Addio confezioni monouso dettati dall’Unione Europea. Coldiretti Mantova: in pericolo orticoltura locale

La proposta relativa al nuovo regolamento sugli imballaggi dell’Unione europea, che imporrebbe l’addio alle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chilogrammi, rischia di ripercuotersi anche sulle imprese del Mantovano.

È la denuncia di Coldiretti Mantova, che sottolinea i pericoli – dai maggiori costi all’obbligo di nuovi investimenti aziendali fino ai possibili sprechi alimentari – legati all’adozione di una normativa europea concepita contro filiere già fragili come quella dell’ortofrutta.

“Il nostro target di prodotto confezionato è rivolto a confezioni che vanno dai 90-100 grammi fino ai 500 grammi – spiega Giorgio Reita, direttore generale dell’azienda Guidolini Davide di Volta Mantovana, attiva sul mercato da oltre 50 anni e oggi, con 70 dipendenti, fra le più brillanti realtà nel settore delle ‘Baby Leaf’ come rucola, valeriana, lattughino verde e rosso, spinacino, con una sede anche a Bellizzi (Salerno) -. Qualora venisse imposto di rispettare un peso minimo di un chilo e mezzo per le confezioni monouso in busta dovremmo sostenere costi ingenti per rinnovare il layout aziendale, le linee di confezionamento, il packaging, i macchinari utilizzati per le operazioni di filiera, che oggi sono tarati per tipologie di peso di molto inferiori”.

Per non parlare, prosegue il direttore Reita, degli aspetti legati alla shelf-life del prodotto. “Se dovessimo passare a confezioni in busta di 1,5 chilogrammi – avverte – dovremmo fare i conti con una massa vegetale tale da non avere la stessa vita allo scaffale, con maggiori rischi in termini di sicurezza alimentare e di minore durata. Tutto questo comporterebbe una perdita di prodotto a un aumento degli sprechi alimentari”.

Dinamiche che, avverte Coldiretti Mantova, potrebbero avere ripercussioni anche in termini di calo dei consumi per prodotti insostituibili nelle diete bilanciate come quelli della verdura e della frutta, che nel 2022 hanno risentito di una contrazione delle vendite dell’8% per la frutta e del 10% per gli ortaggi, con un impatto negativo sulla salute.

Allarme anche per il vino. La direttiva impone poi – spiega Coldiretti – la standardizzazione delle bottiglie per il vino e la riduzione del loro peso, eliminando di fatto il formato magnum ma anche le tipologie più “importanti”, come ad esempio quelle necessarie per i grandi vini invecchiati, dal Barolo all’Amarone. Dal 1° gennaio 2030, il 10% delle bevande alcoliche immesse sul mercato deve inoltre utilizzare imballaggi inseriti in sistemi di riuso ma dal 1° gennaio 2040 tale soglia salirà al 25% dei prodotti immessi sul mercato. Per i vini, ad eccezione dei vini spumanti, è prevista una soglia del 5% a partire dal 1° gennaio 2030 che salirà al 15% entro il 1° gennaio 2040.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.