ALLA REGISTA CINEMATOGRAFICA AFGHANA SAHRAA KARIMI IL PREMIO IPAZIA INTERNAZIONALE ALL’ECCELLENZA FEMMINILE

Sabato 5 febbraio nella sala dell’Ex Chiesa San Salvatore di Genova (ore 16.00), il premio sarà consegnato alla regista Sahraa Karim, prima donna afghana ad aver conseguito un PhD in cinema (all’Università di Bratislava) e ad aver guidato l’Afghan Film Organization.

Il 13 agosto Karimi lanciò da Kabul un’accorata lettera aperta rivolta alla comunità cinematografica internazionale che ha commosso e mobilitato il mondo: “Vi scrivo col cuore a pezzi e con la profonda speranza che possiate unirvi a me nel proteggere il mio bellissimo popolo…”. Due giorni dopo riusciva a fuggire fortunosamente dal paese, occupato militarmente dai talebani. Ora è visiting professor al Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola nazionale di Cinema. 

Hava, Maryam, Ayesha

Il premio ideato e diretto da Consuelo Barilari propone quest’anno un’edizione Internazionale speciale dedicata alle Donne in Afghanistan. Carmen Lasorella introdurrà la giornata, con la partecipazione di ospiti istituzionali, giornalisti, critici e politici. La cerimonia di premiazione sarà preceduta da una tavola rotonda (ore 16.00) condotta da Maria Paola Profumo, già Pres. Musei del Mare del Mediterraneo, con la partecipazione della Pro Rettrice vicaria dell’Università degli Studi di Genova Prof.ssa Nicoletta Dacrema.  Aprirà gli interventi Marta Donzelli Pres. Fondazione Centro Studi di Cinematografia di Roma. Tra gli esperti e giornalisti presenti: Nico Piro, esperto di Afghanistan e inviato RAI 3; Ambasciatore Stefano Pontecorvo, Alto Rappresentate civile NATO in Afghanistan; Didi Gnocchi, filmmaker e produttrice 3DVideo; Rahel Saya, giornalista afghana; Patrizia Rappazzo, Dir. Sguardi Altrovi Film Festival; Sofia di Patrizi, Segreteria PD Genova; Arianna Cesarone, ANPI; Stella Acerno Amnesty International. Altri ospiti sono in via di conferma. A seguire (ore 17.00), Carmen Lasorella intervista la premiata e presenta proiezione del film di Sahraa Karimi Hava, Maryam, Ayesha (Afghanistan 2029, 86’ – Venezia 76). “Con questo film ho voluto raccontare la storia di tre donne del mio paese che cercano di cambiare la loro vita in una società tradizionale.” – dichiara la regista – “Storie vere che ho trovato viaggiando in molte città e villaggi afgani. Hava è l’esempio tradizionale di una casalinga afgana, Maryam è un’intellettuale, colta e di buona estrazione, Ayesha è un’adolescente della classe media. Tutte stanno cercando di non arrendersi alla società patriarcale imposta. Sono donne che non hanno avuto voce per molti anni e ora sono pronte a cambiare il loro destino.” 

Consuelo Barilari

“Questo è un anno speciale purtroppo per le donne afgane, sappiamo che tutte le donne sono in pericolo in quel paese.” – Dichiara Consuelo BarilariUna donna afghana oggi non può lavorare fuori casa e nemmeno fare altre attività se non accompagnata da un mahram, un parente, come ad esempio il padre, il fratello o il maritoÈ proibito trattare con negozianti uomini, essere visitate da dottori maschi o studiare in scuole, università, andare in bicicletta o in moto, portare tacchi alti, poter presenziare a trasmissioni radio e tv. È vietato lo sport, la musica, è obbligatorio il burqa, è vietato usare cosmetici, ridere ad alta voce. La violazione di qualsiasi di questi divieti è punita con la lapidazione e anche con la morte. Tutte le donne del mondo in un primo momento si sono indignate e hanno protestato in solidarietà e si sono impegnate con progetti e azioni concrete di aiuto. Poi anche l’atroce destino di queste donne col passare del tempo viene dimenticato ci si abitua a tutto. Viene dimenticato e passa in secondo piano. Il Festival dell’Eccellenza al Femminile crea una sezione speciale del Premio Ipazia Internazionale e lo dedica a tutte le donne che si vedono private della libertà e dei diritti in Afghanistan e lo attribuisce a una donna simbolo di tutte le altre, colta e coraggiosa, fuggita dal suo paese, una regista cinematografica che ha dedicato la sua opera in Afghanistan alle donne Sahraa Karimi.”

