In ricordo del giornalista Alberto Fortunati. Donati i suoi libri sportivi alla Biblioteca comunale di Lunetta

Nel pomeriggio di venerdì 31 marzo, nella Biblioteca comunale di Lunetta, in viale Lombardia 16, presso il centro servizi “Aaron Swatz”, si è svolto l’evento “La biblioteca dello sportivo mantovano” dedicato al giornalista Alberto Fortunati, scomparso nell’aprile dell’anno scorso.

I libri della collezione sportiva di Alberto, infatti, sono stati donati alla biblioteca di quartiere, dove hanno trovato ospitalità grazie all’impegno della coordinatrice Antonella Bendo, presidente dell’associazione Papillon, oltre che della moglie del giornalista, Dalia Draghi.

All’iniziativa sono intervenuti, tra gli altri, il vicesindaco di Mantova Giovanni Buvoli, l’assessore comunale Nicola Martinelli, la moglie di Fortunati, amici e colleghi di Alberto.

“Ringrazio la Biblioteca di Lunetta per l’iniziativa e gli amici giornalisti e sportivi, gli Ultras del Mantova e a tutti coloro che ricordano sempre con amicizia e affetto Alberto” ha detto la moglie Dalia.

L’iniziativa è stata organizzata per ricordare la figura di Fortunati attraverso le sue passioni, lo sport e la lettura, ma anche per arricchire la biblioteca di Lunetta “una struttura da valorizzare proprio per gli spazi che offre alla comunità e al quartiere”.

Una ventina di libri appartenuti ad Alberto e famiglia ora, quindi, sono esposti in alcuni scaffali della biblioteca comunale e saranno a disposizione dei lettori per essere consultati. Tra i volumi, alcuni della storia del Mantova Calcio e di altri sport, oltre a quelli di Federico Buffa, “un amico di Alberto – spiega Dalia –. Era veramente appassionato dei sui libri”.

Per l’occasione è stato organizzato anche un piccolo buffet preparato dai giovani di Sbrisolaut, l’impresa di ragazzi autistici che sforna sbrisolone al forno di Mantova Pane a Levata. All’evento era presente anche la dottoressa Laura Delfino, promotrice del progetto Sbrisolaut “che vuole dare dignità e lavoro a giovanissimi capaci di mettersi in gioco e superare le proprie barriere comunicative”.

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