7) CURTATONE – MONTANARA – GRAZIE

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Dove in un documento del secolo XI si fa cenno della chiesa di S. Giovanni in curia Odonis, dipendente dall’ Arcipretura di Rivalta e nel 1309 è già detto Curlatonum.

Curtatone-colonna monumentale

Anche Curtatone e Montanara fanno parte di quei luoghi che vissero l’epoca risorgimentale, infatti il 29 maggio del 1848 gli Austriaci fecero strage dei volontari Toscani e a ricordo vi sono due monumenti ai caduti consistenti in una colonna sormontata da croce.

Nello zoccolo sta scritto: “Ai morti per l’indipendenza d’Italia nella battaglia del 29 maggio 1848”, realizzati dal Comm. Giuseppe Poggi fiorentino, che prese parte alla guerra, fu inaugurato il 29 maggio 1870 sotto la direzione tecnica del Prof. Giovanni Cherubini da Mantova, presente il sindaco di Curtatone Giuseppe Collini, cui fu consegnata la nota di 201 nomi di caduti nella battaglia.

Un cippo a Montanara ricorda un ufficiale aiutante di campo di un Generale austriaco, morto in battaglia; una croce di marmo nel fondo Spagnoli (oggi Municipio) ricorda un soldato bresciano, certo Merigo, al servizio dell’Austria, fucilato perché in quel giorno di battaglia si rifiutò di battersi contro i Toscani.

Nel territorio Quattro Venti vi è pure il monumento dei Martiri di Belfiore.

In questo luogo sarebbe stato il Bianoris sepulcrum, citato da Virgilio nelle Egloghe e Georgiche e ivi fu trovata lapide romana, illustrata dal Labus, ricordante la famiglia Cassia Salustia.

santuario delle Grazie

Prato Lamberto, meglio conosciuto oggi come l’antico borgo di GRAZIE dove è situato un Santuario di struttura gotico-lombardo che nel corso del tempo vi sono state aggiunti vari stili diversi di architettura, rinomatissimo, che può definirsi quale sepolcreto dei Gonzaga.

Conserva al suo interno numerosissimi ex voto come le statue di cartapesta, legno e cera, che si trovano allineate lungo le pareti.

Sull’altare maggiore la venerata immagine dell’Assunta e un importate apparato pittorico con opere del Bazzani, Lorenzo Costa il Giovane e molti altri.

All’inizio del secolo XVI su ordine di Federico Gonzaga l’antichissima Fiera fu trasferita da Porto Mantovano, che si faceva fin dal XV secolo, al Santuario.

Infatti, ancora oggi, durante la settimana di Ferragosto il sagrato del Santuario il concorso internazionale “Gessetto d’Oro”, premio che viene assegnato ai Madonnari pittori dell’asfalt, oltre alle bancarelle gastronomiche con vendita e degustazione del tradizionale cotechino mantovano e di ogni genere.

Sin da quei tempi il concorso fu sempre straordinario e perciò si scioglievano infiniti voti.

CURIOSITÀ D’ALTRI TEMPI

I veronesi, che nel 1348 avevano occupato Montanara e Curtatone, dovettero ritirarsi in fretta per la vittoria di Filippino Gonzaga a Borgoforte.

Nell’anno 1517 gli uomini di Curtatone furono obbligati di portarsi per richiesta dell’ ingegner Alessio Beccaguto, a lavorare alle fosse di Buscoldo, alla via di Montanara e al bastione.

Il console e gli uomini di Castelnuovo, dipendenti dal vicariato di Curtatone, nel 1529 supplicavano per condono di danni dati alle vicinanze da un’ infinità di poveri nell’andar a S. Maria delle Grazie, tenendo conto che per la peste gli abitanti erano ridotti a pochi contadini.

Da una convenzione del 1543 tra il comune e la famiglia Zaffardi, approvata dal governo ducale, risultano i Zaffardi principali proprietari in Curtatone.

Nel 1554 il Duca ordinava lo sfratto dei Zingari da Curtatone per i gran furti, che commettevano.

Nacque in Curtatone nell’anno 1817 Siliprandi Francesco, che fu poi capitano garibaldino. Egli fu carcerato politico nel castello di Mantova. Scrisse in più giornali socialisti, quali il Lavoratore e la Favilla in Mantova e stampò Memorie politiche mantovane dal 1848 al 1866. Mantova, Tip. Eredi Segna 1881. Morì sul finir del 1891.

Discorso letto dal Deputato Giuseppe Finzi nella inaugurazione del monumento dei Martiri di Belfiore in Mantova il 7 dicembre 1812.

Prima commemorazione dei morti a Montanara e Curtatone nel 29 maggio 1848.

