TEOFILO FOLENGO

conosciuto con gli pseudonimi di:

Merlin Coccajo – Merlin Cocai – Limerno Pitocco

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Gerolamo Folengo, figlio del notaio Federico, nobile decaduto e di Paola Ghisi, è ottavo di nove fratelli (successivamente cambierà il proprio nome in Teofilo), nasce a Cipada (ora Cipata), una frazione di Mantova.

Fin dalla sua infanzia mostra di avere un’intelligenza vivace e una notevole abilità nel verseggiare. All’età di sedici anni entra nel monastero di Sant’Eufemia, vicino a Brescia e diciotto mesi dopo entra a far parte dell’Ordine benedettino del quale facevano già parte alcuni dei suoi fratelli.

Per alcuni anni la sua vita da monaco sembra svolgersi in modo regolare; in questo breve periodo compone una discreta quantità di versi latini imitando lo stile di Virgilio ma con scarso successo.

Secondo quanto da lui raccontato nel Chaos del Triperuno, (smentito dalle ricerche del Billanovich), nel 1524 Folengo abbandona la vita monastica per Girolama Dieda, una giovane donna di buona famiglia con la quale vagabondò in varie città italiane, spesso in condizioni di grande povertà, avendo come unica fonte di guadagno la sua abilità nel comporre versi.

Divenuto precettore del figlio (Paolo) di Camillo Orsini, si stabilisce a Venezia per qualche tempo. Al termine di questo periodo “scapestrato”, Folengo chiede e ottiene di essere riammesso nell’ordine religioso, grazie soprattutto all’intercessione di Federico II Gonzaga, primo duca di Mantova.

MANTOVA – Inaugurazione del Monumento a Merlin Cocai anno 1977

Trascorre gli ultimi anni a Brescia, in Sicilia, e infine nel convento di S. Croce, a Campese.

Teofilo Folengo è il massimo esponente della poesia maccheronica, che, da stravaganza accademica, divenne con lui espressione di una nuova lingua poetica: non più il “latinazz” universitario, ma una composizione originale e geniale, che presupponeva una raffinata educazione umanistica.

L’impasto del latino classico con il dialetto mantovano e altri dialetti settentrionali ebbe un effetto di rottura nei confronti della lingua aulica e cortigiana, degradando il latino aureo con l’immissione di un lessico bizzarro, che a sua volta veniva depurato della sua immediatezza troppo facile acquistando un’espressività colorita e realistica.

Le Maccheronee, pubblicate da Folengo con lo pseudonimo di Merlin Cocai, apparvero in quattro redazioni successive (1517; 1521; 1539-40; 1552, postuma); nella versione definitiva, esse comprendono: la Moscheide, poemetto che narra la guerra fra le mosche e le formiche; la Zanitonella, sive innamoramentum Zaninae et Tonelli, componimento che racconta l’infelice vicenda dell’amore del villano Tonello, rappresentando la vita campestre e infine il Baldus in cui giunge al culmine la contrapposizione tra la campagna, con la sua vitalità anarchica e incontrollata, e il mondo della città, dove l’ordine si allea con l’ipocrisia e il privilegio.

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Oltre alle Maccheronee, Folengo compose, in italiano, l’Orlandino, un poema in ottave, scritto intorno al 1525, che contiene episodi ispirati a un violento anticlericalismo, e il Caos del Triperuno (1526), opera mista di prosa e versi di vario metro, che contiene molte allusioni alle esperienze conventuali dell’autore.

Meno importanti sono le opere latine e volgari di argomento sacro: l’Hagiomachia, poema in esametri, diviso in 18 passiones (vite di martiri); l’Humanità del figlio di Dio e la Palermitana, libri in terzine rispettivamente sul Vecchio e sul Nuovo Testamento; l’Atto della Pinta, sacra rappresentazione.

Più interessante è il Varium poema, che raccoglie le poesie scritte in Campania, offrendo un’ulteriore conferma della fine educazione umanistica che colloca il Folengo tra i più significativi scrittori del maturo Rinascimento.

Sul finire dello stesso anno si ritira a Santa Croce de Campesio, oggi Campese frazione del comune di Bassano del Grappa, dove muore il 9 dicembre 1544.

Qui riposa Teofilo Folengo “Merlin Cocai” poeta macaronico del cinquecento. A lui è stato dedicato un Centro documentale curato dagli Amici di Merlin Cocai che promuove diverse iniziative culturali e gastronomiche.

INFO. Centro documentazione Merlin Cocai Teofilo Folengo – Chiesa di santa Croce, Via IV Novembre | Frazione di Campese, Bassano del Grappa (Vi).

(Pagina a cura di Grazia Baratti)