LA LIRICA ENTRA NELLE SCUOLE PRIMARIE. “IL SIGNOR BRUSCHINO” ALL’ARISTON DAVANTI A OLTRE 400 BAMBINI

Avvicinare le giovani generazioni all’opera lirica. Con questo obbiettivo martedì 29 novembre al Teatro Ariston è stata rappresentata l’opera lirica “Il signor Bruschino, ossia Il figlio per azzardo”, rivolta alle scuole primarie di Mantova.

Alla farsa giocosa in un atto di Gioachino Rossini hanno partecipato più di 400 bambini della Nievo, Ardigò, Martiri e Don Mazzolari.

L’iniziativa rientra nel progetto “AmareMantova4kids” realizzato dal Comune di Mantova in collaborazione con il presidente della associazione Angelo Goffredi. A spiegare il senso dell’iniziativa è stata l’assessora alla Pubblica Istruzione Serena Pedrazzoli.

“E’ il secondo anno che proponiamo questo evento perché nel 2021 ha avuto successo ed è stato nuovamente richiesto dagli istituti scolastici – ha sottolineato -. Quest’anno è senza mascherine. Rientra nel percorso scolastico delle scuole primarie, è un’esperienza positiva e valida che il Comune sostiene con un contributo”.

I protagonisti in scena, oltre a Goffredi, sono stati Carlo Morini, Askar Lashkin, Alessandra Rizzini, Giorgio Gabrielli, Sara Celeghin e Nicola Dal Cero. La direzione musicale era di Dal Cero, mentre quella artistica era di Goffredi.

La trama: Carlo Il giovane Florville è innamorato, ricambiato, di Sofia, pupilla del vecchio Gaudenzio: il vecchio tutore, tuttavia, ha destinato in sposa Sofia al figlio di un tale signor Bruschino. Florville e Sofia allora mettono in atto un piano per impedire il matrimonio con il giovane Bruschino e fare in modo di sposarsi tra loro. Florville, venuto a sapere che il giovane Bruschino è tenuto sotto chiave in una locanda, perché debitore inadempiente (fingendosi cugino del ragazzo) paga il locandiere Filiberto per potersi sostituire al promesso sposo (di cui nessuno conosce il volto, nemmeno Gaudenzio): il locandiere accetta, e gli consegna la lettera di presentazione di Bruschino figlio. Poi, con la complicità della serva Marianna, fa recapitare una lettera a Gaudenzio (firmandosi Bruschino padre) nel quale chiede di far arrestare Bruschino figlio e trattenerlo per farlo redimere dalla sua condotta. Gaudenzio rimane stupito vedendo il giovane contrito e dolente per la sua condotta, e rimane poi scandalizzato quando Bruschino padre, arrivato al suo castello dopo aver sentito le ultime notizie sul figlio, non riconosce il giovane. Bruschino padre, ignaro dell’inganno, dichiara che quello non è suo figlio, e Gaudenzio, furibondo, lo accusa di essere troppo severo con il giovane.

Il vecchio tutore convince pure Sofia a intercedere presso il padre per il figlio, ma senza riuscirvi. Bruschino padre continua a diventare l’oggetto dello sdegno di tutti, allorquando il delegato di polizia conferma (tramite la lettera che Florville ha ricevuto da Filiberto) l’identità di “Bruschino figlio”, e Filiberto stesso si rivolge al giovane con il nome di Bruschino.

Tuttavia, lo stesso Filiberto si lascia sfuggire a Bruschino padre del debito del figlio in locanda: il padre allora, sentito il racconto del locandiere, comprende tutto quanto, ma decide di non rivelare nulla a Gaudenzio sull’identità di Florville (figlio di un senatore nemico di Gaudenzio). Bruschino padre allora riconosce il figlio, e l’unione con Sofia viene benedetta anche da Gaudenzio: e proprio in quel momento torna Filiberto con il vero Bruschino figlio. La verità viene dunque a galla, e a Gaudenzio non resta che mandare giù il boccone amaro e perdonare la coppia di amanti.

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