14 NOVEMBRE, GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE. In Emilia-Romagna sono circa 264mila le persone affette: vince la carta della gestione integrata dell’assistenza

Un eccesso di zucchero (glucosio) nel sangue, che l’organismo non è in grado di riportare alla normalità e che può causare una serie di complicazioni anche molto gravi. È il diabete, nota malattia metabolica, di cui domenica 14 novembre si celebra la Giornata mondiale: in Emilia-Romagna interessa il 7% della popolazione, che significa circa 264.000 cittadini affetti da diabete mellito, di cui 900 bambini.

Per tutti viene attivato tramite il Servizio sanitario regionale un modello di assistenza a gestione integrata, in grado cioè di coinvolgere diverse figure professionali, sia dell’ospedale che del territorio, del sanitario e del sociale, le associazioni dei pazienti e il volontariato. Un modello in cui il paziente è un vero e proprio partner dell’équipe professionale.

Questa scelta, fatta dalla Regione, ha portato negli anni buoni risultati. Lo dimostrano i dati delle principali complicazioni associate alla patologia diabetica, oggi significativamente ridotte: mortalità (-2,5% rispetto al 2010), coma diabetico (-41,1%), cardiopatia ischemica (-23,7%), infarto (-13,3%), ictus (-21,9%), vasculopatie periferiche (-7,1%), amputazioni (-19,2%), complicanze oculari (-38,2%).

“All’interno del nostro Servizio sanitario regionale c’è sempre stata una particolare attenzione alla prevenzione e alla presa in carico delle persone diabetiche, in un’ottica di assistenza integrata– sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Abbiamo fatto scelte organizzative sulla base dei bisogni dei cittadini, diversificandoli per età e per tipologia di diabete. Il modello sta funzionando bene; l’obiettivo non è solo proseguire, ma migliorare ulteriormente i percorsi per i pazienti e le rispettive famiglie. Lavoriamo- aggiunge l’assessore- sempre più per una cultura organizzativa improntata alla condivisione e alla sinergia, orientata alla prossimità, alla domiciliarità”.

“Siamo inoltre particolarmente contenti- conclude Donini- perché, anche grazie al lavoro svolto insieme alla Federazione Diabete Emilia-Romagna, è stato rapidamente reso disponibile in regione il glucagone in polvere da somministrare per via nasale, farmaco recentemente posto a carico del Servizio sanitario nazionale, che può facilitare l’assistenza in emergenza soprattutto dei bambini e degli adolescenti”.

E proprio per tenere alta l’attenzione, e la prevenzione, su questa malattia, sono numerose le iniziative (consultabili nei rispettivi siti internet) che le Aziende sanitarie e Ospedaliere dell’Emilia-Romagna, anche in collaborazione con le associazioni dei pazienti, organizzano sul territorio in occasione della Giornata mondiale: dagli incontri con i professionisti a punti informativi, da convegni all’effettuazione di test di prevenzione.  Una Giornata che si celebra ogni anno il 14 novembre, nel giorno della nascita del fisiologo canadese Frederick Grant Banting: insieme a Charles Herbert Best scoprì l’insulina cento anni fa, nel 1921. Un traguardo fondamentale, che ha permesso di passare da una malattia mortale a una malattia controllabile.

L’assistenza ai diabetici in Emilia-Romagna

Dal Piacenza a Rimini, su tutto il territorio ci sono strutture dedicate per i pazienti con diabete, diversificate per età e tipologia (diabete mellito di tipo 1, che si manifesta già in età pediatrica, e di tipo 2, che insorge dopo i 35/40 anni).

Per i più piccoli, ci sono 11 Centri provinciali all’interno delle Pediatrie ospedaliere; per gli adulti, i Centri di riferimento sono 23 (hub), con più di 60 ambulatori decentrati sui territori per garantire la capillarità e la prossimità.

