ASPARAGI DI SAN BENEDETTO PO

Ravioli di ricotta e asparagi di San Benedetto Po in fonduta di Parmigiano con Speck croccante

(ricetta del Ristorante Scacciapensieri di San Benedetto Po)

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INGREDIENTI: 1 mazzo di asparagi, ricotta, Parmigiano Reggiano, panna da cucina, speck a fette, sale  e pepe q.b. uova, farina.

PREPARAZIONE: Per il ripieno: lessare gli asparagi e tritarli finemente. In una terrina amalgamare la ricotta con gli asparagi tritati aggiungendo una buona manciata di Parmigiano e aggiustate di sale e pepe.

Preparare la sfoglia e fare i ravioli con il ripieno preparato.

Per il condimento: in una padella antiaderente sciogliere una noce di burro con la panna e il Parmigiano a fuoco molto lento. Tostare lo speck tagliato a listarelle sempre in una padella antiaderente.

Lessare i ravioli in abbondante acqua e farli saltare nella padella con il formaggio fuso.

Servire decorando il tutto con lo speck croccante.


Cibo per la Mente di Mendes Biondo

La chiave

Chiunque si avvicini a questa ricetta avrà notato la densità di sapori che vi si trovano all’interno.

Tra la nota dominante dell’asparago e il salato derivato dal sapore pieno della fonduta e dello speck croccante, sarà in grado di entrare nell’universo letterario di Tanizaki Jun’Ichiro.

Per questa ricetta niente di più lontano e niente di più vicino che l’oriente.

Così come Cina e Giappone anche l’Italia possiede l’arte millenaria del Raviolo.

Sapori contrastanti che riescono, nonostante tutto, a mescolarsi, oltre che nella pasta, anche in una narrazione spigolosa e al contempo piacevole come quella dello scrittore nipponico.

I più “sgamati” tra i lettori capiranno di cosa sto parlando non appena nominerò il titolo: “La Chiave”.

Ammetto che esiste una versione cinematografica firmata dal Maestro Tinto Brass (e prima di lui dal Maestro Kon Ichikawa) dell’omonimo romanzo (per gli amanti del giapponese il titolo originale è: Kagi) ma sappiate che il diario cartaceo è ben più profondo al leggersi che il film al guardarsi.

Le vicende si svolgono in una cittadina giapponese del periodo pre-bellico. Un innominato professore universitario inizia a tenere un peccaminoso diario che narra dei suoi desideri sessuali nei confronti della moglie.

Quest’ultima, che nel romanzo prende il nome di Ikuko, inizia a sua volta a tenere un diario raccontando del suo innamoramento nei confronti di Kamura, amico della di loro figlia Toshiko.

Tra paraventi e colpi di diario si consuma un dramma familiare molto più complesso di quanto la facciata voglia far sembrare. La famiglia tradizionale si smonta lasciando spazio ad analisi psicologiche molto profonde che aiutano noi occidentali ad avvicinarci al mondo magico nonché simbolico orientale così come smaschera la profondità nipponica rivelandone una vicinanza vertiginosa con i problemi dell’occidentalità quotidiana

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