TARASSACO, IL PRINCIPE DELLA DISINTOSSICAZIONE

A cura della dott.ssa Elena Bello

Dopo un lungo inverno è sempre un piacere scorgere i primi segni della primavera.
Lentamente i rami degli alberi si riempiono di nuove gemme e i prati si tingono di giallo e viola.
Una tra le prime erbe spontanee che fiorisce in primavera è senza dubbio il tarassaco, segno che le temperature aumentano e che le giornate si allungano.

È una pianta con cui entriamo a contatto fin da bambini, chi non ha mai soffiato energicamente sul “soffione” per far volare i semi da tutte le parti?

Il tarassaco è una pianta erbacea perenne che fa parte della famiglia delle Asteracee e Composite, così come le classiche margherite pratoline.

Si ancora saldamente al terreno grazie a una robusta radice a fittone, che la rende difficile da estirpare completamente. Le sue foglie a punta, lanceolate e lobate con margine dentato le hanno conferito il nome volgare di “dente di leone”. Queste, partendo dalla rosetta basale, si sviluppano poi verticalmente. In ambienti urbani rimane una pianta piuttosto modesta ma in condizioni ottimali può arrivare a raggiungere anche i 30 cm di altezza. Le foglie novelle crescono al centro della rosetta. Invecchiando si distendono lasciando spazio alle nuove foglie. In questa fase di sviluppo della pianta si possono cogliere le foglie novelle se si desidera consumarle crude in insalata in quanto hanno un gusto più delicato rispetto alle foglie mature che, invece, hanno una nota di amaro più marcata che si accompagna al sapore leggermente ferroso che ricorda quello dello spinacio.

In primavera, al centro della rosetta cresce un fusto cilindrico e cavo al cui interno scorre una sostanza lattiginosa particolarmente amara. Alla sua testa si sviluppa velocemente il bocciolo ben racchiuso che protegge i petali dei fiori. Una volta arrivato ad una buona altezza, utile per emergere rispetto alle altre piante presenti nei prati incolti, il fiore si apre. Questo splendido “bottone” giallo-dorato pieno di petali emana un profumo dolce che ricorda vagamente la camomilla.

È una pianta mellifera molto amata dagli insetti impollinatori e il colore giallo del fiore che riflette maggiormente i raggi UV, accompagnato dal profumo del fiore, li guida strategicamente per l’impollinazione.
Una volta fecondo, il fiore lascia il posto al “soffione”, che non è altro che lo strumento di propagazione per i semi della pianta, che ogni anno riesce a produrne migliaia.

I semi, chiamati acheni, sono piccoli e marroni, dotati di un particolare ciuffo bianco chiamato pappo che, una volta stimolato dal vento, funge da paracadute, trasportando i semi anche a centinaia di metri rispetto alla pianta di partenza, il più lontano possibile, alla ricerca di terreno libero.

Essendo erbe poco esigenti, si adattano facilmente a qualsiasi tipo di terriccio e non temono le basse temperature. Questa forte adattabilità gli ha permesso di invadere quasi tutto il mondo: si trova infatti in America, in Europa, Medio Oriente, Africa, Asia e Oceania, fino ai 1.700 mt sul livello del mare.
La sua bellezza e forza selvatica e, allo stesso tempo, la sua dolcezza in quanto ottima pianta mangereccia, apprezzata da persone e animali, ha ispirato artisti quali Salvador Dalì, Francois Millet e Teisai Hokuba (Ukiyo-e).

Il tarassaco è un’erba conosciuta fin dall’antichità grazie alle sue virtù medicinali. Il nome “Taraxacos” (Io guarisco), fa infatti riferimento al suo potere medicinale. Anche oggi in fitoterapia è spesso indicata perché disintossicante per il fegato e per l’organismo in generale. In tutte le sue parti infatti, esclusi i fiori, è presente inulina e tarassicina, una sostanza amara che stimola l’attività gastrica, ha proprietà colagoghe, epatoprotettive, toniche, diuretiche e favorisce la normalizzazione del colesterolo nel sangue. Contiene inoltre carotenoidi, flavonoidi, tannini, e sali minerali tra cui calcio, ferro, magnesio e potassio, mucillagini e vitamine del gruppo B, C, E e K.

Il periodo migliore per la raccolta delle parti aeree va da Marzo a Ottobre; nei mesi restanti, in cui la pianta è in stato latente, è più consona la raccolta delle parti radicali. Più la pianta è matura, più le radici sono abbondanti.
Per la raccolta delle foglie e dei fiori l’ideale è l’uso di sacchetti di carta o di stoffa in modo che l’erba non venga schiacciata né soffocata o, ancor meglio, un cesto in vimini coperto poi con una pezza per non far alterare dal sole la freschezza e le proprietà organolettiche del raccolto.
Una volta portato a casa, il tarassaco può essere subito preparato a crudo, cucinato per numerose ricette o conservato in frigorifero come qualsiasi insalata fresca oppure fatto essiccare per la realizzazione di infusi o decotti.

Uno dei metodi più usati per assumere le proprietà benefiche delle piante officinali è l’infuso o il decotto.

sciroppo di tarassaco
  • L’INFUSO

Per l’infuso si utilizzano le foglie o le radici. In un recipiente adatto si versa l’acqua bollente sulla pianta essiccata, dopo 10 minuti si filtra e si sorseggia.

  • IL DECOTTO

Per il decotto bisogna immergere le parti della pianta selezionate in acqua fredda, portare man mano ad ebollizione e far bollire 10 minuti, spegnere la fiamma e lasciare il tutto a riposare per altri 10 minuti prima di servire.

  • SMOOTHIE

Si può pensare di realizzare anche degli smoothie estivi accompagnando il tarassaco a della frutta dolce come la banana o la pesca, si può usare come ingrediente ulteriore il latte di mandorla o il succo d’arancia per stemperare il suo gusto amaro.

  • RICETTA:

“CAPPERI” DI TARASSACO

Per questa ricetta è importante che i boccioli scelti per la raccolta siano ancora ben chiusi.

Ingredienti: 300 gr. di boccioli, ¼ l di aceto di vino, ¼ l di acqua, sale q.b., aglio, foglie di alloro, peperoncino, chiodi di garofano.

In un pentolino far bollire acqua e aceto di vino in parti uguali, aggiungendo una manciata di sale grosso. Una volta arrivato a bollitura, immergere i boccioli per circa 3 minuti. Scolateli poi con un colino, lasciandoli un momento da parte in modo che si asciughino.
Da parte, preparate un vasetto di vetro aggiungendo degli aromi: due piccoli spicchi d’aglio a crudo tagliati a metà, foglie di alloro, peperoncino e chiodi di garofano a piacere. Versate i boccioli nel vasetto e coprite il tutto generosamente con olio extravergine di oliva.
Una volta arrivati a temperatura ambiente si possono conservare in frigorifero per il giorno dopo. In questo modo i nostri “capperi” di tarassaco avranno assorbito gli aromi intensificando il loro sapore.

Ottimi come accompagnamento per carni, insalate o come aperitivo da soli ma, ancor meglio, su bruschette fragranti.