CAROTO E LE ARTI TRA MANTEGNA E VERONESE – VENONA, PALAZZO DELLA GRAN GUARDIA

“Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese” è il titolo della prima mostra che Verona dedica al suo grande artista d’epoca rinascimentale.

La rassegna, un viaggio nell’arte del Rinascimento veronese tra Caroto e gli altri grandi maestri del periodo, si tiene al Palazzo della Gran Guardia aperta al pubblico fino al 2 ottobre 2022.

Oltre 100 opere, provenienti da alcune delle più prestigiose collezioni italiane e internazionali, formano il percorso espositivo articolato in 9 sezioni, arricchite da 3 innovative istallazioni multimediali. Per rendere ancora più fruibile la visita è stato previsto un supporto educativo accessibile tramite App in italiano ed inglese, oltre ad una ricca proposta di percorsi didattici pensati per tutti i pubblici.

Alla mostra si lega infine un itinerario nella città di Verona nelle chiese che custodiscono le testimonianze artistiche e le opere di Caroto e del Rinascimento veronese, che possono così essere apprezzate nel loro contesto d’origine.

Al bookshop è possibile acquistare la monografia sull’artista Caroto. Giovan Francesco Caroto (1480 circa-1555) e il catalogo della mostra, editi da Silvana Editoriale.

Giovan Francesco Caroto (1480 ca – 1555) nasce tra Caravaggio e Mozzanica, regione a est dell’Adda che diede i natali a un impressionante numero di artigiani e artisti

. Alla morte del padre la famiglia si trasferisce a Verona instaurando un legame con la città sull’Adige dove i Caroto continueranno a risiedere negli anni a seguire. La formazione artistica di Giovan Francesco avviene a cavallo tra il XV e il XVI secolo: periodo in cui i rapporti artistici tra Verona e Mantova erano intensi. Vasari ricorda una primo apprendistato nella bottega di Liberale da Verona, seguito da un trasferimento a Mantova per seguire il maestro Andrea Mantegna. Grazie ai frequenti viaggi tra Verona e i territori del Ducato milanese, Giovan Francesco rimane aggiornato sui fatti artistici di un ampio territorio. Dopo il 1512, quando attende agli affreschi della cappella Spolverini nella chiesa di Santa Eufemia, si inserisce un più lungo soggiorno lombardo e in seguito alla corte dei Paleologi a Casale Monferrato, dove incontra il favore del marchese Guglielmo (1516), assumendo il ruolo di pittore di corte. Lascia la corte casalese nel 1523 quando è ormai un affermato pittore e al suo rientro a Verona risulta ben inserito nella società veronese; qui si dedica anche all’attività di speziale nella bottega aperta per il figlio in piazza delle Erbe. Caroto esercita con disinvoltura la pittura, la miniatura, il disegno naturalistico, la medaglistica, la statuaria, dimostrando una grande abilità nella realizzazione di figure di dimensioni minute. L’artista diventa quindi un punto di riferimento nella pittura di paesaggio per un’ampia generazione di artisti veronesi, tra cui Domenico Brusasorci e Paolo Caliari detto il Veronese.

Nei successivi anni proseguono i suoi contatti con Mantova e la corte gonzaghesca, per via dell’intesa con la duchessa Margherita Paleologa, figlia dei suoi mecenati casalesi.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.