VALLI DEL MINCIO: IL RICORDO DEI VECCHI MESTIERI

Il lento scorrere del Mincio scandisce, ieri come oggi, i tempi della quotidianità di una comunità rivierasca. Una comunità e un territorio, quello della Riserva Naturale delle Valli del Mincio, che hanno vissuto significativi cambiamenti in molti ambiti, ma che non hanno mai smesso di ricordare le proprie radici, grazie appunto al ruolo di denominatore comune rivestito dal fiume.

L’estate diventa, quindi, l’occasione per fermarsi un istante e offrire alla memoria delle nuove e vecchie generazioni la possibilità di comprendere ciò che il tempo ha lasciato ed anche ciò, per taluni versi, a reso meno visibile. Il borgo rivierasco negli anni sessanta e settanta era riconosciuto come la prolifica fucina di mestieri unici che l’avvento delle nuove tecnologie hanno costretto a finire nel baule dei ricordi.

Professioni che testimoniavano il reale valore socioeconomico di una zona della provincia di Mantova votata ad un ambito molto specializzato del settore agricolo quello lacustre.

Basti pensare a ruoli come il maestro d’ascia che garantiva la realizzazione e la riparazione delle imbarcazioni tipiche per la navigazione nelle acque del Mincio e dei Laghi di Mantova. Imbarcazioni che ancora oggi mantengono inalterato il loro fascino e in più vengono utilizzate per emozionanti escursioni lungo il fiume e all’interno del reticolo di canali che lo circondano.

Altri “mestieri” che hanno lasciato un segno indelebile nella storia, soprattutto dagli anni ’30 agli anni ’80 del secolo scorso, e che si andavano ad affiancare a quello del pescatore di professione, sono il raccoglitore di canna palustre e del carice, in vernacolo: “canaröi” e “carsèr”, e l’arellaia, “arlunsa”, persona abile a realizzare stuoie di varie lunghezze meglio conosciute con il termine di arelle.

Oggi queste figure sono praticamente scomparse e le si possono apprezzare magari attraverso a documentari dell’epoca che sanno esprimere nel modo più efficace l’atmosfera che regnava in quel periodo del secolo scorso nel borgo di Rivalta sul Mincio.

Paolo Biondo

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