Il turista buon conoscitore può cercare i prodotti-souvenir della Mantova golosa nelle gastronomie del centro cittadino come della periferia, sempre sicuro di poter trovare dell’ottima qualità per deliziare il palato.
Il centro ha diversi negozi e botteghe tipiche dove acquistare tante prelibatezze della cucina locale, dalla pasta fresca all’uovo come dai tortelli di zucca agli agnoli di carne dagli insaccati ai formaggi e i dolci da forno.
Partiamo subito dal Salame con l’aglio, spesso di provenienza artigianale o comunque di industrie mantovane che garantiscono un alto livello qualitativo.

Una specialità esclusiva da consumare in breve tempo è la Salamella mantovana (non salsiccia e/o salciccia che ha un altro impasto), eccellente condimento del risotto, o sulla brace da consumare come secondo piatto o nel panino.
Sempre più raro da trovare, ma ancora fatto in primavera, è il Salame di di lingua: un particolare salame di puro suino tipico della provincia di Mantova e più precisamente della zona dell’Oltrepò intorno al piccolo centro di San Benedetto. Il nome ne spiega piuttosto bene la composizione.
La gamma degli insaccati e dei salumi è ad ogni modo completa nelle botteghe che selezionano i due tesori per i quali l’intero territorio mantovano garantisce la Doc, stiamo parlando del Grana Padano (a sinistra del Po) e del Parmigiano Reggiano (a destra del Po).
- GRANA PADANO
Tutto comincia nell’anno 1000 d.C., in un’epoca in cui tante delle scoperte che oggi caratterizzano in modo ovvio la nostra vita quotidiana non sono ancora avvenute.
Nel Medioevo, gli uomini sono ancora del tutto condizionati dal clima e dall’ambiente in cui vivono e non possono che seguire i ritmi naturali e le leggi biologiche.
La fama del “Grana” prodotto nella zona padana si consolida nel tempo e ben presto esso diventa un formaggio pregiato protagonista dei banchetti rinascimentali di principi e duchi.
Tra le testimonianze documentate, se ne trova riferimento in una missiva di Isabella d’Este, consorte di Francesco II Gonzaga e marchesa di Mantova, che invia il rinomato formaggio in regalo ai suoi familiari, signori del ducato di Ferrara. È il 1504.
Grazie alle sue ricche proprietà nutritive alla sua lunga conservazione e alla non alterabilità delle sue caratteristiche alimentari e di gusto, il “formai de grana” diventa un importante alimento della gente di campagna, soprattutto durante le terribili carestie.
Il “grana padano” diventa così espressione di un’intera cultura sociale ed economica, trasversale alle sue classi, apprezzato sia dai ricchi e dai nobili, avvezzi ormai a una cucina piuttosto elaborata e raffinata, sia dai poveri le cui ricette quotidiane sono molto più semplici, ma tradizionali.
- PARMIGIANO REGGIANO
Il Parmigiano Reggiano è un formaggio a ‘pasta dura’, caratterizzato da un basso contenuto d’acqua e da una stagionatura che può variare da un minimo di 12 mesi e fino a ben oltre 30 mesi.
Viene prodotto nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova (alla destra del fiume Po) e Bologna (alla sinistra del fiume Reno). E’ il frutto di una tradizione molto antica, iniziata nel Medioevo dai monaci benedettini e cistercensi.
Sia la qualità dei suoi ingredienti che la modalità per la sua preparazione sono rimaste immutate nel tempo, tanto da rendere questa specialità unica e meritare la Denominazione DOP che ne tutela le caratteristiche.
Il Parmigiano Reggiano fa parte della tipologia dei formaggi a pasta dura, caratterizzati da un basso contenuto d’acqua (inferiore al 35% / 40%) e da una stagionatura che, a volte, può essere molto prolungata.
Il Parmigiano Reggiano acquista buona parte del carattere che lo contraddistingue durante la sua fase di stagionatura. Questa avviene in ambienti caratterizzati da un religioso silenzio, dove centinaia di forme riposano, ordinatamente adagiate su lunghi pianali in legno. Un riposo che, in accordo con il disciplinare di produzione, deve durare almeno 12 mesi.
Prima di essere commercializzate, le forme di Parmigiano Reggiano sono sottoposte ad una lunga ed accurata selezione al fine di garantire il massimo livello qualitativo.
Questa selezione viene condotta dal ‘battitore’, una figura professionale non dissimile da quella del sommelier che, grazie a una serie di strumenti del mestiere, esegue una serie di verifiche su ogni forma.
Tra esse, per l’appunto, la ‘battitura’, eseguita con il ‘martelletto percussore’, che permette di valutare la struttura interna della forma.
MOSTARDA MANTOVANA DI MELE CAMPANINE
Ai tempi dei Gonzaga, la Mela Campanina, era il frutto preferito per la preparazione della mostarda mantovana.
Come tutti gli altri tipi di mostarda, deriva da una preparazione tardo medievale e oltre a costituire l’ingrediente tipico dei tortelli di zucca mantovani, è anche un ottimo accompagnamento per i bolliti o in abbinata al Parmigiano Reggiano, Grana Padano o altri formaggi morbidi.
Inoltre, non vanno trascurati i prodotti della panificazione mantovana, quale ad esempio la chisulina, antenesiana dei crackers, le ricciole e il baule; questi ultimi cugini dei ferraresi.



Com’è dolce la città di Mantova con i suoi dolci da forno!
Dolce simbolo è sicuramente la Sbrisolona, o conosciuta anche Torta delle tre tazze, una rustica torta a lunga conservazione della quale da molti anni si è appropriata l’industria ed è diventata un simbolo nazional-popolare.
Per gustare ancora il sapore tradizionale, va cercata nelle fornerie artigianali della città e dei paesi.
Ancora esclusivi dell’artigianato dolciario sono l’Anello di Monaco e la torta Helvetia (o Helvezia): l’Anello di Monaco era e lo è ancora per molte famiglie mantovane, il tradizionale panettone che si mangiava e lo si trovava solo durante le feste di Natale. Oggi, è venduto ogni momento dell’anno.
La torta Helvetia, prende il nome da una specialità di provenienza grigionese (Svizzera), presenti a Mantova dalla seconda metà del ‘700.


Il menu tipico mantovano è dominato da tortelli e risotti: di zucca, con i funghi, con il pesce, con i saltarei (gamberetti di fiume).
Come nel vicino veneto, molto popolari sono anche i Bigoi con le sardèle – spaghetti al torchio conditi con acciughe.
Altro piatto tipico è il luccio in salsa ovvero, luccio lessato con peperoni, capperi, acciughe, olio d’oliva extravergine); mentre è prettamente invernale il cotechino con un’eccezione il 15 agosto per la Fiere delle Grazie.
Badate bene che in alcune di queste botteghe, oltre che acquistare, è anche possibile fermarsi a degustare direttamente i prodotti tipici locali soprattutto sotto i portici Broletto ed in altre vie del centro storico.
GB