AGNESE PINI presenta il suo primo libro UN AUTUNNO D’AGOSTO “A ne vale la pena” lunedì 5 giugno auditorium Loria di CARPI

AGNESE PINI presenta Un autunno d’agosto. L’eccidio nazista che ha colpito la mia famiglia e il fascismo eterno degli italiani (Chiarelettere), lunedì 5 giugno alle ore 20:45 all’Auditorium “A.Loria” via Rodolfo Pio, 1 – Carpi di Modena, Conduce il giornalista Pierluigi Senatore.

Agnese Pini (Carrara, 1985), giornalista e da agosto 2019 è direttrice de “La Nazione”, prima donna ad aver ricoperto questo ruolo in oltre 160 anni di storia del quotidiano. Da luglio 2022 ha assunto anche la direzione de “il Resto del Carlino”, “Il Giorno” e “Quotidiano Nazionale”. Questo è il suo primo libro.

UN AUTUNNO D’AGOSTO

L’eccidio nazifascista che ha colpito la mia famiglia. Una storia d’amore mentre la guerra torna a fare paura.

UNA STORIA DI UMANITÀ E DI AMORE, PERCHÉ SOPRATTUTTO NEI MOMENTI IN CUI VITA E MORTE SONO COSÌ VICINI, L’UMANITÀ E L’AMORE ESCONO PIÙ FORTI CHE MAI. UN VIAGGIO TRA PASSATO E PRESENTE, TRA NUOVE GUERRE A UN PASSO DALL’ITALIA E OMBRE NERE CON CUI IL NOSTRO PAESE NON HA MAI DAVVERO FATTO I CONTI.

Estate 1944. Lungo la Linea gotica si consuma la parte più feroce della guerra in Italia, una serie di eccidi orribili per mano dei nazifascisti. A San Terenzo Monti, paese di poche centinaia di abitanti tra Liguria, Emilia e Toscana, vengono uccise senza pietà 159 persone, in prevalenza donne e bambini, l’esecuzione accompagnata dal suono di un organetto. Attraverso la storia della sua famiglia, con una scrittura intensa, viva e piena di grazia, una galleria di personaggi che diventano romanzeschi per la forza e l’umanità della narrazione, Agnese Pini ha scritto un grande romanzo civile, con il respiro universale dell’inchiesta-racconto che parla di noi e del presente.

“Una storia così” dice l’autrice “lascia un segno indelebile nelle famiglie che l’hanno subita, e appartiene a tutti i sopravvissuti e ai figli dei sopravvissuti. È una storia di umanità e di amore perché, soprattutto nei momenti in cui vita e morte sono così vicine, l’umanità e l’amore escono più forti che mai. L’ho sentita raccontare fin da quando ero piccola: la raccontavano mia nonna, mia madre, mia zia (nella foto di copertina), ma per molto tempo ho pensato che fosse un capitolo ormai chiuso della storia d’Italia e della mia storia personale. Grazie anche al lavoro che faccio, ho capito invece che quel capitolo era tutt’altro che chiuso, che lì si nascondono gli istinti più inconfessabili di ciò che possiamo ancora essere. L’ho capito con la guerra in Ucraina, vedendo come certi orrori si perpetuino sempre identici al di là delle latitudini e degli anni. E l’ho capito perché nel nostro paese c’è un periodo, il ventennio fascista, che ancora non riusciamo a guardare con una memoria davvero condivisa. La storia raccontata in questo libro può diventare allora un’occasione per tornare a ciò che siamo stati con una consapevolezza nuova.

Del resto la resistenza civile di un paese si può tenere viva solo restituendo verità e dignità al destino degli ultimi. Questo è un libro sugli ultimi ed è a loro che è dedicato, perché su di loro si è costruita l’ossatura forte e imperfetta di tutto il nostro presente, dunque anche del mio.”

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