Incontri con gli autori: Massimo Bondioli a Rivarolo Mantovano ed Emanuele Bellintani a Mantova

Due nuovi incontri con gli autori Emanuele Bellintani e Massimo Bondioli che presenteranno rispettivamente i loro libri pubblicati don Editoriale Sometti, rispettivamente alla Cgl di Mantova e alla Fondazione Sanguanini di Rivarolo Mantovano.

Si parte con la presentazione del primo libro di Emanuele Bellintani, Terra non guerra, venerdì alle 17:15 nella sala Motta della Cgil, a Mantova in via Argentina Altobelli 5.
Con l’autore interverrà il giornalista Gianni Veronesi, nipote di Vittorio Veronesi, sindacalista assassinato il 17 maggio 1950 la cui vicenda viene ampiamente raccontata all’interno del romanzo.

Mantova, 1949: la guerra è finita ma le sue ferite non si sono ancora rimarginate. Nelle campagne bagnate dal Mincio lo scontro tra lavoratori della terra e agrari è senza esclusione di colpi: la povertà e le speranze di cambiamento da un lato e l’arroganza e il privilegio dall’altro, alimentano lotte sociali dure e imponenti, spesso brutalmente represse dallo Stato.
Il giovane bracciante Dialma vive in prima linea i quaranta giorni di agitazione insieme ai suoi compagni del sindacato e del Pci, con tutto l’entusiasmo e la spavalderia dei suoi ventitré anni; sarà proprio il suo carattere a metterlo nei guai e nel vortice di una storia più grande di lui. È l’inizio di una nuova guerra -fredda- il cui svolgersi nazionale e internazionale si riverbera fin sulle placide acque dei fossi della provincia.
Terra non guerra, il romanzo d’esordio di Emanuele Bellintani, è un racconto corale che scorre attraverso le vite, le passioni e le ribellioni di donne e uomini protagonisti di un passato dimenticato troppo in fretta, un cono d’ombra nella storia che torna prepotentemente a interrogarci.

Emanuele Bellintani (Mantova, 1982) è giornalista pubblicista, specializzato nello studio del movimento operaio e in critica musicale. Attivista politico e sociale, ha scelto di dedicarsi alla narrativa.

Mario Lodi e Piadena, la biografia del grande maestro e pedagogista curata da Massimo Bondioli.
L’autore è ospite venerdì 26 maggio alle 21:00 della Fondazione Sanguanini a Rivarolo Mantovano, nella splendida Sala dello Stemma di Palazzo Pretorio, in un incontro nel quale si approfondirà il rapporto tra Mario Lodi e don Lorenzo Milani di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.

Per una piena comprensione del pensiero e dell’azione di Mario Lodi non si può prescindere dal suo rapporto con Piadena, il paese in cui è nato e ha sempre vissuto, che egli amava definire il suo microcosmo.

A partire dall’immediato dopoguerra la sua esemplare attività di educatore si è intrecciata con l’impegno politico, amministrativo, di cooperatore, di organizzatore di cultura, segnando profondamente, grazie anche al suo carisma, la comunità piadenese da cui, a sua volta, ha tratto costante alimento e ispirazione. Lodi ha dimostrato che la scuola si può cambiare soltanto partendo dal bambino reale e che ogni autentico cambiamento sociale deve affondare le radici nella storia e nella vita concreta delle persone.

Le esperienze compiute nella piccola e appartata scuola di Vho, nel solco dell’attivismo e della pedagogia popolare, e i fermenti sociali e culturali che hanno caratterizzato Piadena per quasi mezzo secolo offrono ancora oggi preziosi insegnamenti e indicazioni di lavoro. Nel 1963 veniva pubblicato il suo primo “diario” didattico: C’è speranza se questo accade al Vho. Questo splendido titolo, che allora suonava come l’annuncio di una conquista, oggi sembra quasi un grido, un’esortazione a coltivare la speranza e la fiducia, nonostante tutto.

Nel centesimo anniversario della nascita di Lodi, questa ricostruzione biografica, frutto di un meticoloso lavoro di ricerca, affronta le varie sfaccettature del suo lungo impegno educativo e civile con l’intento di restituirne un’immagine a trecentosessanta gradi.

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