THIS IS [NOT] END collettiva di 12 artisti all’AMBASCIATA D’ITALIA A BERNA del 22 marzo al 16 aprile 2023

L’Ambasciata D’Italia a Berna annuncia “This is [not] the End”, una mostra collettiva a cura di Valeria Ribaldi, promossa con il supporto Ambasciata D’Italia a Berna, nell’ambito del programma Residenza delle Arti, che sarà inaugurata mercoledì 22 marzo ore 18:00, in Elfenstrasse 10.

Durante l’inaugurazione interverranno:

L’Ambasciatore Silvio Mignano, Antonio Ereditato Professore Emerito di Fisica sperimentale all’Università di Berna e Presidente SAIS, Angelo Cricchi Editor in Chief IRAE e Valeria Ribaldi curatrice e photo editor di IRAE.

La mostra coinvolge 12 artisti, le cui 22 opere in esposizione aprono altrettante finestre su mondi, differenti visioni e modalità espressive di un gruppo di autori che ha partecipato a questo primo anno di vita del progetto editoriale IRAE Edition, rendendosi protagonista di un unico racconto collettivo.

Artisti:

ANDRECO, MATTEO BASILE’, ANGELO BELLOBONO, JORDI NELLO TABBI, NICOLA BERTELLOTTI, CAIMI PICCINNI, PAOLO CANEVARI, TIZIANA CERA ROSCO, CIRKUS VOGLER, GIACOMO COSTA, ANGELO CRICCHI, MICHELE GUIDO

Far dialogare arte e sostenibilità attraverso questa mostra, vuole essere un esercizio che ne riveli non solo una possibile estetica, ma che allo stesso tempo sia motivo di confronto per il pubblico su argomenti che spaziano dall’ambiente, all’eco consapevolezza, al territorio, ai rapporti umani, ai possibili stili di vita.

La consapevolezza di essere ormai arrivati ad un punto di non ritorno per il pianeta, dà d’altro canto la certezza di poter solo ricominciare dal grado zero, per questo l’operazione che Paolo Canevari ha fatto su IRAE#1 è stata di totale cancellazione e, con un gesto di rottura concettuale e catartico allo stesso tempo, ha ricoperto l’intera prima pubblicazione di uno strato di inchiostro nero. In questa mostra, invece, l’artista è presente con due opere della serie “Monuments of the Memory”, in cui utilizza l’olio esausto, materiale che incarna in maniera paradigmatica l’inquinamento, portandoci a riflettere sulla degenerazione provocata dall’uomo sull’ecosistema, attraverso la visione di paesaggi neri che richiamano le profondità dell’io.

La visione distopica di Giacomo Costa in “Atmosfera 22”, che realizza attraverso la sua tecnica artistica un paesaggio a metà tra realtà e finzione in cui l’urbanizzazione è sviluppata all’ennesima potenza, ci rimanda ad una possibile fine della civiltà che si esaurisce per uno sviluppo insostenibile; allo stesso tempo i luoghi abbandonati di Nicola Bertellotti, portatori di un’estetica completamente opposta, sono l’altra faccia di una stessa medaglia, quella in cui l’elemento umano è invisibile, assente perché fuggito, per necessità o per scelta.

Il paesaggio che cambia è un passaggio quasi obbligato quando si parla di rapporto tra uomo e ambiente e rimarca una tematica fondamentale nel concetto di sostenibilità e cioè quello di equilibrio globale tra ecosistemi e tra uomo e natura. Qui si inseriscono le opere dei due lavori ambientati sul territorio italiano, quello di Angelo Cricchi che racconta, fissando romanticamente attraverso il banco ottico, i mutamenti di un paesaggio a forte rischio idrogeologico, il delta del Po; e quello di Valentina Piccinni e Jean Marc Caimi che, durante una documentazione durata anni, con il lavoro “Fastidiosa”, hanno descritto i cambiamenti delle campagne pugliesi straziate dalla Xylella, di pari passo alle vite degli abitanti che ne hanno subito le conseguenze e che allo stesso tempo sono stati protagonisti delle soluzioni.

Lunare e straniante, invece, è lo scenario che emerge dal sogno lucido di Jordi Bello Tabbi popolato da figure solitarie in cui, la piccola pianta conservata in una teca di vetro, sarà allo stesso tempo premonizione e anticipazione della forza e spirito di sopravvivenza impersonate dall’albero circondato di pietre disegnato da

Andreco nell’opera “Struggle”. È il mondo vegetale infatti con la sua forza iconica e simbolica che farà da spartiacque e ci accompagnerà fino alla rinascita.

