MUSEO DIOCESANO MANTOVA – UNA NUOVA COLLEZIONE PERMANENTE DI MONETE ANTICHE

Domenica 20 marzo alle ore 16 al Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova (Piazza Virgiliana) si inaugurano alla presenza del prefetto Carla Cincarilli, due mostre: LA COLLEZIONE NUMISMATICA PIETRO ZAPPA e LE OPERE DI CESARE LAZZARINI.

Le splendide sale del Museo Francesco Gonzaga che già da tempo accolgono prestigiose raccolte di dipinti, paramenti sacri, avori, oggetti preziosi e armature sono pronte ad ospitare un’interessantissima collezione di monete.

Il museo, infatti, esporrà in permanenza nella sezione degli avori, una meditata selezione di monete antiche (una sessantina delle quattrocento), raccolte con competente passione da Pietro Zappa e in sua memoria donate all’associazione Mirabilia dalla consorte, Elena Albertini.

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Le monete sono in prevalenza romane dell’età repubblicana; le accompagnano esemplari della precedente età ellenistica e della seguente età imperiale che grazie allo schermo tattile si potranno osservare su entrambi i lati.

Inoltre, sarà disponibile un catalogo minuziosamente curato da Bruno Cavallaro e Daniele Lucchini, “Nel soldo di Roma. Monete romane del museo Francesco Gonzaga di Mantova” (Finisterrae, 2016).

A seguire si inaugurerà la mostra dedicata alle opere di Cesare Lazzarini, visitabile fino al 10 aprile 2016

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Hanno scritto di lui:

«Da questi disegni emerge ancora una volta la pietas dell’artista, la sua cifra più autenticamente umana, quel suo stare istintivamente e razionalmente dalla parte degli oppressi.» Benvenuto Guerra, 1989

«Nel trattare della Resistenza ora ci soccorre un grande ‘narratore’ di fatti storici: i disegni di Lazzarini per loro natura escludono le parole logorate, spengono le tentazioni dell’ironia, riducono al loro senso originario i fatti e le ferite.» Rinaldo Salvadori, 1989

«Il disegno di Lazzarini si dispiega attraverso un filo: un filo nero che scorre sul foglio bianco e che va guardato attentamente. È un turbinoso bianco e nero che sconvolge, che impaurisce. Sul foglio tutto è luce e c’è appena un filo di contorno. Un fatto completamente nuovo.» Aldo Borgonzoni, 1989

«La prima cosa che Cesare tiene a sottolineare è che non si tratta qui di “fare delle illustrazioni”, quanto piuttosto di realizzare un itinerario di ricerca che ha al centro le emozioni. Dietro il suo lavoro sta ovviamente una competenza tecnica importante: tra le sue “intransigenze” ricorda la sottolineatura di una didattica dei mezzi espressivi e delle tecniche grafiche.» Monica Ferrari, 2011

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Cesare Leonbruno Lazzarini nasce a Mantova il 10 gennaio 1931. Le prime opere del 1947 e 1948 mostrano già un’indiscutibile originalità e l’autonomia da correnti e scuole che caratterizzano tutta la sua attività artistica.  Esordisce nel 1951 esponendo a una collettiva alla Casa del Mantegna a Mantova. Negli anni Cinquanta insegna all’Istituto Statale d’Arte di Mantova, e partecipa alla Biennale di Venezia del 1956. Negli anni Sessanta si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, tornando poi a Mantova, dove si dedica all’insegnamento di discipline storico-artistiche nelle diverse scuole della città e della provincia, arricchendo in tal modo la propria esperienza artistica con diverse sperimentazioni didattiche. Nel corso della sua vita, Lazzarini affianca costantemente la propria attività di scultore a quella di disegnatore e di pittore, ma anche la poesia e la letteratura sono per lui campi di esercizio e di ricerca. La vasta gamma delle tecniche che Lazzarini utilizza e la sua inesausta sperimentazione formale gli consentono di esplorare espressioni artistiche che spaziano dall’artigianato orafo all’arte sacra, dalla ricerca storica alla interpretazione esistenziale e poetica. L’artista si spegne nella sua casa di Mantova la notte del 27 dicembre 2010. Dagli anni Cinquanta le sue opere sono state esposte in rassegne personali e collettive italiane e straniere ottenendo premi e consensi di pubblico e di critica. Nel 1956 partecipa alla XXVIII Biennale Internazionale di Venezia, nel ’57 alla Mostra Triennale di Milano, nel ’59 merita il primo premio Crogiolo d’Oro di Vicenza, nel 1960 espone al Premio Internazionale di Pittura d’Albissola Marina, nel ’61 espone al Premio nazionale Marzabotto della Resistenza. Negli anni Sessanta collabora a Bologna con il Gruppo 63, pubblicando per Scheiwiller e Geiger. Impossibile elencare tutte le manifestazioni pure significative a cui Lazzarini è invitato dagli anni Settanta: basti rammentare che nel 1981 realizza interpretazioni artistiche dell’Eneide, delle Bucoliche e delle Georgiche nell’ambito del Bimillenario Virgiliano (esposte ed edite) e nel 1985 espone a Mantova (Palazzo della Ragione) la personale Mantova: una città e la sua memoria.

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Sue sculture monumentali sono state realizzate per Mantova e provincia: fra esse, va ricordato almeno il Monumento al Vecchio, statua in bronzo realizzata nel 1990 per la Casa di riposo “Mazzali”, a Mantova. Le sue opere si caratterizzano per una grande abilità di tratto e per una inesauribile vena inventiva che lo porta a combinare insieme motivi tratti dal mondo umano e da quello naturale, ottenendo a questo modo composizioni dinamiche e preziosamente articolate. Nelle sue opere pittoriche e scultoree esprime tormento, ansia e una profonda indagine psicologica ed esistenziale.

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