Per la maggior parte, gli ambulatori si trovano all’interno delle Case della Salute, punti di riferimento certi per i cittadini emiliano-romagnoli: qui ricevono risposta alla maggior parte dei propri bisogni, attraverso la garanzia dell’accesso e della presa in carico integrata e condivisa secondo il paradigma della medicina d’iniziativa. Questo significa che il medico di medicina generale si occupa di promozione della salute e si prende cura in maniera attiva dei pazienti, invitandoli a sottoporsi ai controlli e offrendo loro un insieme di interventi personalizzati. Interventi che, iniziando prima dell’insorgere della malattia, o prima che essa si manifesti o si aggravi, possano curarla nel corso degli anni e rallentarne l’evoluzione.

Nelle Case operano comunità di professionisti (medici di medicina generale, infermieri, specialisti, assistente sociale), secondo uno stile di lavoro orientato a programmi e percorsi integrati, tra servizi sanitari (territorio-ospedale), e tra servizi sanitari e sociali.  All’interno delle strutture sono presenti la medicina convenzionata, i dipartimenti territoriali e i dipartimenti ospedalieri (per esempio specialistica, riabilitazione), i servizi sociali, e la comunità nelle sue diverse forme singole e associate: paziente / caregiver / associazioni di pazienti, associazioni di volontariato.

Un’indagine effettuata attraverso un questionario anonimo, distribuito nei Centri Diabetologici territoriali e ospedalieri delle Aziende sanitarie della Regione Emilia-Romagna, ha evidenziato una buona soddisfazione dei pazienti in merito alle informazioni e all’educazione terapeutica ricevuta (90,5%) e alla gestione dei presidi ed altre tecnologie (85,3%). L’intenzione è di proseguire con queste modalità di programmazione partecipata, così da renderle sempre più operative nei singoli territori.

La Federazione Diabete ER

La Federazione Diabete ER (FeDER), che raccoglie 25 associazioni, partecipa alle decisioni sulle politiche regionali per la salute, in particolare alla programmazione, allo sviluppo delle linee di indirizzo, alla valutazione degli esiti, a indagini rivolte alla popolazione e a iniziative di informazione e comunicazione.

Con la partecipazione della FeDER sono stati realizzati numerosi documenti di indirizzo regionali sul diabete, per l’età pediatrica e l’età adulta, a garanzia della continuità dell’assistenza e dell’importanza del ruolo attivo del paziente e della sua famiglia, del bambino e dei suoi genitori nel percorso di cura. È stato organizzato inoltre il corso del “Cittadino Attivo e Competente”, coordinato dalla FeDER in collaborazione con la Regione. Si tratta della prima esperienza nel suo genere, a livello nazionale, voluta e fatta da associazioni di pazienti e da un’istituzione pubblica, con un obiettivo preciso: formare dei cittadini affinché svolgano un ruolo attivo nelle attività di presa in carico delle malattie croniche, nel caso specifico il diabete, collaborando nelle Case della salute e con le équipe multidisciplinari (infermieri, medici di base, pediatri, assistenti sociali) a sostegno dei pazienti e dei rispettivi familiari.

I farmaci: la nuova formulazione del glucagone in polvere

L’attento presidio sulla disponibilità delle cure farmacologiche ha consentito di arricchire ulteriormente l’armamentario terapeutico della Regione Emilia-Romagna con la nuova formulazione di glucagone in polvere per il trattamento dell’ipoglicemia grave negli adulti, negli adolescenti e nei bambini dai 4 anni in su con diabete mellito, da somministrare per via nasale. Questa formulazione, che è stata posta a carico del Servizio sanitario nazionale alla fine di ottobre, si affianca a quella iniettiva e può facilitare l’assistenza in emergenza ai bambini e adolescenti con diabete mellito, sia a casa che durante le attività scolastiche.

L’uso viene preceduto da un’adeguata formazione di coloro che lo somministrano, e dunque sanitari, operatori, caregiver, personale del mondo educativo-scolastico, per garantire appropriatezza, efficacia e sicurezza dell’intervento terapeutico in urgenza.

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