LE API A NATALE DI SOLITO DORMONO

La nostra storia inizia dentro un’arnia dove le api stanno dormendo.

Era la vigilia di Natale, la gente iniziava a preparare le tavole per festeggiare. Le api invece non vedevano mai il Natale, loro dormivano.

Ma quel giorno una di loro di svegliò, il suo nome era Ire. Guardò fuori, c’erano tante luci e tante persone, sembravano felici. Ire la piccola ape era curiosa, che bello poter vedere da vicino il Natale.

Nei racconti il Natale le era stato descritto come magico, la gente si voleva bene, si incontrava e festeggiava insieme, c’erano regali e preghiera. Svegliò la Regina e le chiese come poteva fare per andare a vedere il Natale.

L’ape Regina le preparò un grazioso maglione rosso per proteggerla dal freddo. Poi le spiegò di volare nascosta, è strano vedere un’ape in inverno.

Le diede un pungiglione magico: le sarebbe servito per difendersi, ma poteva pungere solo dove c’era ingiustizia, altrimenti lei sarebbe morta, non poteva sbagliare.

Ire si infilò il maglione rosso e partì alla scoperta del Natale.

Volò alta sopra le case, voleva osservare i colori delle luci accese per l’evento. La neve ricopriva le case e il terreno, l’atmosfera era magica, i rumori ovattati, le luci dentro le case accese e dai camini usciva fumo. Ire continuava a volare, vedeva la gente felice di camminare in mezzo alla neve. Decise così di volare più in basso, dentro quel mondo luccicante alla scoperta del suo primo Natale.

La delusione fu grande, la gente era nervosa e frenetica, usciva ed entrava dai negozi con tanti pacchetti colorati.

Alcune persone erano sedute contro i muri con davanti un cappello dove altre gettavano monetine, erano meno felici degli altri.

Cambiando direzione vide alcuni uomini con il colore della pelle più scura che venivano evitati da quelli con la pelle più chiara, non capiva.

Cambiò ancora direzione e scoprì che la “neve” veniva scambiata dagli uomini per dei pezzi di carta, ma le persone che la ricevevano non sembravano felici, anzi erano confuse e non godevano di buona salute.

Poi Ire si avvicinò alla finestra di una casa, lì vide persone a tavola che mangiavano e ridevano, sulla tavola c’era ogni ben di Dio, Ire era confusa.

Le sue antenne sentirono musica uscire da una chiesa, Ire si girò ed entrò: molte persone stavano cantando parole buone e di speranza. Si fermò ad ascoltare osservando il loro comportamento, le sembrò buono.

Passò così la sua prima vigilia di Natale, in un mondo pieno di difficoltà.

Avrebbe voluto pungere tutti e poi tornare a casa dalle sue amiche api, sicuramente migliori. Ma non sapeva chi pungere, l’ingiustizia poteva essere in tutte le cose che aveva visto.

Chi aveva la felicità se la teneva, e chi non l’aveva la cercava in maniera sbagliata. Così pensò ad un albero di speranza fatto di stecche di cioccolata bianca e marrone. Chiamò le sue amiche api e lo costruirono addobbandolo con stelle luminose per farlo brillare.

Era il suo messaggio d’amore per le persone confuse dai colori del loro egoismo, adesso sapeva chi pungere.

Così iniziò da chi era seduto a tavola con tutto quel ben d Dio, la sua puntura risvegliò quelle persone che portarono cibo a quelli seduti contro i muri, presero per mano quelli di colore diverso e scambiarono cioccolata al posto della “neve”, insieme poi andarono a cantare in chiesa.

Quel Natale viene ancora ricordato per come la gente si ritrovò nella gioia di donare se stessi agli altri.

Non si era mai vista un’ape che voleva in inverno, ma Ire era un’ape magica, il suo volo Natalizio la riportò nell’alveare a raccontare come una semplice puntura possa risvegliare i sentimenti nelle persone.

Marco Gialdi (Natale2005)