BONDENO DI RONCORE – “L’eredità di Matilde nei territori della bassa pianura”

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di Mendes Biondo

Ci stiamo avvicinando sempre più alla ricorrenza della morte della Grancontessa Matilde di Canossa avvenuta a Bondeno di Ròncore (Re) il 24 luglio 1115.
A venti giorni da questa data, 4 luglio 2015 a partire dalle ore 9:30, nell’attuale corte Bondanazzo di Reggiolo ci sarà l’appuntamento clou; l’intera giornata sarà dedicata al Convegno Internazionale di Studi Storici Matildici dal titolo  “L’eredità di Matilde nei territori della bassa pianura” con la partecipazione di ricercatori e studiosi europei e americani nonché la presentazione dei 139 documenti autografi di Matilde tradotti dal latino.

Documenti e lettere

Se la certezza della morte di Matilde ci viene dall’essere stata per un certo periodo (10 mesi) al Bondeno di Roncore – da lei già visitato nel 1077, insieme al Papa Gregorio VII, come accredita una Bolla Papale emessa dal pontefice l’11 febbraio di quell’anno – il successivo trasformarsi del toponimo in Bondanazzo è la diretta derivazione dall’idronimo antico (Bondeno-Bondenacium) nei secoli, verso il 1400-1500 come ci rivelano numerosi documenti. Gli studi e le ricerche dei proff. Vito Fumagalli, Giuseppe Sissa, Aldo Zagni, Franco Canova, nonché gli scritti dello storico settecentesco mantovano, G.B. Visi, portano tutti nella direzione di una lenta forma di decadimento del toponimo. La stessa zona, comprensiva di terreni reggiani all’epoca ma anche mantovani, inglobava nell’alto Medioevo un migliaio di biolche (= oltre 300 ettari) rese a coltura fra i due Bondeni storici: quello detto di Arduino e quello di Roncore: documentati insieme solo nel 1110, in un atto matildico (vedi P. Torelli, Regesto Mantovano, Roma 1914). Quello di Roncore, citato anche in precedenza (1038, 1042), doveva dunque inglobare anche il secondo, quello di Arduino, così chiamato dal vassallo fedele di Matilde, Arduino Da Palude di Rocca Falcona (S. Genesio di Fabbrico) e dal ripetersi nella stessa sua famiglia del nome Arduino (cfr. Genealogie di Tiraboschi, Fumagalli, Bougard ecc. riprese da Canova ne Gli Statuti reggiolesi del sec. XIII). Che il primo preceda il secondo lo si accerta anche dalla nota dei Beni, Castelli e Pievi che stilò la Chiesa di Reggio nel sec. XI, in cui sono compresi beni della Chiesa stessa e possessi di Bonifacio Canossa, non sempre tenuti a titolo di enfiteusi ma in alcuni casi occupati con la forza. La corte Bondeno, senza specificazione, è presente poco prima di quella detta Ronco Episcopi, che finì per essere invasa dal marchese di Canossa e poi definitivamente aggregata alla corte Bondeno che da lì prese a chiamarsi di Roncore. Distinti così i due Bondeni dal 1110, è nel primo di essi, quello di Roncore, che si stabilì nell’ultimo anno di vita la marchesa viceregina d’Italia (1111-1115), ricevendo i suoi vassalli, i sacerdoti, i vescovi di Reggio e Mantova, gli abati di San Benedetto in Polirone e del monastero francese di Cluny. Nella raccolta di documenti matildici (Cfr. Monumenta Germaniae Historica di Elke e Verner Goez) in corso di traduzione e già pubblicato (Fontanili, Canova, Santi…) compare con chiarezza in nota che il Bondeno antico di Roncore è quello dove morì Matilde, che in seguito venne a chiamarsi Bondanazzo di Reggiolo.

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Al convegno saranno moderatori dei professori che interverranno il Dott. Angelo Spaggiari quale Presidente della Deputazione di Storia Patria di Modena-Reggio Emilia e la Dott.ssa Daniela Ferrari quale Direttrice dell’Archivio di Stato di Milano.

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Nella mattinata il programma prevede interventi da parte del Professor Paolo Golinelli dell’Università di Verona, del Professor Bruno Andreolli dell’Università di Bologna. Dopo una breve pausa interverranno i Professori Pierpaolo Bonacini dell’Università di Bologna e Franco Canova della Deputazione Storia Patria Reggio Emilia.

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Nel pomeriggio, a partire dalle 15.00, discorreranno della tematica matildica i Professori Stefano Degli Esposti dell’Università di Tuscia ed Elke Goez ricercatrice storica MGIT di Monaco (DE), la Dott.sa Michèle Spike della William & Mary University Virginia (USA), la Dott.sa Sveva Gai del Museo Arcidiocesano, il Professor Maurizio Fontanili dell’Accademia Virgiliana e il Prof. Giordano Formizzi dell’Università di Verona.

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