Si conservano alcune grida del 1430, ma in copia moderna, e riguardano la fiera delle Grazie.

I documenti più antichi risalgono dal 1784 al 1807 e trattano delle strade, dal 1805 al 1814 si hanno vari Decreti del Principe Eugenio, vice-Re d’ Italia e di Napoleone I per oggetti finanziari.

Nelle vicinanze di Curtatone nel 1867 e 1870 furono trovate azze di diorite verde di epoca preistorica.

Il Donesmondi ricorda che fino dall’anno 1000 vi era un piliere con l’immagine di Maria Vergine col Bambino a Grazie, di cui erano molto devoti i “barcaiuoli”, che percorrevano il lago e vi approdavano.

Bolle papali del secolo XIV ci fanno conoscere il piliere mutato in Chiesa e questa affidata ai Francescani.

Francesco Gonzaga, signore di Mantova per voto nella peste del 1399, a mezzo dell’architetto Bartolino da Novara, costruì l’attuale tempio, che venne consacrato nel 1406 dai frati francescani conventuali, succeduti ai padri minori osservanti.

Si vuole che nel 1414 Giovanni XXIII Papa, venuto a Mantova per incontrare l’Imperatore visitasse, questo Santuario e pure Martino V di ritorno dal concilio di Costanza nel 1419; vi alloggiarono successivamente S. Bernardino da Siena e Pio II Papa.

Si crede che anche Clemente VII visitasse il Santuario, e così Paolo III poi Clemente VIII.

Scrisse il Davari: “Che il titolo di santa Maria de Francia corrisponda a quello di santa Maria delle Grazie, è provato da un documento (inserto nel Lib. Oecret. Voi. 6. pag. 97 – 144 5, 12 giù.) del 1445, il quale non è altro die una riconferma dei primi privilegi concessi da Francesco Gonzaga alla chiesa e convento delle Grazie, ed ivi, invece di ripetere il nome di s. M. de gratta, è scritto, s. M. de Francia extra curtatonum”.

Un frate Francesco di Acquanegra nel secolo XVI cominciò a ridurre in plastica le varie grazie ottenute, rappresentate da quadri votivi o da iscrizioni. Usò cera unita a qualche materia più consistente formando delle statue e dei gruppi, alcuni curiosi per il vestiario e per le armi del tempo.

Gli Imperatori Sigismondo, Carlo V, Massimiliano, Filippo di Spagna, Margherita d’Austria pure loro fecero visita. Si parla anche di ambasciatori del Giappone venuti nel 1585.

A dì 18 gennaio 1622 l’imperatrice Eleonora Gonzaga andò in barca ed ascoltò una messa bassa ed altra cantata, si comunicò insieme con la Duchessa Caterina Medici sua cognata e poi se ne ritornarono a Mantova.

Nel 1753, sul mezzogiorno del 18 agosto, un terribile vento di ponente fece rovinare un’intera loggia e sconquassò il dormitorio del convento.

Il Convento fu soppresso nel 1810.

Nel 1825 Francesco I imperatore con la famiglia vi andò come da iscrizione postavi.

Sotto ognuno con tre versi si dà la spiegazione, dalle quali conosciamo Pio II, Carlo V, Filippo di Spagna, Carlo Duca di Borbone e molti guerrieri, che presero parte alla battaglia di Pavia.

L’altare maggiore disegno di Giulio Romano, la pala è dei fratelli Costa mantovani, dipinta per commissione del Ferrante Gonzaga, di cui vi è nella stessa figurante l’Assunzione di Maria Vergine il cui ritratto e quello della moglie Isabella, in seguito restaurato dal mantovano G. Razzetti.

Sotto l’altare riposa la salma di Ercole Gonzaga di Guastalla.

L’ancona della Cappella di S. Sebastiano è opera del Monsignori, lavoro assai lodato dal Vasari e dal Pozzi, quella della Cappella di S. Lodovico, figurante l’Assunta, è lavoro di un frate milanese pittore, che nel 1500 era aggregato al Convento del Santuario e che dipinse pure tutta la chiesa.

L’ancona dell’altare a S. Bartolomeo è del mantovano Francesco Borgani, l’altra figurante S. Ippolito nella Cappella, detta Gazzolda, fu dipinta dal celebre Lattanzio Gambara di Brescia.

Merita poi una speciale visita la Cappella di San Bonaventura, detta Castigliona, perchè racchiude i mausolei di Baldassare Castiglioni e del suo figlio Camillo, disegnato il primo da Giulio Romano e con l’iscrizione del cardinale Bembo. Le pitture sono buone, ma di sconosciuto artista.

Il martirio di S. Lorenzo nella cappella omonima, fu eseguito da Lorenzo Costa mantovano.

