ASSICURATA L’ACQUA NEL DESTRA PO PER ALTRI 30 ANNI, GRAZIE AL CONSORZIO TERRE DEI GONZAGA

Rinnovata la concessione di derivazione dal Po fino al 2047 a favore della bonifica Terre dei Gonzaga in destra Po

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Un successo per il Consorzio Terre dei Gonzaga in Destra Po: è stato infatti recentemente ottenuto il rinnovo della concessione di derivazione idrica dall’impianto di Boretto (RE), che risaliva al 1951 e che aveva una durata di 70 anni. Per poter usufruire della risorsa e far fronte alle necessità di acqua per il comprensorio, il Consorzio ha dovuto dar corso e seguire passo-passo il complesso iter burocratico di competenza di ARPAE (Agenzia Regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia Romagna) in tempo utile per il suo rinnovo.
Ne parliamo con i vertici del Consorzio:

Qualunque concessione non è mai dovuta, tanto meno se si tratta del fiume Po: com’è stato affrontato l’iter?

Purtroppo non vi è nulla di scontato, risponde il Presidente Ada Giorgi, specialmente per quanto concerne una risorsa vitale come l’acqua, in questo caso pubblica, la cui derivazione è soggetta al rilascio di concessione da parte di enti superiori che devono tenere conto di altre esigenze, come quelle elettriche, ambientali, e civili. Il Consorzio si è attivato in anticipo per il rinnovo della concessione precedente, in scadenza nel 2021, ed è riuscito ad ottenerla fino al 2046, nella portata massima fino ad oggi goduta. Si tratta di un risultato che ci riempie d’orgoglio, poiché costituisce una certezza per il futuro del nostro territorio, che per almeno altri 30 anni potrà contare sulla risorsa idrica.

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Come avviene la derivazione?

La derivazione avviene sul fiume Po in località Froldo Croce nel comune di Boretto (RE), prosegue il Direttore Raffaele Monica, tramite due stazioni di pompaggio dell’acqua che servono sia il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale sia quello delle Terre dei Gonzaga; l’impianto permette anche la derivazione a gravità in occasione di rialzi idrometrici dovuti a precipitazioni.  L’acqua viene immessa nel canale Derivatore ed in Parmigiana, poi distribuita nel nostro comprensorio attraverso alcuni canali fra cui quello Irriguo Principale per 10 mc/s e quello di Gronda per 6 mc/s, che vennero costruiti appositamente per l’irrigazione nel secondo dopoguerra.

Cosa succederebbe se per qualsiasi motivo mancasse la risorsa idrica dal Po?

Questo evento avrebbe un impatto di estrema gravità, in quanto non permetterebbe di coltivare, e dunque di produrre cibo per uomini ed animali; giganteschi i danni economici diretti agli agricoltori ed indiretti a tutta la società. Non dimenticando che l’acqua è preziosa anche per esigenze diverse da quelle agricole, ci sarebbero riflessi oserei dire catastrofici anche sul nostro ambiente.

Appunto, i benefici sull’ambiente: in cosa consistono?

E’ ovvio, prosegue Ada Giorgi, che la mancanza d’acqua è causa di un processo inesorabile di desertificazione, soprattutto nella nostra regione climatica che presenta piovosità estive molto scarse.  Grazie ad una fitta presenza di canali e corsi d’acqua, la risorsa immessa alimenta la falda da cui trae beneficio anche il verde non direttamente coltivato e la stessa fauna selvatica riesce a sopravvivere.

Presidente Giorgi, considerato che lei stessa è imprenditrice agricola, cosa si produce con l’acqua irrigua nel vostro comprensorio?

Nel Destra Po Mantovano e nei comuni reggiani di Guastalla, Luzzara, Reggiolo e Rolo la superficie irrigabile ammonta a 43.000 ettari: le colture comprendono mais e foraggi per la produzione di Parmigiano-Reggiano, colture tipiche come il melone mantovano, la zucca mantovana, le angurie, pera igp, uve per il Lambrusco, senza dimenticare le colture industriali. Guardi, non esiste alcuna produzione agricola che non sia presente nel nostro territorio, come abbiamo constatato con stupore, anche le più particolari.

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L’impianto di pompaggio garantisce il prelievo necessario anche in condizioni di magra ? 

È stato adeguato nel 2017 per fronteggiare i minimi livelli che potrebbe assumere il fiume Po, ci risponde l’ing. Raffaele Monica, con uno sforzo economico notevole, di quasi 8 milioni di euro; resta il problema dell’insabbiamento, ovvero un costante accumulo di sabbia trasportata dal fiume che si deposita in corrispondenza delle pompe impedendo il loro avviamento ed ostruendo il filone principale di alimentazione; ogni anno viene rimossa. Stiamo pensando ad una soluzione anche per questa criticità: si presenta molto complessa, vedremo cosa si potrà fare allo scopo di ridurre le spese.

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