Il picco degli sfollati ha raggiunto quota 1.792 persone: è il numero maggiore nell’ultimo decennio. Già riparate quasi tutte le rotture degli argini. L’impegno della Regione in difesa del suolo: le somme investite e gli interventi, realizzati, in corso o progettati. Meteo: per oggi, mercoledì 10 maggio, diramata una nuova allerta rossa
Dall’1 al 3 maggio, in Emilia-Romagna “ci siamo misurati con un evento meteo eccezionale che ha colpito maggiormente le province di Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna e Modena. Un evento straordinario già per la configurazione meteorologica che l’ha originata e che ad oggi porta a stimare in almeno 1 miliardo di euro i danni. Abbiamo bisogno di strumenti speciali per rispondere alla situazione, non basta più agire per via ordinaria con le ordinanze del passato. È necessario un Decreto-Legge speciale, lo stesso provvedimento che ha visto assegnare alla Regione Marche 400 milioni di euro per l’ultima alluvione”.
Così Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, ha aperto oggi la sua relazione in Assemblea legislativa.
“Ogni evento ci consegna un portato importante di riflessione, prima di tutto il cordoglio per la perdita di vite umane: a nome del presidente Bonaccini e dell’intera Giunta regionale– ha proseguito la vicepresidente-, mi stringo alle famiglie delle due vittime che hanno perso la vita a Castel Bolognese e Fontanelice. A loro va tutta la nostra vicinanza, il nostro cordoglio”. “Il pensiero è rivolto anche a chi ha perso i ricordi e il frutto delle fatiche di una vita. Massima attenzione anche ai risvolti sociali ed economici che l’emergenza porta con sé. Tutti insieme dobbiamo sentire il senso della responsabilità collettiva di assumere scelte nell’interesse dei territori, con un impegno comune ai vari livelli istituzionali per accrescere la sicurezza e a ridurre il rischio”.
Un evento straordinario, dunque. E i numeri forniti dalla vicepresidente lo testimoniano: ventitré corsi d’acqua in piena, di cui 14 hanno superato contemporaneamente i livelli d’allarme; 15 rotte di difese spondali, oltre 140 frane in Appennino che si affiancano a dissesti minori. Tutto ciò causato da piogge concentrate e amplificate, soprattutto sulla fascia collinare, e ininterrotte per circa 48 ore: le più intense cadute sull’intero territorio regionale per due giorni consecutivi dal 1997 e le più intense nella stagione primaverile dal 1961, con cumulate che in media si verificano ogni 100 anni, in alcune stazioni di rilevazione, 200.
Di fronte a quanto stava accadendo, “si è attivato immediatamente, lo voglio ricordare ancora una volta, l’intero sistema di Protezione civile dell’Emilia-Romagna. Inoltre- ha proseguito la vicepresidente-, considerate le condizioni di particolare criticità, il 3 maggio il presidente Stefano Bonaccini ha fatto richiesta al Governo per lo ‘Stato di mobilitazione nazionale’. Richiesta immediatamente accolta dal ministro Musumeci, cui ha fatto seguito la dichiarazione di stato d’emergenza nazionale”.
Ma l’emergenza non è finita: dopo le criticità idrauliche, vanno affrontare quelle idrogeologiche, con il meteo che prevede per i prossimi giorni nuove piogge in arrivo, sulle stesse aree, a partire da mercoledì.
La priorità è la sicurezza delle persone: in vista del riattivarsi delle piogge, la Regione ha garantito ai comuni tutto il supporto tecnico operativo necessario, anche attraverso i Vigili del Fuoco e le Forze Armate, per effettuare tutte le evacuazioni necessarie, anche in via preventiva.
“Dopodiché inizieremo quanto prima le attività di ricognizione analitica dei danni, anche per poter disporre di ulteriori risorse finanziarie necessarie per affrontare le criticità aperte. Già oggi, comunque, possiamo stimare almeno un miliardo di euro di danni”, ha concluso la vicepresidente.
Che cosa è successo
Le rotte degli argini
La situazione ha generato diffusi sormonti delle sommità degli argini, che sono stati all’origine di rotte delle stesse. Complessivamente se ne sono contate 15 tra minori (anche di argini golenali) e maggiori. Nove quelle solo nel bolognese.
