“RENAISSANCE 2.0 2.0”: UNA MOSTRA D’ARTE DIGITALE E FISICA CON OPERE RELIZZATE IN QUARANTENA

ROMA – Una panoramica sullo stato dell’arte digitale e dell’interazione tra arte e tecnologia, in questo particolare momento di pandemia.

“Renaissance 2.0 2.0” è la mostra digitale, ma anche reale su supporti tradizionali, che è stata inaugurata martedì scorso, 20 ottobre, nei Musei di San Salvatore in Lauro a Roma e che èvisitabile anche online nella galleria d’arte virtuale di “Breezy Art”, cliccando su 

https://artspaces.kunstmatrix.com/en/exhibition/2812823/renaissance-20-20 

“Attraverso questo link – ha spiegato la curatrice della mostra, Eleonora Brizi, specializzata in arte cinese contemporanea e arte digitale – si accede ad uno spazio espositivo che ci pone virtualmente a tu per tu con le opere esposte. Cliccando sulle stesse è possible godere di descrizioni multilingua e video correlati”.

Subito dopo il convegno di presentazione che si è tenuto in streaming in lingua inglese (pscp.tv/w/1MnxndpPrBVGO), con un focus sulla Crypto Arte e sull’applicazione della tecnologia di blockchain al mondo dell’arte,  si è svolta l’inaugurazione della esposizione, organizzata da “Il Cigno GG Edizioni” e dalla galleria d’arte “Breezy Art”, alla quale ha preso parte, tra i tantissimi presenti, anche Giordano Bruno Guerri. La mostra nei Musei di San Salvatore in Lauro è visitabile fino al 30 ottobre; la curatrice è presente nei sale museali ogni giorno per accogliere il pubblico con visite guidate. L’ingresso alla mostra è gratuito.

L’esposizione racchiude le opere di 16 artisti (50 in tutto): sono esposte le opere di Ai Weiwei, Ania Catherine & Dejha Ti, Sofia Crespo, Dada, Richard Garet, Giant Swan, Hackatao, Matt Kane, Amay Kataria, Lily & Honglei, Penelope, Ben Snell, Maria Svarbova, Jennifer A.T. Tran, Jason Yung, The Jade Project.

“Nonostante i tempi assurdi, di dolore e restrizioni – ha sottolineato ancora Brizi – , l’arte c’è sempre, come la natura (come sostiene Hackatao con la sua opera “Mater sive Natura”, https://www.superrare.co/artwork-v2/mater-sive-natura-14959 ). E parla il linguaggio piu’ contemporaneo, ci pone di fronte a cio’ che è. I contenuti stessi delle opere in mostra, nonchè la loro produzione avvenuta durante la “pandemia”, gridano “Rinascimento”. La sera del vernissage, la mostra nello spazio dei musei ha accolto volti stupiti, su cui ha sempre vinto la curiosità, un po’ come lo specchiarsi per la prima volta. Di particolare successo è stata anche l’installazione di luci a cura di “Motore Fisico” (www.motorefisico.com) esposta in giardino. Tanti visitatori sono tornati durante la settimana per un approccio più approfondito con la fruizione delle opere, molte delle quali interattive, e per discutere sul ruolo della tecnologia nel mondo dell’arte, da nuove estetiche a nuovi mercati. È stato meraviglioso vedere le persone con il proprio smartphone sorridere come bambini di fronte ad opere fisiche che si animavano in digitale, così come indossare l’ultima tecnologia di Oculus per entrare fisicamente dentro una scultura e perdersi nella realta’ virtuale (https://vimeo.com/471982889). Di particolare interesse, come caso di studio dell’incontro e dell’imprescindibilità dei mercati del mondo dell’arte fisica e digitale, il sold out delle tele con realtà aumentata di Hackatao, vendute durante la sera del vernissage tramite canali online (ERAdigirl, venduta a $23.000 https://www.superrare.co/artwork-v2/eradigirl-14991). Questo ci dimostra come sia ormai obsoleto continuare a separare e separarci tra le due realtà, soprattutto in seguito a ciò che questa pandemia ci ha insegnato. Natura e tecnologia”.