Questo è un Premio che il Festival consegna con la partecipazione e la solidarietà morale della cittadinanza attiva, delle associazioni culturali, organizzazioni politiche e della società civile, Il Premio sarà occasione di confronto pubblico con la partecipazione di molti ospiti per sapere di più e dibattere tutti insieme sulla situazione afghana e delle donne. Il Festival ha voluto dedicare alle donne afghane anche il Premio Ipazia alla Nuova Drammaturgia premiando l’opera teatrale Persefone nata a Kabul di Martina Zaccaro per portare anche a Teatro la nostra denuncia. A breve sarà annunciato anche il nome di chi riceverà, nello stesso giorno, il Premio Ipazia Nazionale

Sahraa Karimi

Sahraa Karimi ha vissuto e studiato in Iran fino all’età di 16 anni. A 14 anni entra nel mondo del cinema interpretando il film Daughters of the Sun di Maryam Shahriar. Dopo la sua seconda esperienza come attrice, in White Sleep di Hamid Jebali, inizia a interessarsi più profondamente al cinema. A 17 anni Karimi emigra in Slovacchia, dove si forma all’Academy of Performing Arts di Bratislava, fino a ottenere – prima donna afghana – un PhD in cinema. Durante gli studi realizzata oltre 30 cortometraggi. In seguito dirige i documentari Afghan Women Behind the Wheel, premiato in numerosi festival internazionali e trasmesso da Arte France e BBC; Parlika – A Woman in the Land of Men. Il suo lungometraggio d’esordio, HavaMaryam, Ayesha, tra i primi film indipendenti del cinema afghano, partecipa in concorso nella sezione Orizzonti alla 76a Mostra di Venezia, è premiato al Los Angeles Asian Film Festival e al Dhaka International Film Festival, ed è stato scelto dall’Afghanistan come candidato alla corsa all’Oscar. 

Hava, Maryam, Ayesha

Consuelo Barilari ha fondato il Premio Ipazia nel 2010 all’interno della V edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile, in collaborazione delle maggiori istituzioni locali e nazionali, con la volontà di onorare una o più figure femminili che con le loro opere e le loro carriere hanno contribuito all’affermazione della donna nei diversi settori della vita politica, economica, sociale, culturale e scientifica in Italia e nel mondo. Un comitato formato da giornalisti, docenti universitari e rappresentanti di Organismi Istituzionali propone ogni anno le donne a cui verranno consegnati i Premi. Negli anni passati il Premio è andato all’etoile Carla Fracci, a Elisabetta Pozzi (2011), attrice; Lina Ben Mhenni (2011), blogger tunisina candidata al Nobel per la Pace; Asma Maafoz (2011), blogger egiziana candidata al Nobel per la Pace; Maria Aronis (2012), chirurga greca; Maria Luisa Spaziani (2012), poetessa; Margarethe Von Trotta (2013), regista cinematografica; Eva Cantarella (2013), giurista e antichista; Ewa Lipska (2014), poetessa polacca; Emma Dante (2014), regista e drammaturga; Kannou Kalthoum (2015), magistrato tunisino; Valentina Cortese (2015), attrice; Haifaa Al-Mansour (2016), regista cinematografica saudita; Emma Bonino (2016), politica; ORLAN (2017), artista performer; Liliana Cavani (2017), regista cinematografica; Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (2018), collezionista d’arte; Ilaria Borletti Buitoni (2018), manager d’azienda e culturale; Monica Cirinnà (2019), politica; Zehra Doğan (2020), artista e attivista curda; Ilaria Capua (2020), scienziata; Carmen Lasorella (2020), giornalista. Il premio è una medaglia d’oro finemente cesellata da Maestri dell’arte orafa Ligure con l’effigie di Ipazia riprodotta dall’opera di Jules Maurice Gaspard (1908). Il Premio è stato creato già dalla Prima edizione appositamente dall’Antica Gioielleria Gismondi di Genova.  

Hava, Maryam, Ayesha

In linea con le iniziative portate avanti dall’ultima edizione del Festival e legate alle tematiche attuali dell’emergenza sanitaria e il suo impatto sul mondo della cultura e dello spettacolo dal vivo, il Festival ideato e diretto da Consuelo Barilari ha voluto offrire uno spazio di confronto pubblico nel quale presentare e discutere le nuove linee progettuali di genere in grado di innescare trasformazioni per il piano “next generation” e il rilancio in tempi rapidi e con nuove modalità. La XVII edizione del Festival ha così approfondito i diversi temi partendo da una rassegna teatrale tutta al femminile in residenza al Teatro Nazionale di Genova, con oltre 20 attrici dalle giovanissime alle più affermate e con diverse produzioni e coproduzioni create nella residenza teatrale presso la Sala Mercato del Teatro Nazionale di Genova. Due sono stati i grandi campi tematici di questo Festival, legati al Next Generation plan: i Luoghi del Teatro e il Luoghi della Cura, mai come in questo momento, punti di riferimento ideali in vista della ripartenza sociale e culturale del paese. Il Festival è sostenuto dal MIC – Ministero della Cultura, ha ricevuto il patrocinio e Media Partnership di RAI Liguria ed è stato realizzato in collaborazione con il Teatro Nazionale di Genova.  

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