di Mendes Biondo
Vi ricordate quell’abitazione di Pisa che ospita il murales di Keith Haring? Bene, perché oggi il quartiere Lunetta di Mantova ha emulato quell’abitazione e ha riempito cinque diversi palazzi con un’opera di street art realizzata rispettivamente dagli artisti Bianco-Valente, Corn79, Etnik, Perino & Vele, e Vesod.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Mantova e realizzata in collaborazione con Caravan SetUp, Gruppo Tea e DiGi Project, è stata presentata oggi sotto il titolo di “Without Frontiers. Lunetta a colori” da Simona Gavioli e Giulia Giliberti che hanno spiegato ai presenti tecniche e significato delle opere realizzate in compagnia del Sindaco Mattia Palazzi e degli Assessori della giunta comunale.
Bianco-Valente
Hanno sviluppato nel quartiere Lunetta il progetto “Come il vento” realizzato in Libano nel 2013. Dopo aver trascorso alcuni giorni a contatto con gli abitanti del quartiere, gli artisti hanno realizzato una scritta in metallo, che verrà posizionata sul tetto di un condominio che dice: “ti voglio conoscere”.
Corn79
L’artista ha realizzato un’opera che è un richiamo al Rinascimento nel suo significato più profondo di uscita dal buio, di rinascita nuova vita, la vita di uno spazio pubblico che vuole rigenerarsi attraverso azioni concrete di cittadinanza attiva.
La circolarità al centro dell’opera come perfezione rivoluzione, un’esplosione creativa di elementi astratti che richiamano visioni inconsce, forme primordiali di energia che simboleggiano la forza indiscussa dell’arte nella vita dell’uomo.
Etnik
Anche gli agglomerati urbani che caratterizzano lo stile di Etnik, si arricchiscono di una serie di elementi tratti dalla Mantova rinascimentale. All’interno dei volumi compaiono le texture e i fondamenti architettonici del tessuto urbano rinascimentale e gli elementi naturali sono ispirati ai cieli rappresentati negli affreschi di Palazzo Te e Palazzo Ducale.
Perino & Vele
Sul progetto di Lunetta gli artisti affermano “attraverso il nostro wall painting, il crollo metaforico dei muri che separano centro e periferia di Mantova è realizzato con un sistema simbolico […]attraverso i nostri simboli immaginativi apriamo uno spazio metaforico di speranza, nella quale risiede anche la possibilità di un recupero generalizzato della dimensione urbana e di una vita associata più civile e giusta.
Fabio Petani
L’opera di questo artista si è sviluppata in un’area di una superficie triangolare nella quale si inseriscono gli elementi geometrici tipici del suo lavoro intersecati alla sagoma architettonica del porticato a volte della Magna Domus. La silhouette di una felce entra a far parte della composizione per dare movimento e sinuosità terminando al centro di un tondo che rappresenta in modo stilizzato all’estremo l’oculo visibile nella Camera del Sposi.
Vesod
L’immagine di una figura che protegge un bambino in fasce con alle spalle il cielo nuvoloso evoca l’emozione della nascita di un figlio, ma anche quella della rinascita del genitore. La scelta di rappresentare il bambino fasciato e un cielo vorticoso fanno diretto riferimento ad alcune opere rinascimentali.