“L’arte è la modalità espressiva e creativa più immediata dell’uomo, un impulso irrefrenabile. Se il nostro antico antenato preistorico percepiva la necessità di scalfire caverne e illustrare con i colori delle terre i muri di queste per raccontare scene di vita, vediamo con interesse cosa fa oggi con i computer e con tutta la tecnologia che ha a disposizione. Per questo i Musei di San Salvatore in Lauro accolgono Renaissance 2.0 2.0., e mi piace nel titolo il richiamo al Rinascimento italiano da parte di giovani artisti internazionali”, ha sottolineato Lorenzo Zichichi, presidente de “Il Cigno GG Edizioni”.

Tra le opere in mostra c’è “Imago, 2k2 a.C” di Hackatao,in  grafite, inchiostro e acrilico su tela, con finitura in vernice, animazione digitale in realtà aumentata e una animazione digitale registrata su Blockchain (50 × 40 × 6 cm). Puntando lo smartphone sulla tela tramite la App Artivive, questa si anima accompagnata da musica.  “L’opera Imago, 2k2 a.C. – ha spiegatola curatrice – creata da Hackatao durante il periodo di quarantena, guarda al futuro e al “nuovo Rinascimento” dell’umanità dopo ciò che la pandemia ha causato ad ogni livello. “Imago 2k2 a.C.” sta infatti per “imago 2020 after (dopo) Covid”, una vera ripartenza, una rinascita. Tra una Venere e una guerriera, Imago è pronta per una nuova vita, in un mondo così rimodellato dalla pandemia, nell’anno che probabilmente passerà alla storia come “il nuovo anno zero”.

“OMNI, 2019” è l’opera di Ai Weiwei: un video in realta’ virtuale a 360° – fruibile in mostra tramite cardboard dove inserire il proprio smartphone ed immergersi nel mondo virtuale –  sul ‘Myanmar’s Displaced Working Elephants’  della durata di 21 minuti  e sul ‘Rohingya Refugees in Bangladesh’ della durata di 28 minuti.

“Lo scopo della mostra “Renaissance 2.0 2.0” – ha aggiunto la curatrice d’arte e gallerista Eleonora Brizi – è quello di presentare una panoramica sullo stato dell’arte digitale e dell’interazione tra arte e tecnologia in questo momento. Momento particolarmente figlio del suo tempo, dove la potenza implacabile della tecnologia – capace di annullare spazio e tempo – ha trovato la sua rivalsa e conquistato l’approvazione di un mondo forzato a smettere di ignorarla.  Come in ogni era, ogni corrente, ogni crisi ed ogni rinascita, la prima manifestazione del tempo che si sta vivendo prende vita ed esiste nell’espressione artistica. “Renaissance 2.0 2.0” non costituisce una mera traduzione o traslazione dal fisico al digitale, imposte da esigenze globali e spesso prive di successo, poiché ancora avvezze ad un linguaggio troppo vecchio, di cui un computer non può colmare le mancanze”.

L’arte e gli artisti in mostra sono la conferma di un’espressione artistica che evolve con il suo tempo. Ne risultano delle opere che parlano digitale, che sono figlie del digitale, che presentano un’estetica digitale e che quindi vivono armoniosamente nell’habitat in cui sono esposte. Un’arte che siamo ancora costretti a chiamare “digitale”, poiché vi è ancora quel bisogno di classificarla attraverso il suo mezzo, ma che altro non è che l’arte più contemporanea.

“Breezy Art – ha concluso Brizi – promuove l’arte digitale, pur mantenendo sempre una componente fisica. Poiché un altro grande e complementare insegnamento di questo tempo, che si materializza in questa pandemia, è che come esseri umani e per nostra natura, mai riusciremo ad abbandonare la dimensione fisica, in quanto tali e contenitori in movimento di anime”.

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