Le brecce principali sono avvenute sul fiume Lamone, con esondazioni che hanno interessato gli abitati di Bagnacavallo e Faenza; sul fiume Sillaro, con esondazioni che hanno interessato gli abitati di Spazzate Sassatelli, Sesto Imolese e Sasso Morelli, in comune di Imola, e Conselice; sul fiume Quaderna, con interessamento degli di Selva Malvezzi, in comune di Molinella e della località Sant’Antonio, a Medicina; sul Senio, con interessamento dell’abitato di Castel Bolognese.
- Le criticità idrogeologiche
Alle criticità idrauliche, si uniscono quelle idrogeologiche con oltre 140 frane importanti in 40 Comuni dell’Appennino, a cui si uniscono almeno 100 dissesti secondari. Le condizioni di maggiore criticità si riscontrano nel forlivese-cesenate, dove 6 strade provinciali sono interrotte. Solo a Modigliana, il comune più colpito, sono state censite 44 frane di cui almeno 11 di grandi proporzioni. Sono in corso i sopralluoghi sulle situazioni più complesse, per definire le prime ipotesi di intervento di messa in sicurezza.
A Dovadola, la frana sulla Strada comunale per Montepaolo ha portato all’evacuazione di 19 cittadini, tra cui gli ospiti di una comunità di persone fragili e 8 Suore Clarisse dell’Eremo Santuario Montepaolo. Stamattina il sindaco ha emesso l’ordinanza di evacuazione anche per i residenti nei pressi del dissesto in località Trove. A Predappio si contano due frane significative, a Porcentico e a Predappio Alta.
Nel bolognese, particolarmente colpita è la valle del Santerno con i comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice, dove una grande frane si è abbattuta su un casolare portando alla morte di un uomo di 78 anni. Dissesti diffusi sono stati segnalati anche a Monzuno e Monterenzio.
Nel ravennate, dove varie viabilità risultano interrotte, è in corso la mappatura degli episodi di dissesto, con sopralluoghi via terra e riprese aeree. Finora si sono contate 72 frane.
Anche a Modena il livello delle acque a Fossalta è stato del tutto eccezionale, con una piena che a valle della Cassa ha fatto registrare livelli più alti del 2009 e appena inferiori a quella del 2020.
A scopo precauzionale sono stati quindi chiusi al transito il ponte di Navicello vecchio sul Panaro, oltre a ponte Alto e ponte dell’Uccellino sul Secchia.
I lavori di sicurezza idraulica svolti, e il contributo del fiume Tiepido nel favorire il deflusso e lo scolo delle acque, sono stati fondamentali per evitare ulteriori criticità.
- La situazione al 9 maggio
Al verificarsi delle rotte, l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile si è immediatamente attivata per procedere nel tempo più rapido ai ripristini degli argini.
Nel bolognese, sul Sillaro sono state chiuse due brecce: in via Tiglio a Sesto Imolese e in via Merlo, a Spazzate Sassatelli, dove l’argine sta per essere ricostruito con telonatura e palancole. Ieri (lunedì) sono partiti i lavori di sistemazione della breccia nei pressi di Sasso Morelli che si è verificata lungo un argine privato.
Sul Quaderna, tutte le 3 rotte sono state risolte. Lo stesso, già nei giorni scorsi, per le tre sul Gaiana dove si sta procedendo anche con le opere di rinforzo arginale prevede in conclusione entro stasera.
Riparata anche l’ultima rottura relativa ad una coronella dell’opera idraulica Cardinala.
Nel ravennate, sul Senio, la breccia arginale in località Biancanigo (Castel Bolognese) è stata chiusa; per una seconda rotta sono in corso le operazioni di sistemazione.
Domenica sono inoltre iniziati i lavori per risolvere la falla sulle difese del Marzeno, che ha provocato gli allagamenti a Faenza. In esecuzione anche le attività di chiusura sull’argine del Lamone, esondato in prossimità di Boncellino (Bagnacavallo).
Sul Santerno si sono verificate criticità tra S. Agata sul Santerno e Cà di Lugo: si stanno svolgendo le opere di sistemazione.
La macchina della Protezione civile
Di fronte a quanto stava accadendo, si è attivato immediatamente l’intero sistema di Protezione civile dell’Emilia-Romagna.
