Ricostruzione post-sisma. DALL’EMILIA-ROMAGNA altri 5 milioni di euro nel settimo bando per rivitalizzare e rilanciare i centri storici nell’area del cratere

Le misure di sostegno, avviate a inizio 2019, arrivano così ad oltre 58 milioni di euro. Finora già finanziati mille progetti nei comuni colpiti dal terremoto del 2012. Le domande dal 3 al 31 maggio. Confronto preventivo con sindaci e associazioni di categoria su modalità e criteri

Bonaccini: “Vicini a chi investe in attività e lavoro per far rivivere il cuore delle nostre comunità”

Dai bar ai ristoranti, dalle mense alle attività per l’asporto fino alle gelaterie e pasticcerie.

Ma anche alberghi, residenze turistico-alberghiere, ostelli e affittacamere nonché attività ricreative o di servizio per associazioni, fino a quelle per l’esercizio di attività libero professionali.

Sono le attività per le quali la Regione ha previsto nuovi contributi a fondo perduto per rivitalizzare i centri storici nei comuni colpiti dal terremoto del 2012.

Con l’ordinanza del presidente della Regione e commissario delegato per la Ricostruzione, Stefano Bonaccini, si apre un bando, il settimo, che mette a disposizione 5 milioni di euro per sostenere la rivitalizzazione e il ripopolamento dei centri storici dei comuni colpiti dal sisma facendo arrivare la misura, avviata a inizio 2019, a oltre 58 milioni di euro complessivi di contributi a fondo perduto.

Sono 13 i comuni interessati: Crevalcore nel bolognese; BondenoCentoTerre del Reno in provincia di Ferrara; CavezzoConcordia sulla SecchiaFinale EmiliaMedollaMirandolaNovi di ModenaSan Felice sul PanaroSan Possidonio in provincia di Modena; e Reggiolo (Reggio Emilia).

“Queste nuove risorse- commenta il presidente Bonaccini– andranno a completare la rigenerazione del tessuto produttivo e sociale delle comunità maggiormente colpite, dove più impegnativo è stato il recupero degli immobili. Continua a essere una priorità per noi stare al fianco dei territori e soprattutto di coloro che, con tenacia e coraggio, puntano a investire in attività e lavoro nei centri storici, cuore dei nostri centri”.

“Per questa ragione abbiamo rafforzato una misura che nelle ‘finestre’ precedenti ha sempre fatto registrare un ottimo successo e che ci permette così di dare risposta a tanti. Intercettando una volontà di fare- chiude Bonaccini– che è la forza di questa terra e della sua gente”.

Come per i bandi precedenti, anche in questo caso si è proceduto ad un preventivo confronto con i sindaci dei Comuni coinvolti e con le associazioni di categoria al fine di calibrare al meglio le tempistiche, i criteri di accesso per le imprese, le procedure.

Le domande dovranno essere presentate attraverso la piattaforma informatica Sfinge dal 3 al 31 maggio 2022: la procedura di selezione delle domande non sarà a sportello ma di tipo valutativo a graduatoria.
L’atto (Ordinanza n. 7 dell’8 aprile 2022) è consultabile all’indirizzo www.regione.emilia-romagna.it/terremoto, nella sezione “Atti per la ricostruzione”, e sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna (Burert).

Il bando
Il bando, come i precedenti, conferma che i beneficiari possono essere le imprese, le associazioni, gli enti e le fondazioni no profit e i professionisti (ordinistici e non), in forma singola o associata: per quest’ultimi si prevede la possibilità di accedere alle agevolazioni esclusivamente per interventi che hanno a oggetto l’apertura e/o l’insediamento di nuove unità locali.
Tutte le attività devono prevedere l’accesso ai locali da parte del pubblico ed essere in grado di generare un flusso diretto di clientela.
A oggi dei 1.130 progetti ammessi a contributo, 959 quelli già sostenuti a fronte di un investimento complessivo di quasi 54 milioni di euro: di questi, sono 746 quelli per cui è stata presentata una rendicontazione di spesa mentre sono 645 i progetti per i quali è stata già effettuata la liquidazione per oltre 33 milioni di euro.

Gli interventi
Sarà finanziata l’apertura o l’insediamento di nuove unità locali (anche conseguenti al rientro di attività delocalizzate a causa del sisma) oppure la riqualificazione, ammodernamento e/o l’ampliamento di unità locali esistenti. Maggior peso nella valutazione i progetti presentati da donne e giovani.
La procedura di selezione delle domande non sarà a sportello ma di tipo valutativo a graduatoria: l’importo minimo dei progetti presentati dovrà essere di 20mila euro mentre il contributo non supererà l’importo massimo di 150 mila euro.
Le spese ammesse, per un massimo di 100mila euro, riguardano: opere edili, murarie e impiantistiche (impianti elettrici, idrici, di raffrescamento e riscaldamento) per la ristrutturazione, riqualificazione o ampliamento dell’immobile in cui è o sarà situata l’attività. Ammesso l’acquisto di arredi strettamente funzionali all’attività o beni strumentali materiali e immateriali (attrezzature/macchinari/hardware, software, licenze per utilizzo software, cloud computing) nonché le spese promozionali e di marketing per la promozione dell’attività e l’attrazione della clientela.
Tra i costi ammessi anche le consulenze specializzate per la realizzazione del progetto, compresi i costi per la progettazione, direzione lavori e collaudo relativi alle opere edili, murarie e impiantistiche e per assistenze informatiche, compresi i costi per la presentazione della domanda di contributo.

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