Il Museo nazionale della pallacanestro, regalo di Basket City al Paese, e il Polo del patrimonio cinematografico, collegato alla Cineteca, nell’ambito del nuovo Polo tecnico-scientifico ‘Renato Zangheri’; il Giardino della Resilienza allo Scalo Malvasia, oggetto di rigenerazione urbana, e il Nuovo Laboratorio Aperto, per aumentare l’offerta culturale e civica con il coinvolgimento del terzo settore. Quattro progetti per rendere sempre di più Bologna la “Città della conoscenza”.
Per centrare obiettivi non più rinviabili: transizione ecologica e digitale. Ecco allora che un quartiere popolare rinasce come vero e proprio distretto culturale all’interno di un parco mentre i laboratori digitali avvicinano i cittadini all’utilizzo delle tecnologie e alla partecipazione democratica.
Iniziative previste nell’Agenda trasformativa urbana per lo sviluppo sostenibile (Atuss) del Comune di Bologna, presentata mercoledì 30 agosto nella Sala Savonuzzi di Palazzo d’Accursio dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dal sindaco Matteo Lepore.
La strategia del Comune è chiara sin dal nome che le è stato dato: “Bologna Città della conoscenza e dell’inclusione”.
Quella del Comune di Bologna è una delle 14 Atuss dell’Emilia-Romagna già approvate, che coinvolgono i 9 Comuni capoluogo, Cesena (con Mercato Saraceno, Montiano e Sarsina), il Nuovo Circondario Imolese, e le Unioni Bassa Romagna, Romagna Faentina e Terre d’Argine.
Si tratta di strategie territoriali integrate finanziate dalla Regione, rivolte alle città e ai sistemi urbani intermedi nell’ambito della programmazione dei fondi europei 2021-2027.
Nascono per contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima e della Strategia regionale Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Si caratterizzano per un approccio multisettoriale e multifondo (ricorrono, cioè, a diverse fonti di finanziamento). Altro aspetto rilevante è la programmazione condivisa con gli Enti locali e le comunità: la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti è ritenuta infatti la scelta più efficace per realizzare gli ambiziosi obiettivi di transizione ecologica e di trasformazione digitale.
“Bologna è una città che guarda all’avvenire facendo tesoro del suo passato- ha affermato il presidente Bonaccini-. Il museo del basket e l’archivio della Cineteca valorizzeranno la storia di questa comunità, ma al tempo stesso la proietteranno nel futuro, perché rappresenteranno nuovi luoghi della conoscenza e della socialità: crediamo infatti che sport e cultura siano strumenti di crescita sociale. Si tratta di progetti che non prevedono nuove costruzioni ma rigenerano il patrimonio esistente, ricucendo le periferie con il centro, investendo in formazione. La riqualificazione di un intero quartiere poi traduce in fatti l’idea che l’ambiente urbano possa essere strumento per l’innovazione e la coesione sociale”.
“Grazie a questi finanziamenti sarà possibile portare a termine progetti che vedranno la luce già nei prossimi mesi o il prossimo anno e contribuiranno a costruire un’offerta culturale di livello- ha spiegato il sindaco Lepore-. Verranno allestiti gli spazi dell’archivio della Cineteca, dedicato a Renato Zangheri, e anche le nuove sale multimediali al Museo del basket al PalaDozza, dove saranno realizzate diverse attività che vedremo presto. Entrambi sono luoghi che peraltro ricadono nella direttrice delle linee rossa e verde del tram, quindi saranno facilmente accessibili. In via dello Scalo/Malvasia stiamo per terminare un intervento importante di riqualificazione delle case “popolarissime” di edilizia Acer che inaugureremo nei prossimi mesi, e ridaremo vita anche agli spazi commerciali in quel quadrilatero che abbiamo recuperato dallo spaccio in seguito agli interventi delle forze dell’ordine e grazie a un grande lavoro sociale. E infine l’ultimo progetto è il completamento dei sottopassi di via Rizzoli e via Ugo Bassi, il 21 novembre inaugureremo il nuovo cinema Modernissimo e i fondi Atuss permettono a Bologna di avere oltre 3mila mq di spazi espositivi, accessibili da tutti, collegati a un cinema che sarà una perla internazionale”.
I progetti nel dettaglio
I quattro progetti prevedono investimenti per quattro milioni di euro con cui la città di Bologna
intende incrementare la propria attrattività attraverso attività di rigenerazione territoriale e
sviluppo del patrimonio culturale e turistico.
Il Comune contribuirà con risorse proprie per 800mila euro – pari al 20% del totale – per il resto potrà
contare sui 2,5 milioni dei programmi regionali FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e sui
700mila euro del FSE+ (Fondo Sociale Europeo Plus). I progetti si integrano con altri interventi per
la rigenerazione urbana, finanziati tramite fondi PNRR, che contribuiscano all’obiettivo “consumo di
suolo saldo zero”. Nello specifico, la strategia ATUSS si inserisce nel progetto strategico Città della
conoscenza finanziato dal PNRR attraverso i Piani Urbani Integrati ed attraverso il Piano Strategico
Territoriale Metropolitano.
