PIEVE DI CORIANO – VEGETALI PER CONOSCERSI E CREARE: due progetti riabilitativi per Pediatria, Psichiatria e Neuropsichiatria

Paola Accorsi.JPGUn orto come luogo di comunicazione, integrazione e interazione e un percorso Mandala. Due iniziative da pollice verde dedicate alla riabilitazione all’ospedale di Pieve di Coriano. La natura protagonista in ospedale per sviluppare e mantenere le abilità della persona, nonché la maturazione affettiva e relazionale, soprattutto nei soggetti con difficoltà.

Un’iniziativa che vede la collaborazione tra Neuropsichiatria Infantile, Psichiatria Mantova 2 e Pediatria, strutture che si occupano della cura e riabilitazione dei bambini, degli adolescenti e degli adulti con handicap e disagio psichico.

ORTO DIDATTICO E SOCIALE: L’ospedale di Pieve di Coriano dispone di ampi spazi verdi. Si è quindi pensato, con la partecipazione del Gruppo Scout di Ostiglia e della Cooperativa Il Ponte, di realizzare un orto didattico di circa 12 metri quadrati nel giardino adiacente al reparto di Neuropsichiatria Infantile e un orto sociale di circa 15 metri quadrati nel giardino della Psichiatria.

Si parte dall’idea di inclusione e collaborazione attraverso lavoro, relazioni, formazione, scambi di conoscenze, attivando le risorse umane del territorio, con l’opportunità di offrire spazio e modi alternativi di cura e riabilitazione. L’orto didattico della Neuropsichiatria Infantile prevede la partecipazione di bambini tra i 4 e gli 8 anni con patologie e disturbi neuromotori e sensoriali, ritardo mentale, difficoltà e alterazioni dello sviluppo psicologico, affettivo e relazionale.

Obiettivi: affinare la sensibilità percettiva, avvicinando i bambini al cibo attraverso l’analisi sensoriale, il gioco e la curiosità; aumentare la consapevolezza del gusto personale imparando a scegliere tra i vari cibi proposti; accrescere la memoria gusto-olfattiva nei bambini; acquisire conoscenze e comportamenti corretti e il più possibile consapevoli nei confronti del cibo e della sua origine; prendersi cura di spazi pubblici.

Per l’orto sociale, invece, si punta a costituire uno spazio in comune tra pazienti, operatori del servizio e volontari per favorire il contatto con la natura, l’acquisizione di competenze spazio-temporali e relazionali fuori dai luoghi di cura tradizionali, la promozione delle abilità motorie e l’integrazione;

Sarà data priorità alle varietà precoci, a ciclo breve, per dare la possibilità di raccogliere i prodotti nel periodo estivo: ortaggi da foglia e da radice, erbe aromatiche e fiori. In primavera si potranno sperimentare direttamente sul campo tutte le attività necessarie ad avviare e curare il loro orto: il trapianto, la concimazione, l’irrigazione, la sarchiatura, il compostaggio e la raccolta finale.

MANDALA è un termine di origine sanscrita. Indica un diagramma simbolico che rappresenta l’origine del cosmo e le connessioni con le divinità. È  stato scelto come titolo di un progetto articolato nato nel novembre 2018 dall’idea di stimolare, incuriosire e appassionare i pazienti con disturbi alimentari, in modo da offrire loro spunti per una riscoperta personale positiva o semplicemente momenti di quiete per aiutarli ad allontanare e oggettivare i pensieri negativi.

Il progetto è pensato dalla fotografa Sara Capursi dall’insegnante Sara Castiglioni con il sostegno di: Fotolaboratorio Digital Service, Orange, Equilibrio Benessere, Pizzaland, Simo Abbigliamento, Farmacia Centrale Pia Roveri, Barbara Acconciature, Punto Salute, Schwienbacher, Fioreria il Girasole.

Si tratta di un percorso creativo che si avvale di frutta, foglie, fiori, semi secchi. Con un sottofondo musicale, viene steso un drappo colorato e ci si raccoglie tutti intorno. Ogni partecipante si abbandona all’atto di creare e si mette in gioco. Collabora attivamente dando vita a forme e simmetrie personali, dettate dalla propria personale creatività e guidate dall’occhio esperto della fotografa che suggerisce la posizione più adatta di un frutto, di un seme, di una foglia e che indica il miglior modo per immortalare il cibo negli scatti.

Una volta terminata la composizione e accesi i faretti, viene spiegato quanto importanti siano le ombre in fotografia, quelle stesse ombre che, a volte, nella vita fanno paura o creano problemi. I lavori realizzati vengono esposti in ospedale.

CARLO POMA ASST MANTOVA

 

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.