I Gessi e le grotte dell’Appennino emiliano-romagnolo patrimonio mondiale dell’Umanità. Il riconoscimento a Riyad da parte del Comitato internazionale Unesco

Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna.

L’assessora Lori durante la seduta a Riyad
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Là dove una volta c’era il mare: sette siti dell’Appennino emiliano-romagnolo proposti per la candidatura a Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco

Dalla preistoria ai giorni nostri, testimonianza suggestiva dell’antica presenza del mare, là dove oggi si erge la catena appenninica. Sono le “aree carsiche gessose”, un fenomeno, unico, di straordinario valore non solo geologico, ma anche biologico, archeologico, storico e culturale, ora candidato al riconoscimento di “Patrimonio mondiale ambientale dell’umanità Unesco”.

Vena del Gesso Romagnola da Tossignano verso est. Foto Piero Lucci
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