- Il Museo del Basket Nazionale (MUBIT) sarà il primo in Italia dedicato alla cultura della
pallacanestro e sarà ospitato dagli ex uffici Coni opportunamente riqualificati, presenti in una
porzione del “PalaDozza”, il palasport di via Luigi Calori. Comprenderà aree didattiche per giovani,
scuole e famiglie, oltre che uno spazio eventi per incontri e presentazioni che promuovano il futuro
della pallacanestro. Non sarà però solo un’area museale, ma uno spazio innovativo con obiettivi
ricreativi e di intrattenimento.
Gli investimenti dell’Atuss, infatti, non riguarderanno la realizzazione dei locali del museo, la cui
predisposizione è già in corso, ma il suo allestimento con un’ampia zona espositiva interna,
completa di servizi, e un’area relax collocata sul tetto sopra il museo, affacciata verso la città alla
confluenza tra via Calori e piazza Azzarita. Lo spazio sarà utilizzato per attività di svago inerenti alla
pallacanestro e anche un impiego estivo della struttura.
Il costo complessivo della struttura ammonta a circa 1,2 milioni di euro. L’obiettivo è migliorare
l’attrattività dell’area, rendendola di interesse per turisti e appassionati di questa disciplina oltre
che per chi frequenta gli eventi, sportivi e non, della struttura. - Il nuovo Polo tecnico-scientifico ‘Renato Zangheri’ si inserisce invece nell’ambito della
riqualificazione complessiva dell’ex parcheggio Giuriolo, che grazie alle risorse PNRR darà vita ad un nuovo polo tecnologico per la conservazione, la digitalizzazione e il restauro del patrimonio
cinematografico e fotografico, affidato alla Cineteca di Bologna che ne farà la sua casa, oltre che
un luogo della memoria. Grazie ai fondi Atuss si acquisteranno gli arredi e le tecnologie (costo
previsto 1,45 milioni di euro) per quello che si candida a essere uno dei più grandi ed innovativi
archivi europei dedicato alla conservazione di pellicole, fotografie e documenti digitali (circa 90mila
film in diversi formati e 2,8 milioni di foto). Oltre al laboratorio di restauro e agli archivi, saranno
ospitate aree didattiche, una sala cinema, un’arena estiva sul tetto della struttura, un’area
espositiva, un punto bar-ristoro, un’area verde esterna in connessione con il quartiere, spazi
insomma che richiamino esperti, studenti, cinefili e cittadini in questa zona periferica della città.
Addentrandoci nei dettagli tecnici, il sistema per la conservazione delle pellicole sarà d’avanguardia
tecnologica, in particolare nella prevenzione degli incendi (attraverso la deplezione, ovvero la
riduzione, dell’ossigeno) e una struttura a basso impatto ambientale (attraverso un intreccio di
fattori come la ventilazione, la doppia pelle prevista sul lato sud della struttura, l’impianto
fotovoltaico, lo sfruttamento di energia geotermica). Il progetto prevede l’uso di fonti di energia
rinnovabile pari al 68% del fabbisogno annuale e una sostanziale autosufficienza energetica per la
stagione estiva. Il piano terra sarà dedicato a un primo punto di accoglienza del visitatore,
all’Archivio film e alla sala di proiezione. Al secondo piano dell’attuale parcheggio ci sarà il
laboratorio L’Immagine Ritrovata. Sulla copertura uno spazio per le proiezioni all’aperto. - Il progetto Giardino della Resilienza verrà attuato all’interno del comparto di case popolari
compreso tra le vie Malvasia, Pier de’ Crescenzi, Casarini e dello Scalo denominato Scalo Malvasia,
composto da circa 500 appartamenti su edifici di sette piani, separati da ampi spazi verdi e
attualmente oggetto di un intervento di rigenerazione urbana, già finanziato dal Bando
Rigenerazione Urbana 2018 della Regione Emilia-Romagna con 7 milioni di euro.
L’intervento in questione, che si inserisce nella strategia del Piano per l’Abitare del Comune di
Bologna “riduzione delle disuguaglianze nei caseggiati popolari”, riguarda il potenziamento della
coesione sociale e il miglioramento della qualità della vita, con particolare attenzione ai più giovani, in un contesto cittadino con alto tasso di fragilità socioeconomico e culturale.
Attraverso la coprogettazione con enti del terzo settore e cittadini gli spazi verdi diventeranno un
dispositivo pubblico, aperto e didattico; in particolare l’edificio chiamato “Padiglione” ospiterà
attività laboratoriali, centri di ascolto e orientamento al lavoro, corsi di formazione.
La presenza costante di animatori culturali avrà il compito di creare e/o rafforzare reti di sostegno
e favorire il coinvolgimento nella vita collettiva – sociale e culturale – di fasce sempre più ampie della popolazione residente. L’attività educativa e di ascolto sarà uno degli strumenti di coesione sociale e di trasformazione dell’identità del luogo.
