ALLARME MANODOPERA NELLE AZIENDE AGRICOLE. CORTESI: “c’è esigenza di professionalità, specializzata e stagionale, per un settore in costante crescita, che offre numerose opportunità di lavoro a tutti”

In un momento storico in cui l’agroalimentare italiano è sempre più apprezzato al di fuori dei confini nazionali, il settore è attanagliato da un problema che rischia di mettere in crisi numerose produzioni, quello della mancanza di manodopera.

«Il Made in Italy alimentare – spiega Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – è in forte crescita negli ultimi anni. Oggi, grazie al grande sviluppo dell’innovazione presente nelle nostre aziende, siamo in grado di essere estremamente competitivi sui mercati. Il problema della scarsità di manodopera però rischia di rallentare questo processo, o di porre un vero e proprio “tappo” al settore. Il vero nodo è questo». In alcuni casi, prosegue Cortesi, «le difficoltà sono tali che alcune aziende rischiano di chiudere, o decidono di cambiare indirizzi produttivi. È capitato che qualche realtà abbia anticipato decisioni drastiche proprio a causa della mancanza di personale».

Una soluzione per il problema della manodopera è rappresentata dai cosiddetti “decreti flussi”, norme emesse dal Ministero dell’Interno che permettono, in maniera del tutto regolare, di “importare” lavoratori dall’estero, in grado di rispondere alle esigenze delle aziende agricole. L’ultima quota assegnata alla provincia di Mantova, datata 2021, parla di 100 persone destinate ad entrare nei nostri confini.

Una cifra del tutto insufficiente, e per di più decisa a campagna estiva di raccolta già praticamente ultimata: «In certi casi alcune nostre aziende – spiega Alberto Mainoldi, responsabile dell’ufficio paghe di Confagricoltura Mantova – hanno chiesto, solo per loro, almeno 100-150 ingressi, il che fa capire la dimensione del fenomeno. Rispetto alle richieste che gestiamo soltanto come Confagricoltura, la quota ne copre a malapena un quarto».

Il problema dunque c’è, e non è di poco conto: «Abbiamo già sensibilizzato più volte gli uffici competenti – spiega Daniele Sfulcini, direttore di Confagricoltura Mantova – a partire dalla prefettura di Mantova. Al momento non abbiamo ancora idea di quando verranno emesse le norme per la stagione 2023, ma se queste non dovessero arrivare entro gennaio/febbraio, la raccolta estiva sarebbe a grande rischio».

Positive in questo senso le parole del neoministro per le Politiche Agricole Lollobrigida, che ha dichiarato come «per la prima volta abbiamo avuto mancanza di manodopera nei campi. Lavoreremo per rafforzare l’immigrazione regolare a vantaggio del sistema produttivo. Insieme ai ministri dell’Interno e del Lavoro dovremo ragionare su come organizzare flussi regolari che partano dalla domanda, a giusti costi e in condizioni dignitose».

«Non dimentichiamo – aggiunge Cortesi – che si tratta di immigrazione del tutto regolare e controllata, assolutamente necessaria in un momento storico in cui anche le aziende con manodopera radicata sono in difficoltà. Sempre di più, in generale, c’è esigenza di professionalità, sia specializzata che stagionale, per un settore in costante crescita, che offre numerose opportunità di lavoro a tutti».

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