Dal 1° maggio sono state emesse 8 allerte e diramati 15 Documenti di monitoraggio, per seguire l’andamento delle piene e dei colmi previsti sui bacini regionali. Allerte, superamenti di soglia idrometrica e documenti di monitoraggio sono stati comunicati ai soggetti del sistema di protezione civile con l’invio di circa 38.300 sms. Contestualmente, sono stati rilanciati sui canali social ufficiali di AllertaMeteoER, Twitter e Telegram, con circa 40 post.
L’emissione della prima allerta ha coinciso con l’attivazione del H24 del Cor (Centro operativo regionale) che che ha lavorato ininterrottamente per coordinare la macchina operativa, così come le Sopi (Sale operative integrate) e i Coc (Centri operativi comunali). I CCS (Centro Coordinamento dei Soccorsi), convocati e coordinati dalle Prefetture, hanno attivato tutte le forze statuarie, Vigili del fuoco, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Esercito, in stretto raccordo con il Dipartimento nazionale di Protezione civile.
L’Agenzia regionale per la protezione civile ha attivato inoltre il volontariato che, sulla base di richieste specifiche da parte di Enti Locali e strutture operative, è stato mobilitato per garantire il presidio nell’ambito delle realtà territoriali di riferimento e a supporto dei territori colpiti. In particolare, nell’immediatezza dell’evento le squadre dei volontari emiliano-romagnoli hanno operato per la sorveglianza e il monitoraggio delle arginature, oltre che per le sacchettature; successivamente con mezzi e moduli per rischio idraulico per la rimozione dei detriti e la pulizia delle aree allagate.
La sola Colonna mobile regionale ha garantito circa 20.000 sacchi di sabbia, 9 insacchettatrici, 86 moduli per il rischio idraulico, 40 moduli AIB con 3 autocarri con cisterna a supporto, 3 mezzi bobcat, 22 motopompe, 12 torri faro carrellate, 180 teloni in pvc. Predisposti anche 200 posti letto per assistenza alla popolazione.
In seguito allo stato di mobilitazione richiesto il 3 maggio dal Presidente Bonaccini, dal 4 maggio sono operative sul territorio anche le Colonne mobili delle Regioni Veneto, Lombardia, Marche e Liguria oltre al volontariato delle organizzazioni nazionali: resteranno fino a giovedì. La Colonna mobile della Toscana ha terminato la sua attività domenica.
In tutto, da extra regione si è garantito finora un supporto di oltre 922 giornate-uomo di lavoro; a queste si uniscono le circa 3 mila dei volontari emiliano-romagnoli, per un impegno complessivo di oltre 4mila giornate-uomo.
Gli sfollati
Complessivamente, gli allagamenti e le frane hanno comunque determinato il maggior numero di sfollati causato da un’emergenza almeno degli ultimi 10 anni: il picco è stato di 1792 persone e ad oggi risultano ancora evacuati oltre 900 cittadini fuori dalle proprie abitazioni: la maggior parte, 588, nel ravennate dei quali 500 a Faenza e 60 a Castelbolognese; 225 nel bolognese tra i quali 150 a Imola, 23 a Medicina e 28 a Fontanelice; 97 nel forlivese-cesenate con 56 a Modigliana e 41 a Dovadola; altri 5 a Fiorano, nel modenese. E i numeri sono destinati ancora ad aumentare nelle prossime ore. Per l’intera giornata di domenica, infatti, la vicepresidente Priolo ha tenuto quattro incontri, con ognuno dei territori interessati all’emergenza.
La dichiarazione dello stato d’emergenza
Dopo la richiesta dello stato di mobilitazione (3 maggio), il giorno successo il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza. Sui 16 milioni e mezzo richiesti, all’Emilia-Romagna è stato assegnato un primo stanziamento di 10 milioni per le spese più urgenti di soccorso e assistenza della popolazione, oltre che per le opere si somma urgenza.
Nella serata di ieri, con ordinanza n. 992 del Capo Dipartimento di Protezione civile, il Presidente Stefano Bonaccini è stato nominato come Commissario Delegato per la gestione dell’emergenza e si sta attivando la ricognizione degli interventi pubblici necessari per il soccorso e l’assistenza alla popolazione oltre che per il ripristino dei servizi. Si tratta di una valutazione fondamentale per capire l’effettivo impatto dell’evento calamitoso e ottenere ulteriori risorse finanziarie necessarie per affrontare le criticità aperte, accompagnare il ritorno alla normalità con i risarcimenti dovuti e assicurare tutto il sostegno necessario a cittadini e imprese. Già oggi si può comunque stimare l’ammontare dei danni in almeno 1 miliardo di euro.
