene il trasferimento a Faenza occupando la Cattedra di Formatura e Stampatura all’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica “G. Ballardini”, dove insegna fino al 1993. Dal 1982 è membro dell’Accademia Int. della Ceramica di Ginevra. Ha tenuto corsi di ceramica in Italia e all’estero e nel 1984, su invito, partecipa al “Laboratorio Giocare con l’Arte” del Museo Int. delle Ceramiche di Faenza. Nel 1986 apre un proprio laboratorio, “Studio d’arte ceramica Tampieri“, a Faenza. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali e intern. (Medaglia d’oro al 34° Concorso Int. della ceramica di Faenza nel 1976, 3° Premio al Concorso nazionale di Reggio Calabria nel 1979, Targa d’oro al 22° Concorso Int. di Gualdo Tadino nel 1982, Premio Titograd alla 1° Triennale mondiale della piccola ceramica a Zagabria; tra i più recenti il 3° Premio al Concorso nazionale della ceramica di Savona nel 1998 e la Menzione d’onore al 2° Concorso Int. di Mino, Giappone, nel 1989). È stato invitato a importanti rassegne estere (Chunichi International Exhibition nel 1976 – 1977) e italiane (“Censimento della ceramica” a cura di Flaminio Gauldoni a Fagnano Olona nel 1979, Rassegna biennale di Salerno nel 1980 – 1981, Mostra della ceramica di Castellamonte nel 1993); nel 1981 è stato invitato dal Comune di Toky, Giappone, ad un soggiorno per scambi culturali. Nel 1995 viene chiamato da Gian Carlo Bojani alle edizioni della mostra “Virtualità del vaso” di Vitorchiano e Macef di Milano e successivamente a Forgiano e Urbania (1996). Sue opere sono presenti al Museo Int. delle Ceramiche di Faenza, alla Galleria d’Arte Cont. di Arezzo, nella Raccolta Int. di Ceramica d’Arte cont. di Castelli, al Musée de la Ceramique et Art Moderne di Vallauris, al Ceratopia Toky – Centro Municipale d’Industria e Cultura di Toky e al Museum Modem Ceramic Art Gifu (Giappone).

Dal 1975 ad oggi ha partecipato ad innumerevoli mostre e concorsi in Italia e all’estero ricevendo riconoscimenti importantissimi.

Orario di apertura: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi.

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