Bologna – Più vicini al paziente per garantire cure, assistenza e servizi sempre più elevati. La Rete Oncologica ed Emato-oncologica regionale dell’Emilia-Romagna, le cui Linee di indirizzo sono state approvate dalla Giunta nelle scorse settimane, muove i suoi primi passi e si confronta con altre realtà avanzate, come quelle di Piemonte e Valle d’Aosta, Veneto e Toscana.

Lo ha fatto oggi nel corso del convegno scientifico “La Rete Oncologica ed Emato-oncologica dell’Emilia-Romagna”, organizzato dalla Regione a Bologna, con la partecipazione del presidente Stefano Bonaccini e dell’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. Dopo una prima parte dedicata ai modelli e alle prospettive delle Reti Oncologiche in Italia, il convegno prosegue nel pomeriggio con tre tavole rotonde sul presente e sul futuro delle oncologie, emato-oncologie e oncologie pediatriche dell’Emilia-Romagna. A chiudere i lavori – indicativamente alle 16 – sarà il ministro della Salute Orazio Schillaci, che interviene in videocollegamento.
La Rete dell’Emilia-Romagna nasce in una realtà dotata di Oncologie ed Emato-oncologie strutturate e organizzate che in tutte le province offrono, fin dal 2006, già livelli elevati di servizio per i quali la Regione si è da tempo impegnata. Le Linee di indirizzo, approvate dalla Giunta, definiscono le caratteristiche generali della rete regionale secondo il modello del Comprehensive Cancer Care Network, che garantisce, nel rispetto delle autonomie locali, la maggiore uniformità possibile in termini di accesso, gestione clinica, governance e monitoraggio dei dati ai fini sia clinici sia di ricerca.
Uno dei punti di forza del modello è l’oncologia di prossimità, che permetterà di offrire sul territorio – Case di Comunità e Ospedali di Comunità, sino al domicilio del paziente – attività oncologiche ed emato-oncologiche, garantendo le medesime condizioni di efficacia e sicurezza. Forte impulso verrà poi dalla telemedicina, che pur non sostituendo le visite in presenza consentirà una tempestiva discussione degli esami diagnostici e la rilevazione di eventuali segni di ripresa di malattia. La Rete Oncologica ed Emato-oncologica Regionale punta anche sulla ricerca e sullo sviluppo di terapie innovative.
“Con la Rete Oncologica ed Emato-oncologica regionale l’Emilia-Romagna – sottolineano Bonaccini e Donini – vuole assicurare la migliore qualità delle cure per il paziente in un percorso di assistenza adeguato, efficace e sicuro che integri l’ospedale e il territorio. Nella nostra regione la sanità pubblica di oggi e del futuro è quella legata al territorio, che offre servizi, terapie e assistenza sempre più innovativi e a misura dei cittadini. Abbiamo messo a punto un modello organizzativo che fa compiere un ulteriore passo in avanti alla sanità pubblica dell’Emilia-Romagna grazie a oncologia di prossimità, telemedicina e ricerca. Inoltre, il modello a rete, secondo quello del Comprehensive Cancer Care Network, fa propria la nostra concezione universalistica di sanità pubblica, che deve garantire eguale opportunità di accesso ai servizi. Promuovere e sostenere l’assistenza di prossimità, peraltro, è uno degli obiettivi indicati con il modello di medicina territoriale definito nel PNRR”.
Tra le varie azioni promosse dalla Regione Emilia-Romagna e presentate in occasione del convegno, un cartoon (https://youtu.be/0LPEWhQ2GL4) e una brochure per spiegare in modo semplice come funziona la Rete. In particolare, il cartoon descrive il percorso del paziente con l’aiuto di un’automobile che ci accompagna in questo viaggio alla scoperta della Rete: dalla diagnosi e presa in carico, attraverso il medico curante, il Pronto Soccorso, i reparti dell’ospedale o tramite i percorsi di screening, agli esami di primo livello e all’intervento chirurgico fino alle cure sul territorio anche attraverso la telemedicina. Così anche la brochure illustra, grazie a un linguaggio semplice e a una serie di disegni, il percorso diagnostico- terapeutico-assistenziale.
Oncologia di prossimità, telemedicina e ricerca. Queste alcune delle caratteristiche della Rete che Rossana De Palma, responsabile Area Qualità delle cure, reti e percorsi – Direzione generale Cura della persona, salute e welfare della Regione.
Intervista a Rossana De Palma, responsabile Area Qualità delle cure, reti e percorsi –
Direzione generale Cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia-Romagna
Una sfida per innovare e portare sempre di più assistenza e prestazioni sanitarie nelle comunità, in
linea anche con il modello di medicina territoriale definito nel PNRR. E’ la Rete Oncologica ed
Emato-oncologica regionale dell’Emilia-Romagna, nata per una miglior qualità di cura in un
percorso assistenziale che va dall’ospedale al territorio. A spiegare come funziona la Rete e quali
novità porterà nell’assistenza ai pazienti oncologici ed emato-oncologici è Rossana De Palma,
responsabile Area Qualità delle cure, reti e percorsi – Direzione generale Cura della persona, salute
e welfare della Regione Emilia-Romagna.