Effetto Stau
In termini tecnici, per spiegare quanto è accaduto, si parla di Effetto Stau: le piogge si sono concentrate e amplificate – in modo inusuale – non sui crinali, bensì sulla fascia pedecollinare e di pianura per l’interazione tra la catena Appenninica e l’incontro tra due masse d’aria: la prima umida sud-orientale, proveniente dall’Adriatico; la seconda con correnti più fredde nord-orientali.
Tutto questo ha determinato accumuli di precipitazioni rilevanti, in particolare sulla zona collinare tra la prima pianura e i 1000 metri di quota, nelle province di Bologna e Forlì-Cesena; precipitazioni che sono continuate senza sosta per circa 48 ore. È stata proprio la durata dell’evento a portare valori complessivi così alti di acqua caduta – oltre 200 millimetri – su una porzione molto estesa di territorio.
Già ora, si può dire che le precipitazioni registrate sono state le più intense rilevate sull’intero territorio regionale per due giorni consecutivi dal 1997, e il più intenso nella stagione primaverile dal 1961 (inizio della serie storica). La cumulata nelle 24/48 ore hanno raggiunto valori di tempo di ritorno superiori a 100 anni in numerose stazioni, con picchi localmente superiori ai 200 anni, determinando un afflusso di acqua lento ma costante, e con volume molto cospicuo alla rete idrografica.
In questo scenario si sono registrate le piene di 23 corsi d’acqua, con 138 superamenti di soglie idrometriche di livello 2 e 3. Per la prima volta, 14 corsi hanno superato contemporaneamente i livelli d’allarme in numerose sezioni fluviali: Panaro, Lamone, Montone e Marzeno, oltre al Reno e
ai suoi affluenti: Samoggia, Lavino, Idice, Quaderna, Gaiana, Sillaro, Navile-Savena Abbandonato, Santerno e Senio.
Guardando agli ultimi 10 anni, si tratta di un evento senza precedenti, di portata superiore – per numero dei fiumi e torrenti coinvolti – a quelli finora più intensi del febbraio 2015 e novembre 2019 (rispettivamente 8 fiumi per emergenza). Nel 2019, massimo storico precedente, si è manifestata una pioggia cumulata areale di poco superiore ai 100 millimetri in 48 ore, con una distribuzione dei picchi più spostata verso la zona di crinale appenninico, dove le stazioni hanno registrato valori puntuali anche molto superiori ai 200 millimetri: valori frequenti sul crinale, ma al contrario rarissimi nelle aree interessate dall’evento in corso.
Le piene hanno interessato anche il reticolo minore e di bonifica, in particolare la piena del Ravone, piccolo torrente che dai colli bolognesi attraversa tombinato in più tratti la città di Bologna, ha causato allagamenti localizzati a causa dell’ostruzione della tombatura in corrispondenza di via Saffi, con interruzione della viabilità cittadina.
Le previsioni meteo
Oggi (9 maggio) è stata emessa una nuova allerta rossa per criticità idraulica e idrogeologica nelle aree di pianura bolognese e romagnola, oltre che per la collina bolognese, ravennate e forlivese. Ciò in ragione delle numerose vulnerabilità ancora in atto sul territorio interessato dagli eventi del 2-3 maggio.
Allerta arancione invece per la costa e la montagna romagnole, la montagna emiliana centrale e bolognese, la collina emiliana centrale e la pianura modenese.
Nella giornata di domani, mercoledì 10 maggio, si prevedono infatti piogge diffuse e persistenti su tutto il territorio regionale, anche a carattere di rovescio, con cumulate elevate sul settore centro-orientale. Si prevedono piene su tutti i corsi d’acqua del settore centro-orientale della regione, con possibile occupazione delle aree golenali, interessamento degli argini e difficoltà di smaltimento delle acque nel reticolo idrografico minore e di bonifica. Potranno verificarsi diffusi fenomeni franosi e di ruscellamento lungo i versanti, più probabili nel settore collinare/montano centro-orientale