NAVIGAZIONE SUI FIUMI. Regione Emilia-Romagna assegna oltre 61 milioni di euro per rilanciare il sistema idroviario padano

A quasi 20 anni di distanza dagli ultimi finanziamenti statali riprende in Emilia-Romagna il progetto delle ‘autostrade d’acqua’: opere sostenibili che rientrano a pieno titolo nella transizione ecologica perseguita dall’Emilia-Romagna con il Patto per il Lavoro e per il Clima.

Sono infatti in arrivo nuove risorse per rilanciare i trasporti nei corsi d’acqua navigabili della regione, risanando e valorizzando una infrastruttura naturale che può rendere più sostenibile lo spostamento delle merci e rilanciare i comparti produttivi e il turismo dei territori attraversati da fiumi e canali.

“Se vogliamo davvero mettere in campo un sistema alternativo allo spostamento delle merci su strada- spiega l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti Andrea Corsini– pensare di realizzare idrovie che lo rendano possibile è una scelta di qualità e di grande concretezza. Siamo convinti che sia una prospettiva giusta, percorribile, meno impattante sul territorio, capace anche di avere ricadute positive sul territorio. Perché aiuta le imprese, perché favorisce il turismo. Oggi tutto questo non è possibili perché ci sono tratti di fiume non navigabili: sistemarli è una urgenza e questi nuovi stanziamenti vanno proprio in questa direzione”.

Certo, riflette l’assessore, non sarà un progetto di facile attuazione, e proprio per questo occorre garantire massimo impegno nella realizzazione degli interventi. I fondi stanziati dal precedente governo ammontano ad oltre 140 milioni di euro per l’intero bacino padano, un impegno importante che è arrivato dopo quasi vent’anni di disinteresse sul piano nazionale. La precisazione è d’obbligo, perché la Regione Emilia-Romagna, invece, ha fatto la propria parte per mantenere funzionante ciò che le competeva.

“Confido che anche l’attuale esecutivo- conclude Corsini– dimostri la stessa attenzione, per il bene di tutti i territori del bacino padano che sarebbero ancora più interconnessi alle grandi vie di trasporto europee, con tutti i benefici economici che ne conseguono, e per l’attenzione all’ambiente di un’area dove il problema dell’inquinamento è purtroppo significativo”.

Gli interventi

Nello specifico, superano i 61 milioni di euro i nuovi fondi che la Regione mette a disposizione dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile e dell’Agenzia interregionale per il Fiume Po per risanare e rilanciare il sistema idroviario padano e sostenere la navigazione interna lungo il più importante corso d’acqua d’Italia, i suoi canali e affluenti.

Investimenti che è stato possibile programmare dopo l’assegnazione da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di nuove risorse nazionali per la navigazione interna e grazie all’approvazione a inizio ottobre 2022 di un accordo tra Regione e Ministero.

A livello nazionale gli stanziamenti superano i 145 milioni di euro, di cui 45 milioni assegnati direttamente all’Emilia-Romagna; altri 58 milioni di euro, assegnati alla Lombardia e gestiti da Aipo avranno ricadute importanti sul territorio regionale, per la navigabilità nel tratto a valle di Isola Serafini che interessa le province di Piacenza e Parma.

La parte più consistente delle risorse arrivate in Emilia-Romagna è stata assegnata ad Aipo per migliorare la navigabilità del fiume Po per le chiatte di dimensioni maggiori: un totale di quasi 40 milioni di euro, tra nuovi stanziamenti e finanziamenti che la Regione aveva già messo in campo.

Più di 20 milioni di euro sono destinati allo stesso scopo lungo il Canale Boicelli, con interventi che saranno gestiti dalla Protezione civile regionale.

Sistema idroviario padano veneto, lo stato dell’arte in Emilia-Romagna

Al momento nel Sistema idroviario padano veneto nel suo complesso è stato garantito ovunque il passaggio delle navi di IV classe secondo la classificazione europea; l’obiettivo però è quello di aprire la via alle chiatte di V classe, con una stazza doppia, fino a 2mila tonnellate: è una indicazione contenuta anche nel Piano regionale integrato dei trasporti e soprattutto prevista dall’Unione Europea per le Reti transeuropee di trasporti (Ten-T), di cui il sistema idroviario fa parte.