Sono notevoli qua e là intagliature in legno, iscrizioni e monumenti, che ricordano benemeriti mantovani.

Notevolissimo il sepolcro della nobile famiglia Cavriani, nel quale fu posto il maggiore toscano Landucci, ucciso alla battaglia di Curtatone nel 1848.

Prima di entrare nel santuario s’intravedono nel muro alcune palle di cannone con epigramma di Mario Equicola, che ricorda il valore di Federico II Gonzaga all’assedio di Pavia.

Dei vari epitafì vanno ricordati quelli di Bettinelli Gaetano mantovano, fratello del chiarissimo Abate Saverio, che fu uno dei preclari ornamenti della Accademia Virgiliana, come Direttore della facoltà matematica, morto nel 1794; del marchese Lodovico Andreasi, ultimo rampollo della famiglia, morto nel 1793, il quale lasciò manoscritte le vite di quattro duchi di Mantova e di vari nobili mantovani; di Luigi Casali, celebre giurista mantovano, morto nel 1817; di Fra Lorenzo Pellegretti poeta, matematico, traduttore delle Georgiche e di Egloghe di Virgilio; di Agnelli Soardi, accademico Direttore della classe arti e mestieri, morto nel 1802; del celebre Baldassare Castiglioni, fautore del Cortigiano della famiglia Bertazzoli che dette insigni ingegneri idraulici; del diplomatico e cronista Bonamente Aliprandi, che fece costruire una cappella nel 1412; di Giulio Delfini, celebre proto-medico, autore di più trattati medici, morto nel 1563; di Bernardino Conradi, figlio del celebre Lodovico, maestro dell’ultimo Duca di Urbino, morto il Bernardino nel 1498; dell’illustre famiglia Strozzi che, fuggita da Firenze nel 1382 prestò preclari servizi ai Gonzaga; della nobile famiglia Ippoliti di Gazzoldo; di Cagnani Eugenio poeta, morto nel 1614; di Panciero Bartolomeo, gentiluomo mantovano, autore di rime, morto nel 1610; di Luigi e di Alfonso Gonzaga, signori di Castelgoffredo, morti nel secolo XVI.

Dei Gonzaga sono sepolti in S. Maria delle Grazie anche Donna Gentile Gonzaga figlia di Carlo di Gonzaga, 1477.

Da un inventario della Sagrestia del Convento, fatto il 25 aprile 1741, risultavano i seguenti doni:

  • “Gargantiglia d’oro mandata in voto per la ricuperata vista della Maestà dell’Imperatrice Eleonora Gonzaga l’anno 1649, ornata di 27 diamanti grandi e 140 piccoli.
  • Moretto d’oro con 10 diamantini, donato da una Dama bolognese li 15 agosto 1665.
  • Medaglia d’oro di Gregorio XIII.
  • Anello d’oro coli’ impronta di Innocenzo XI e 6 diamantini.
  • Medaglia d’oro d’ Innocenzo XI.
  • Medaglia d’argento con S. Carlo Borromeo.
  • Quarta veste di lastra d’argento clonata dalla Serenissima Anna-Isabella Gonzaga…
  • Corona imperiale lasciata qui in dono da Carlo V Imperatore, composta come segue: Perle grosse e piccole 88, smeraldi grossi 18, piccoli 6, nel cerchio grandi 2, sopra il cerchio 3.
  • Pietre rosse nel cerchio, giudicate granate 3.
  • Corona imperiale lasciata qui in dono dalla Maestà di Margherita d’Austria moglie di Carlo V, ornata di smeraldi, rubini, diamanti, zaffiri, perle in tutto N. 271.
  • Due candelieri piccioli d’argento, donati dal signor marchese Ricardi li 7 ottobre 1678.
  • Breviario del venerabile Francesco Gonzaga.
  • Anello composto di diversa materia, mandato dal vescovo di Perugia.
  • Tavolone grande tutto ricoperto di voti d’argento, nel mezzo un Puttino in fasce di’ Ferdinando Carlo di sempre gloriosa memoria ultimo Duca di Mantova con cornice indorata 1741.
  • Altro tavolone con nel mezzo un Puttino con bastone in mano figura di Antonio Ferdinando Duca di Guastalla.
  • Cassettina coi cristalli entro una berretta di S. Giacomo delle Marche con autentica”.

Quantunque per ragion di guerre e di furti, molto fu stato dilapidato, tuttavia, le ricchezze elencate sono straordinarie, specialmente in orefìcerie.

Fra i furti uno fu commesso nel 1688 da padre Antonio Maria di Val de Bon trentino, che scoperto ebbe 10 anni di galera.

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