A BERGAMO PRIMO INTERVENTO AL MONDO DI RIMOZIONE DI ANEURISMA SU PAZIENTE DI 79 ANNI, DA SVEGLIO

Un intervento di rimozione di aneurisma all’aorta addominale di cui, sino ad oggi, non c’era traccia nella letteratura scientifica perché il paziente non è stato addormentato, ma sedato con un’epidurale. È stato portato a termine con successo all’Ospedale Papa Giovanni XXIII dall’equipe guidata da Stefano Pirelli, direttore della Chirurgia vascolare.

FONTANA: NOSTRA SANITÀ SEMPRE PIÙ ALL’AVANGUARDIA, GRAZIE E COMPLIMENTI ALL’EQUIPE

Un signore 79enne è stato operato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per un intervento eccezionale ed unico nel suo genere. Mentre i chirurghi rimuovevano un’endoprotesi aortica addominale impiantata anni prima e ricostruivano il tratto di aorta grazie a una nuova protesi chirurgica, l’uomo è rimasto sveglio per tutto il tempo, circa un’ora e mezza. Gli anestesisti hanno fatto al 79enne la sola anestesia peridurale. Troppo alti i rischi dell’anestesia generale per sedare il paziente, che era affetto da una severa patologia respiratoria e non poteva essere intubato. A dieci giorni dall’operazione, il paziente sta bene e racconta di non aver provato dolore durante l’operazione. I medici del reparto di Chirurgia vascolare prevedono di dimetterlo in settimana.

“Le nostre cure – dichiara Fontana – sono sempre più all’avanguardia e sempre più adattabili alle condizioni in cui versano i singoli pazienti. Siamo solo all’inizio, ma sicuramente la strada è quella giusta”.

“Tanti complimento davvero al dottor Pirrelli – conclude il governatore – alla sua equipe e a tutte le persone coinvolte in questo intervento”. 

Da sinistra: Mario Mezapesa, Stefano Pirrelli, Lorenzo Grazioli

Certo i dubbi c’erano. Il paziente può rimanere sveglio per interventi addominali del tratto inferiore di altro tipo – spiega Stefano Pirrelli -. Ma l’intervento di rimozione dell’endoprotesi addominale è uno degli interventi più complessi di chirurgia vascolare. C’è il rischio di lacerazione dell’aorta e a volte si rende necessario ricostruire vasi renali e viscerali. Il clampaggio dell’aorta comporta un rischio di ischemie, uno sforzo a carico del miocardio e conseguenti possibilità di disfunzioni cardiache. Avremmo dovuto quindi effettuare la rimozione della protesi e la sua sostituzione entro un’ora e mezza circa. Una lotta contro il tempo. Con un paziente anziano. E soprattutto sveglio”. 

Casi clinici eccezionali come questo sono il risultato di un recente potenziamento dell’ambito cardiovascolare che oggi ci permette di affrontare il trattamento chirurgico dell’aneurisma dell’aorta lungo tutta la sua estensione e cioè sia a livello toracico, sia addominale – ha rimarcato Fabio Pezzoli, Direttore sanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Un’attività clinica resa possibile dalla preparazione dei nostri anestesisti e rianimatori, che hanno sviluppato competenze di alto livello su tutte le patologie cardiache e cardiovascolari, grazie ad un approccio dipartimentale multidisciplinare presente in pochissimi ospedali in Italia”.  
 

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