CORONAVIRUS: IL PARMIGIANO REGGIANO E IL CIBO NON È FONTE DI TRASMISSIONE DEL VIRUS

In un momento di grave emergenza sanitaria il Consorzio del Parmigiano Reggiano vuole rassicurare i consumatori sulla salubrità della Dop e sul fatto che, come ribadito dall’Efsa, attualmente non ci sono prove che il cibo sia fonte o via di trasmissione probabile del virus. 

parmigiano reggiano

Il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli, ha dichiarato al riguardo: «È inaccettabile che paesi dell’Unione Europea, come anche paesi fuori dall’Unione, utilizzino questa crisi sanitaria per arrogarsi il vantaggio competitivo. È un fatto aberrante dal punto di vista etico e dal punto di vista legale è concorrenza sleale. Allo stesso tempo la quasi totalità dei nostri 330 caseifici si trova in province fortemente colpite da Covid-19 come Reggio Emilia, Parma, Modena, Mantova e quindi è impensabile sperare di restare immuni».

Per far fronte alla potenziale carenza di organico dovuta ai contagi, il Consorzio ha creato una rete di coordinamento per mettere a disposizione delle aziende una banca dati di casari in pensione ed ex addetti alla produzione che possono essere richiamati dai caseifici in difficoltà.

«Dal punto vista operativo—ha aggiunto Bertinelli—non abbiamo problemi perché il trasporto del latte dalle stalle ai caseifici è consentito, così come la produzione del formaggio che è considerata “comprovata necessità lavorativa” dal Dpcm del 9 marzo».

«Ce lo dicono tutte le autorità sanitarie: il cibo non può essere né fonte né via di trasmissione del coronavirus. Sulla base di questa certezza scientifica, dice Paolo De Castro, coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo – dobbiamo lavorare per difendere l’integrità del mercato unico europeo e proibire qualsiasi misure non giustificata scientificamente che restringa la libera circolazione dei beni, ed in particolare delle nostre eccellenze agroalimentari». 

 

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