BISULAN MANTOVANO (BUSSOLANO)

Al Bisulan era il dolce tipico delle classi più povere.

Nella versione classica era una ciambella asciutta e molto dura; mentre quella di oggi con l’aggiunta del lievito, viene data un po’ di morbidezza, ma all’epoca, proprio per la sua durezza si mangiava sempre accompagnato con il vino inzuppato soprattutto nel Lambrusco.

Da fonti popolari il Bussolano era il dolce tradizionale di Natale, servito con il sugolo.

Era ed è tradizione ancora oggi festeggiare Sant’Antonio Abate il 17 gennaio portando sulle tavole il famoso chisöl o bisulan mantovano.

Il detto recita: “Sant’Antoni chisuler, al vegn al darset da sner e sensa chisöl a da so al soler” – che significa – “Sant’Antonio chisuler arriva il 17 gennaio e senza chisöl ti cade il solaio in testa”.

Qui di seguito vengono date le due versioni: quella ‘classica’ e quella in odierna

Ricetta originale:

  • 400 gr. di farina bianca,
  • 150 gr. di zucchero,
  • 150 gr. di grasso,
  • due uova,
  • aromi.

Si miscelano tutti gli ingredienti in una terrina. Il composto, relativamente asciutto, va impastato accuratamente.

Si forma una ciambella o un “S” sulla placca del forno, senza stampo, (mettendo comunque la carta forno) e si cuoce infornando a forno ben caldo (175°) per 30-40 minuti circa.

Ricetta seconda versione:

  • 400 gr. di farina bianca,
  • 150 gr. di zucchero,
  • 150 gr. di burro (o strutto per dolci)
  • due uova,
  • 50 gr. di latte,
  • aromi,
  • lievito per dolci.

Si monta lo strutto (o il burro) con lo zucchero, si aggiungono i tuorli, uno alla volta e poi la farina.

Si aggiunge il latte: quanto basta per legare il tutto.
Al termine, si aggiungono gli albumi montati a neve.

Per la cottura si cuoce infornando a forno ben caldo (175°) per 30-40 minuti circa.

Come aroma si può scegliere ciò che si preferisce: il più diffuso era un bicchierino di liquore all’anice, oppure scorza di limone grattugiata o vanillina o un bicchierino di grappa.

Parlando di grassi vale la pena specificare alcune cose: oggi la proposta corrente è il burro, una volta era lo strutto e, prima ancora, quando anche lo strutto era un lusso, si usava il grasso che il cotechino liberava durante la sua cottura e gli aromi delle spezie che condivano il cotechino erano l’unico profumo del dolce.