Buone notizie, in un momento storico certamente non facile, per le aziende agrituristiche mantovane. Nella mattinata di oggi infatti è arrivata una comunicazione ufficiale della Dg Agricoltura di Regione Lombardia, grazie alla quale viene concessa agli agriturismi la possibilità di esercitare l’attività di mensa, anche in zona arancione e rossa.
Una preziosa boccata di ossigeno per molte realtà, costrette a tenere le cucine chiuse a causa delle restrizioni governative: “L’attività – si legge nel documento di Regione Lombardia – può essere svolta dalle aziende già titolate allo svolgimento di attività di somministrazione di alimenti e bevande, per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria a seguito di una preventiva comunicazione al Suap del comune (pertanto senza presentazione di un’ulteriore Scia) e senza necessità di integrazione dei codici Ateco.
Sarà necessario invece stipulare contratti/convenzioni di somministrazione pasti con le ditte, e i pasti dovranno essere erogati in via esclusiva ai dipendenti delle stesse. I ristoratori dovranno avere cura di riportare per iscritto, in un apposito elenco, i nominativi dei lavoratori che usufruiscono del servizio”.
«Una decisione che ci soddisfa – spiega Martina Fusari, responsabile degli agriturismi di Confagricoltura Mantova – arrivata dopo numerose sollecitazioni da parte di Confagricoltura a livello regionale, anche se si tratta solo di una piccola goccia in un mare di difficoltà. Le nostre strutture potranno però stringere convenzioni con le aziende del territorio, e tutto ciò permetterà loro di lavorare anche in un momento difficile come quello che stanno vivendo in questi mesi. Invito tutte le nostre strutture ad attrezzarsi per poter sfruttare questa norma».
In caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, i ristoratori dovranno esibire i contratti di convenzione stipulati con le ditte e l’elenco dei nominativi dei dipendenti che usufruiranno del servizio».
La Regione Lombardia rende noto che gli agriturismi potranno svolgere il ‘servizio di mensa’ durante il periodo dell’emergenza sanitaria. L’attività potrà essere svolta dalle aziende già titolate alla somministrazione di alimenti e bevande, in seguito a una preventiva comunicazione al Suap del comune (pertanto senza presentazione di un’ulteriore Scia) e senza necessità di integrazione dei codici ATECO.
“Sono 1.688 – ha dichiarato l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Fabio Rolfi – gli agriturismi attivi in Lombardia. Si tratta di uno dei comparti più colpiti dagli effetti economici della pandemia. La Regione nei mesi scorsi ha sburocratizzato il sistema, rendendo strutturale la possibilità di fare servizio di asporto e delivery ed è intervenuta a sostegno della liquidità di queste aziende con 6.500 euro a fondo perduto”.
“Per effettuare il servizio mensa – ha spiegato – sarà necessario stipulare contratti o convenzioni di somministrazione con le ditte e i pasti dovranno essere erogati in via esclusiva ai dipendenti delle stesse”.
Dovranno essere riportati per iscritto, in un apposito elenco, i nominativi dei lavoratori che usufruiscono del servizio. I contratti stipulati con le ditte dovranno essere esibiti alle Forze dell’ordine in caso di controllo, unitamente all’elenco dei nominativi dei dipendenti che usufruiranno del servizio.
“Si tratta di luoghi – ha sottolineato l’assessore – con spazi adeguati, che possono offrire il servizio in totale sicurezza”. “Avevamo chiesto un chiarimento alla Prefettura in merito all’interpretazione della norma – ha concluso Rolfi – ed è arrivata la precisazione definitiva”.
GLI AGRITURISMI IN LOMBARDIA, DIVISI PER PROVINCIA
- Bergamo: 170
- Brescia: 348
- Como: 166
- Cremona: 72
- Lecco: 79
- Lodi: 33
- Mantova: 236
- Milano: 133
- Monza e Brianza: 16
- Pavia: 224
- Sondrio: 121
- Varese: 90
Totale Lombardia 1.688