Anche se le nuove risorse per oltre 60 milioni di euro vanno esattamente in questa direzione, ad oggi gli stanziamenti non coprono comunque le effettive necessità.

Solo per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, infatti, e limitatamente all’idrovia ferrarese, nel 2008 erano stati previsti e approvati lavori per oltre 240 milioni di euro: gli interventi realizzati non superano però il valore di 75 milioni di euro, mentre quelli in corso cubano altri 31 milioni di euro. Con le nuove assegnazioni del Ministero, che stanziano 21 milioni, si raggiungerebbe la metà dei fondi richiesti, in un conteggio che comunque non tiene conto dell’aumento dei costi dovuto al passare del tempo.

Ancora più critica la situazione relativa all’asta del fiume Po: i costi della regolazione a corrente libera erano stati stimati nel 2016 in più di 616 milioni di euro, ma ad oggi la disponibilità effettiva si ferma a 15 milioni di euro, a cui si devono aggiungere poco più di 80 milioni di euro (per l’intero bacino) legati alle nuove assegnazioni del Ministero.

Le difficoltà nel completare i lavori per l’adeguamento alla V classe, che renderebbe più competitivo il trasporto su acqua nei confronti di quello su gomma, sono la principale causa della forte contrazione della quantità di merci che transitano nel sistema idroviario: a inizio anni 2000 erano nell’ordine di qualche centinaio di migliaia di tonnellate all’anno, mentre una notevole riduzione a partire dal 2015 ha portato i valori tra le 50 e le 60mila tonnellate all’anno.

Pur di fronte a queste difficoltà, la Regione Emilia-Romagna ha continuato a investire negli anni risorse proprie per garantire il sistema di navigazione interna: quasi 90 milioni di euro, con una media di 4 milioni all’anno dal 2000 a oggi, per il funzionamento e la manutenzione straordinaria di strutture, infrastrutture e mezzi.

A proposito di finanziamenti, a livello nazionale per il sistema idroviario padano-veneto sono stati investiti negli anni un totale di 610 milioni di euro, al lordo degli interessi dei mutui: le leggi statali di stanziamento sono state approvate una nel 1990 e due nel 1998, di cui una poi rifinanziata nei bilanci nazionali 2001 e 2004. Da quest’ultima norma, approvata nel 2003, si sono poi interrotti i fondi dal Governo.

I nuovi interventi nel dettaglio

La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha da poco deliberato due interventi nel tratto ferrarese del sistema idroviario padano-veneto per l’adeguamento alla quinta classe di navigazione, che comprende le chiatte per il trasporto fino a 2mila tonnellate di merci: con lavori per un totale di 19,3 milioni di euro saranno portati alla quota prevista dalle norme quattro ponti lungo il canale Boicelli (quelli di Betto, Confortino e Mizzana oltre al ferroviario merci), mentre altri 1,5 milioni di euro saranno destinati alla risoluzione di alcuni bassi fondali attraverso risezionamenti straordinari della cunetta di navigazione. A farsi carico di questi cantieri sarà l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile.

All’Agenzia interregionale per il fiume Po sono stati assegnati, in qualità di soggetto attuatore, 24,2 milioni di euro per la sistemazione a corrente libera dell’alveo di magra del fiume Po tra la foce del Mincio e Ferrara, sempre per consentire la navigazione delle navi di quinta classe: risorse che si aggiungono a 15 milioni che la Regione aveva già stanziato in precedenza. Infine, grazie anche ad una economia relativa ad interventi eseguiti negli anni trascorsi, altri 1,7 milioni di euro andranno a garantire la realizzazione di alcune opere accessorie in un diverso tratto dell’idrovia ferrarese, in corrispondenza di Final di Rero, all’interno di un intervento dello stesso genere- l’adeguamento per i mezzi di quinta classe- già in fase di avvio.

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