La trasformazione viene attuata in prima battuta da Michele Guido che, attraverso le sue serigrafie, cambia destinazione d’uso dell’oggetto rivista e lo porta ad essere opera a sé, smembrandolo e dandogli nuova vita sovrapponendovi soggetti e suggestioni tratte dal mondo vegetale. Elementi naturali vengono plasmati poeticamente dalle mani di Tiziana Cera Rosco il cui “Erbario dell’Emersione” è il risultato di un lungo lavoro fatto di alghe raccolte nell’Orto Botanico di Palermo, trasformate in opere d’arte dalle mani dell’artista.

Ed è dall’acqua che la figura umana finalmente torna facendosi natura, attraverso una donna, l’Ophelia, di Matteo Basilè, che vediamo immersa in un liquido amniotico, in uno stato di grazia estatico che ha tanto della sacralità del rito. Riti di passaggio e magia accomunano opere molto diverse come quelle di Angelo Cricchi sulla figura della mistica cristiana Ildegarda di Binden e Domina Herbarium di Cirkus Vogler lavoro di collage che si ispira alla figura di Matteuccia da Todi.

Infine la tela di Angelo Bellobono, è un’opera immersiva nata sulle montagne abruzzesi proprio durante la produzione di un servizio del magazine stesso, una tela, quella dell’artista in cui è racchiusa l’essenza della natura come forza portatrice di bellezza e rinascita.

This is [not] the End è un percorso che segue l’intento portato avanti da IRAE nell’ultimo anno e che va sempre più verso uno spirito di rinascita; perché, se è vero che il sonno della ragione genera mostri, allora è proprio la strada inversa quella che vogliamo percorrere: incuriosire, far accrescere la consapevolezza attraverso lo storytelling, ispirare nuovi modi di pensare, usare la bellezza come mezzo di cambiamento attraverso l’arte.

IRÆ Edition è un oggetto da collezione in forma di libro d’arte per guardare oltre il visibile, immaginando futuri e documentando il presente, attraverso i contributi di grandi firme del contemporaneo artistico, critico e fotografico e contenuti visuali che puntano ad una nuova estetica della sostenibilità.

IRÆ è un appuntamento semestrale attraverso le cui pagine si parla di ambiente in modo nuovo, una lente originale per osservare il presente, per scoprire e riflettere su visioni, distopie, disastri e infine immaginare e raccontare soluzioni.

IRÆ è un’originale serie editoriale pubblicata in inglese e italiano che propone un nuovo modo di fare community intorno alla sostenibilità, con protagonisti ogni volta diversi – poeti, scienziati, visionari, fotografi illustratori, pensatori – in grado di offrire approcci e contenuti di varia matrice per scandagliare il contemporaneo, e rispondere a un interrogativo su tutti “è questa la fine?”.

IRÆ, infatti, viene da “dies irae”: quel giorno del giudizio, quella fine sulla quale tanto si sta riflettendo, che vede coinvolti l’uomo, la natura e l’ecosistema messi da tempo e sistematicamente a rischio. E allora come raccontare il presente e come intervenire sul futuro?

IRÆ propone un inedito storytelling, lontano da facili risposte, ma anche da disfattismi e banali entusiasmi, attraverso una serie editoriale dove ogni numero diventa opera d’arte con uno special book a edizione limitata e monografico.

Il progetto IRÆ nasce grazie a Yourban 2030, un’associazione no profit fondata da un team di professionisti esperti in tematiche ambientali, sociali e culturali, che attraverso le sue attività ha come obiettivo quello di accrescere la consapevolezza sugli obiettivi dell’agenda 2030 usando il linguaggio artistico come strumento del suo racconto e facendo interagire artisti e nuove tecnologie in grado di impattare positivamente sul nostro ecosistema.

IRÆ Team: Editor in Chief and Creative Director Angelo Cricchi, Photo Editor Valeria Ribaldi, Fashion Director Simonetta Gianfelici, Executive Production Lostandfound Studio.

Yourban 2030: Founder and President Veronica De Angelis, Vice President Maura Crudeli, Account Manager Valeria Picchi.

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