In Emilia-Romagna nasce la Rete Oncologica ed Emato-oncologica: perché innovare, con quali
obiettivi?
La Regione Emilia-Romagna ha raggiunto in questi anni un alto livello di qualità delle cure. Con la
Rete, però, facciamo una scommessa: costruire una rete che comprenda tutti questi centri e si
estenda a garantire un’assistenza di qualità anche a livello territoriale. Non più soltanto una qualità
alta nei singoli centri ospedalieri, ma una qualità alta di tutta l’assistenza, sia quella a livello
ospedaliero che quella a livello territoriale. Questo è un punto importantissimo perché oggi le
caratteristiche della popolazione sono cambiate. Abbiamo pazienti che non sono più solo acuti, ma
abbiamo tanti pazienti cronici che hanno patologie oncologiche per molti anni; quindi, hanno
bisogno di un’assistenza più consona alle loro esigenze.
Che cos’è la Rete?
La Rete è un modello organizzativo che coordina strutture ospedaliere e territoriali, con il compito
di assicurare la presa in carico del paziente erogando interventi e prestazioni all’interno di percorsi
di cura ben definiti. Il suo valore aggiunto è la gestione condivisa delle attività che permette di offrire
al paziente tutti i trattamenti indicati per la sua patologia senza frammentare le singole fasi del
percorso assistenziale. Ad esempio, la Rete collabora con i centri screening per quanto riguarda la
prevenzione, si occupa di inviare il paziente al chirurgo più indicato per il trattamento del suo
tumore, definisce assieme al paziente modalità e luogo dove continuare le cure specialistiche e le
visite di follow-up, collabora insieme ai medici di medicina generale nell’assistenza ai pazienti
oncologici a livello domiciliare e con la rete delle cure palliative per quanto riguarda
l’accompagnamento al fine vita.
Come funziona allora e a cosa serve la Rete?
In Emilia-Romagna abbiamo scelto di adottare il modello del Comprehensive Cancer Care Network
che ci permette di superare il concetto di un centro unico come modello di riferimento e di orientarci
verso la costruzione di una rete di centri di eguale livello. Nella nostra realtà, infatti, convivono e
collaborano Aziende Ospedaliero – Universitarie, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e
Aziende territoriali (Ausl) che in questi anni sono diventate strutture di eccellenza: la Rete intende
così migliorare ulteriormente e rendere più omogenea l’assistenza, valorizzando le strutture
esistenti. E’ più simile ad una rete delle reti.
La Rete serve a garantire omogeneità delle prestazioni e dei servizi erogati in tutto il territorio
regionale, a mettere in collegamento i singoli centri della rete con altre strutture, anche in altre
province. In altre parole, la Rete sceglie il posto migliore per trattare il paziente, per ottenere il
migliore risultato e poi fa sì che il paziente possa continuare le cure e l’assistenza vicino a casa. La
Rete serve ad avere una strategia unica per l’approccio al paziente che armonizzi non solo diagnosi
e trattamento, ma tutto il suo percorso assistenziale.
Oncologia di prossimità, telemedicina e ricerca sono tra le azioni innovative messe a punto dalla
Rete. Come cambierà l’assistenza per i pazienti? Ad esempio, è possibile immaginare che la
chemioterapia possa essere somministrata direttamente a domicilio?
L’oncologia di prossimità è una grande scommessa per il futuro dell’oncologia e dell’ematoncologia
e consiste nell’essere più vicini al domicilio del paziente, erogando una serie di servizi di
minore intensità o complessità di cura, a parità di condizioni di sicurezza e di qualità delle
prestazioni, anche nelle case di comunità e negli ospedali di comunità, elementi importanti della
riorganizzazione dell’assistenza territoriale. La Regione intende usare queste strutture, che saranno
costruite anche grazie ai finanziamenti del Pnrr, per essere più vicini al paziente. Certamente
porteremo in queste sedi l’erogazione delle terapie orali e di supporto e il monitoraggio dei
trattamenti, oltre ad esami diagnostici di bassa complessità. Se poi sarà possibile, porteremo le
terapie anche a domicilio, ma andranno valutate le condizioni di sicurezza da garantire al domicilio
del paziente.
Si parla di terapie innovative grazie anche a una rete strutturata per la ricerca. In cosa consiste e
quali sono i benefici per i pazienti?
La Rete Oncologica ed Emato-oncologica ha un’altra grande sfida da affrontare ed è quella di
costruire insieme una rete per cui non ci sia più il singolo centro che si fa carico di sperimentazioni,
ma a questa attività concorrono tutti i centri che rientrano nella Rete. I vantaggi per il paziente sono
certamente tanti, come la possibilità di accedere ai farmaci innovativi da ogni punto della rete.