Saranno utilizzati anche i negozi vuoti, di proprietà pubblica, ospitati dal comparto. Il tutto con un
investimento di 875mila euro (di cui 700.000 come contributo regionale con fondi FSE+). - Il progetto del Nuovo Laboratorio Aperto, infine, mira ad accrescere l’offerta culturale e civica
rivolta alla cittadinanza, con il coinvolgimento del terzo settore, attraverso il sostegno diretto e la
digitalizzazione di luoghi fisici cittadini dal grande valore simbolico e culturale: l’Innovation Urban
Lab, le sale corsi e conferenze in Sala Borsa, l’Esedra e il Sottopasso Rizzoli. I laboratori aperti
insomma sono chiamati a valorizzare i “contenitori” citati anche attraverso la presentazione di
progetti del Comune, le mostre interattive, la condivisione con i cittadini dei cambiamenti che
avvengono in città, visite guidate, rassegne culturali, percorsi laboratoriali per gli studenti. Saranno
investiti oltre 400 mila euro.
La digitalizzazione prevista consentirà poi ai cittadini di beneficiare di un accesso sempre più ampio ai servizi pubblici -attraverso siti, portali e applicazioni – per facilitare le azioni quotidiane e rendere gli strumenti digitali alla portata di tutti.
Le ATUSS regionali
Le ATUSS coinvolgono le città e i sistemi territoriali urbani e intermedi, comprese le Unioni di
Comuni con popolazione superiore ai 50mila abitanti e in possesso di determinati requisiti. Tra
questi, nel caso delle Unioni di comuni, una sufficiente grado di maturità istituzionale e gestione
associata delle funzioni più strettamente connesse all’elaborazione e attuazione di programmazioni
strategiche. In tutto, le ATUSS sono 14: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara,
Forlì, Ravenna, Rimini, Cesena (con Mercato Saraceno, Montiano e Sarsina), Nuovo Circondario
Imolese, Unione Terre d’Argine, Unione Bassa Romagna, Unione Romagna Faentina.
Ad esse si affiancano, con strategie diverse perché diverse sono le aree e le esigenze, le Strategie
Territoriali Integrate per le Aree Montane e Interne (STAMI), che invece coinvolgono le aree e i
territori più fragili e periferici dell’Emilia-Romagna, cioè gli Appennini e il Basso Ferrarese. Obiettivo
di queste ultime è contrastare i divari territoriali, garantendo ovunque opportunità e servizi di
prossimità, valorizzando identità e potenzialità dei singoli territori e dei singoli luoghi per attivare
nuovi processi di sviluppo. Anche per le STAMI è previsto un percorso di investimenti, con
un’assistenza tecnica dedicata che in queste realtà può rivelarsi decisiva.
Una delle peculiarità delle strategie ATUSS è la possibilità di programmare in modo diretto e
integrato i fondi strutturali europei, a partire da FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e FSE+
(Fondo Sociale Europeo Plus). Risorse da coordinare e ottimizzare anche per massimizzare gli effetti
degli investimenti del PNRR.
Complessivamente sono a disposizione risorse per 114,5 milioni di euro grazie alla programmazione
dei fondi europei FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e FSE+ (Fondo Sociale Europeo Plus)
2021-2027 che, considerando i cofinanziamenti locali, mobiliteranno investimenti per oltre 164
milioni.
Nelle loro strategie, Comuni e Unioni hanno presentato 109 proposte: 14 riguardano le comunità
digitali, 25 le infrastrutture verdi e l’energia rinnovabile, 52 la rigenerazione urbana, i percorsi
cicloturistici, la cultura, 18 l’inclusione sociale e l’orientamento dei giovani.
Le 14 strategie sono già state approvate dalla Regione. Sono già state presentate alla cittadinanza
prima di quella di Bologna le strategie di Modena, Unione delle Terre d’Argine, Piacenza, Rimini,
Parma, Circondario Imolese, Reggio Emilia e Ravenna.
Gli obiettivi della strategia ATUSS del Comune di Bologna
La visione della strategia si incardina nell’idea di Bologna città della Conoscenza, con interventi che
portino alla nascita di nuovi luoghi della conoscenza anche al di fuori dal centro cittadino.
In questa logica si inseriscono i progetti di recupero e rigenerazione di luoghi pubblici come le aree
dismesse in via Giuriolo e al PalaDozza, la prosecuzione dei laboratori aperti in diverse aree
cittadine con la nuova programmazione di eventi formativi e culturali, le azioni di inclusione sociale
nel comparto di edilizia popolare Scalo Malvasia con la valorizzazione del parco e del Padiglione e
di diverse attività che lo trasformino in un distretto culturale da mettere in rete con gli altri.
Gli edifici dismessi trasformati in strutture eco sostenibili non solo diventano attrattivi
turisticamente, ma favoriscono la coesione sociale e l’ascolto delle esigenze dei più fragili; il loro
successo è legato alla capacità che l’amministrazione dovrà avere nel coinvolgere cittadini, terzo
settore e associazioni nel co-progettare e poi gestire gli spazi a disposizione della comunità.