STRACOTTO D’ASINO DI BELFORTE

La tradizione di “Belforte, patria dello stracotto d’asino o cavallo“, citato ancora dal conte Giovanni Nuvoletti nei suoi romanzi trova sempre origine dal commercio di bestiame con il mercato di Montichiari dove parte del prezzo di vendita di bestiame veniva pagato con tagli di carne meno pregiata di cavallo o asino. Questa, sia per aromatizzarla che per renderla più tenera, veniva prima messa a riposo con vino e verdure per un giorno, dopo di che veniva fatta cuocere per molto tempo, a fuoco lento dalle 10/12 ore, da cui il termine stracotto, per renderla tenera.

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RICETTA della TRATTORIA “DA GINEN“ di BELFORTE

STRACOTTO D’ASINO ALLA BELFORTESE

Ingredienti:

1 kg. di carne d’asino, due cipolle, una carota, due coste di sedano, aglio e prezzemolo tritati, 50 gr. di burro, 50 gr. di olio di oliva, 40 gr. di concentrato di pomodoro, 3 chiodi di garofano, sale e pepe nero, 3 bicchieri grandi di vino bianco.

Preparazione:

Usato anche come ragù dei primi piatti lo stracotto d’asino va mangiato con la polenta abbrustolita. Mettere in una casseruola a fondo pesante il burro, l’olio e le cipolle tritate, soffriggere quindi aggiungere la carne tagliata a pezzi grossi assieme al concentrato di pomodoro, i chiodi di garofano macinati, il pepe il sale e le verdure tritate.

Versare il vino bianco che affiori la carne e coprire con il coperchio la pentola.

Mettere a cuocere a fuoco lentissimo per circa quattro ore.


Cibo per la Mente

di Mendes Biondo

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In questo romanzo sono narrate le avventure di una creatura fantastica, chiamata Hobbit.

Lo Hobbit o la riconquista del tesoro è un romanzo fantasy scritto da John Ronald Reuel Tolkien, pubblicato per la prima volta nel 1937. Il seguito di questo romanzo sarà costituito da Il Signore degli Anelli

 L’intera vicenda ha luogo con l’incontro di Bilbo, uno Hobbit che vive a Hobbiville, e lo stregone Gandalf e il successivo arrivo della compagnia di nani (tredici Nani).

Gandalf spiega a Bilbo che questi nani, il cui capo è Thorin Scudodiquercia, vorrebbero riconquistare il loro regno di Erebor, la Montagna Solitaria, che diversi decenni prima era stato preso dal drago Smaug.

Gandalf ingaggia Bilbo come scassinatore, grazie alla sua abilità in questo campo, e i compagni gli promettono, in caso di successo, un quattordicesimo dell’enorme tesoro che si trova nella montagna.

Bilbo, come tutti gli Hobbit, è un tipo sedentario, a cui piace dormire e fumare la pipa, così è restio a partire, ma alla fine viene convinto, e si imbarca nella strana avventura.

La seconda macrosequenza riguarda l’intero tragitto dalla città del piccolo Bilbo alla tana del drago, attraverso terre selvagge e mille pericoli dove saranno ostacolati da numerosi mostri ma anche aiutati da qualche amico incontrato lungo il cammino, lo hobbit sarà l’assoluto protagonista salvando i suoi compagni nani da situazioni disperate grazie anche all’ausilio di un anello magico che rende invisibili; questa sequenza termina con la disfatta del drago e la riconquista del tesoro.

La successiva sequenza riguarda le lotte causate dall’avidità dei nani che non vogliono dividere il loro immenso tesoro con gli uomini della città che era stata distrutta nella battaglia contro il drago.

Gli uomini, aiutati dagli Elfi, stanno per muovere guerra all’esercito dei nani quando l’arrivo di un’orda di orchi costringe le tre razze a collaborare fra loro per distruggere il comune nemico.

La grande avventura di Bilbo termina con il ritorno alla sua caverna, pieno di ricchezze e con il suo prezioso anello (che avrà un enorme peso nel romanzo Il Signore degli Anelli), ed il ritorno anche alle sue normali abitudini trovandosi però profondamente cambiato.

 

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