PARCO URBANO DEL TE: COLDIRETTI MANTOVA INVITA IL COMUNE A SCEGLIERE I VIVAISTI DI CANNETO SULL’OGGLIO

Planting tree

È inevitabile e, da un certo punto di vista, corretto che il futuro di un’area verde urbana all’interno della città, a ridosso del centro storico del capoluogo virgiliano e che si sviluppa a ridosso di uno dei monumenti simbolo di Mantova come Palazzo Te, sia al centro del dibattito politico.

Ci si riferisce al nuovo Parco del Te che è stato presentato su Facebook sabato 17 aprile da Emanuele Bortolotti di AG&P greenscape (che ha curato il progetto insieme ad un nutrito gruppo di esperti) e dai sindaci di Mantova Mattia Palazzi e di Firenze Dario Nardella (da poco anche Presidente di Eurocities, la più importante rete delle città europee).

In sintonia con le nuove tendenze dei parchi in Europa, il progetto prevede pedane per lo yoga, mini palestre, aree gioco per bambini, arene per didattica all’aperto, scacchiere giganti, tavoli da ping pong, campi da bocce, giardini fioriti, anello per correre, fontane a raso e giochi d’acqua, panchine, e soprattutto tanto verde, a partire dagli alberi – che saranno 274 -, un ampio giardino da vivere tra attività da palestra e giochi, dalle bocce alla didattica, dai giochi d’acqua a 950 roseti.

Coldiretti Mantova, nella consapevolezza di essere a livello locale e nazionale l’organizzazione più rappresentativa degli agricoltori, intende offrire il proprio contributo dialettico.

È noto, anche dal punto di vista scientifico, che città più verdi migliorano la qualità dell’aria e della vita in generale, contribuendo persino ad abbattere i livelli di stress.

Riguardo alla progettazione e alla realizzazione del parco urbano del Te, Coldiretti Mantova invita gli amministratori a privilegiare alberi ed essenze allevate nel Distretto vivaistico Planta Regina, il cui presidente Paolo Arienti è nostro associato.

Il distretto produttivo di Canneto sull’Oglio è, in particolare, uno dei più rilevanti a livello nazionale e fra i leader in Europa nella produzione di latifoglie.

Così facendo, si otterrebbe un altro beneficio: una sostenibilità non soltanto ambientale (è ben diverso trasportare piante per una quarantina di chilometri, anziché coprire centinaia di chilometri, senza avere peraltro le medesime sicurezze sul piano fitosanitario), ma anche economico, con un beneficio che ricade sul territorio provinciale.

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