La 173a edizione della “Bigolada” di Castel d’Ario (MN), ovvero, Bigoi e sardele cucinati sulla pubblica piazza, si svolgerà come di consueto il mercoledì delle Ceneri, primo giorno di Quaresima, che quest’anno cade il 22 febbraio. L’evento torna nella sua veste tradizionale.
A partire dalle ore 10:30 e fino al calar del sole, alle 18:00 circa, verranno cucinati sulla pubblica piazza e serviti i bigoli con le sarde (in dialetto “bigoi e sardèle”), cioè spaghetti conditi con acciughe.
La festa è contornata da numerosi eventi colaterali. Ad animare il pomeriggio saranno I Tre Amigos di Radio Pico. Saranno presenti come di consueto decine di bancarelle e funzioneranno anche le giostre presso il luna park. Non mancherà inoltre la gara che premia il più veloce nel mangiare un’abbondante porzione di bigoli senza mani, che verrà incoronato “Re bìgol”, mentre la prima donna classificata sarà “Regina Sardèla”.
In questo contesto, è stata allestita una mostra fotografica “La Bigolada dalla protesta alla festa” presso l’oratorio di Castel d’Ario a cura del gruppo culturale Amici del Castello. Prevista anche una visita guidata alla Chiesa della Madonna Assunta. Presso il Teatro del Popolo in Piazza Garibaldi sarà invece allestita la mostra Arte nascosta “Giuliano Ferrari”, a cura di Società Operaia Castel d’ario APS.
In caso di maltempo la manifestazione verrà rinviata a sabato 25 febbraio 2023.
Per informazioni: 388.9360005
- Per conoscere meglio la tradizione…
La tradizione risale al 1848. A quel tempo veniva distribuito vino, aringa e cospettoni con polenta, sostituita a partire dal 1920 con i bigoi. Oggi, si tratta di una grande festa godereccia, ma quando iniziò volle significare una forte ribellione al potere politico e religioso, nel tentativo di infrangere le regole di una rigida separazione fra le classi sociali.
I bigoi vengono cotti nei paroi, (paioli), posizionati in piazza Garibaldi, conditi con acciughe, tonno e olio sembra poca cosa al confronto di costosi carri allegorici approntati in altre città, ma la presenza di migliaia di persone, pur essendo un giorno lavorativo, che a partire dalle ore dodici fino a sera aspettano con pazienza il piatto povero, è sorprendente.
I fattori che contribuiscono al successo di questa manifestazione sono, oltre al gustosissimo cibo, la singolare coreografia dei cuochi rossi in viso, i grossi focolari con gli enormi paioli e l’occasione di ritrovarsi uniti a festeggiare in semplicità.
Tutto si conclude al tramonto, e poi si rientra nei ranghi, anche se il digiuno sarebbe uno spregio all’eccellente gastronomia locale.
Come ogni anno verrà riproposto il libro DALLA PROTESTA ALLA FESTA – LA BIGOLADA – DI CASTEL D’ARIO (Ed. Sometti), che descrive la bigolada dal 1848 ad oggi, con grande lavoro di ricostruzione storica e fotografica di Sandro Corezzola, che guida il lettore alla scoperta dell’origine della manifestazione.
La festa ebbe origine l’8 marzo 1848. La Società del Carnevale (prima società casteldariese, una pro loco antelitteram) si fece portavoce del ceto degli affittuari, artigiani e commercianti esclusi dal potere politico perché non possidenti e, non tenendo conto dei divieti, promosse per il Mercoledì delle Ceneri una pubblica “…diffusione al popolo di polenta, aringhe, cospettoni e vino piccolo”. Sotto l’aspetto conviviale si celavano forti tensioni sociali, come si può riscontrare nei numeri del settimanale “Il Pellagroso” che nel 1885 dava alla manifestazione un significato politico a sostegno del movimento operaio e contadino, e un significato anticlericale “…venite nel paese dei dannati profanatori della Quaresima…” Con il passare del tempo si attenuò il significato politico, ma la festa continuò ad essere considerata un affronto alle pratiche della Chiesa che imponeva il digiuno. Certamente un piatto di polenta e aringa, e più tardi (forse nel 1921) i “bigoi con le sardele” non erano piatti grassi, ma il carattere festaiolo fu sempre osteggiato. Il regime fascista impose di spostare la data all’ultimo giorno di carnevale (come in tutti gli altri paesi), ma dopo il conflitto si tornò al giorno tradizionale. Nel 1970 la chiesa concesse una particolare dispensa per gli abitanti di Castel d’Ario e per coloro che si trovavano nel paese il mercoledì delle Ceneri.
La bigolada è una manifestazione esclusiva capace di far ricordare alle persone di oggi le radici della storia democratica, i primi raduni di braccianti, il motto “la boie”, le lotte organizzate rivestite in una festa singolare.