IL TEMPO RITROVATO, ULTIMO WEEKEND PER VISITARE LA MOSTRA DI PIO TARANTINI

Ultimo weekend per poter visitare la mostra di Pio tarabìntini “Il tempo ritrovato”, nel nuovo spazio espositivo dedicato alla fotografia d’autore Lab 1930 di via Mantova 21 a Milano.

P.Tarantini, Cassettiera#Lettere, 2014, stampa c-print su Dibond, 61×74 cm

La mostra, curata da Elena Carotti, presenta dieci opereotto fotografiche, sei dalla serie Imago, più Cassettiera#Lettere e Cassettiera#Pellicole, proposte insieme alle due cassettiere originali in legno e plexiglass in un gioco di rimandi tra bidimensionalità e tridimensionalità.

Le fotografie della serie Imago presenti in mostra riassumono la riflessione sul concetto di “tempo dilatato”, fondamentale nel percorso di ricerca fotografica dell’autore, attraverso la tecnica del mosso: immagini dal grande impatto poetico dove la figura umana, sempre femminile, quasi evanescente, fluttua occupando l’intero spazio scenico, sia quando si muove in un interno casa sia quando il dialogo è direttamente con la natura.

Narrazioni immaginarie dove i corpi non confliggono con le quinte del racconto ma rimangono sospesi in totale armonia, come se danzassero. 

P.Tarantini, Cassettiera#Lettere, 2014, stampa c-print su Dibond, 61×74 cm

La mostra si completa con le due opere Cassettiera#Lettere e Cassettiera#Pellicole, dove due vecchi cassetti da tipografia diventano contenitori della memoria: nel primo gli spazi dove erano riposti i caratteri in piombo contengono frammenti di vecchie buste e lettere di corrispondenza privata, mentre nel secondo sono custoditi frammenti di pellicole a passo ridotto di film personali o famosi.

La fisicità delle due cassettiere – i fogli ingialliti, stropicciati, le buste delle lettere coi francobolli da 50 lire, posta semplice o espresso, Europa o Italia, l’inchiostro, i frammenti di pellicola, le foto di Charlot, Stan Laurel e Oliver Hardy, il tutto incasellato ordinatamente come se fosse possibile riavvolgere il passato, imprigionare il flusso dei ricordi che scandiscono i tempi delle narrazioni, pubbliche e private – rimanda al bisogno dell’autore di trovare un tempo dilatato capace di estendersi tra il passato e il futuro.

Dopo la mostra di Pio Tarantini, la programmazione di Lab 1930 proseguirà dall’8 novembre al 20 dicembre con la mostra “Pigre divinità e pigra sorte” della fotografa Alessandra Baldoni (inaugurazione martedì 8 novembre dalle 18 alle 20).

P.Tarantini, Cassettiera#Pellicole, 2014, cassettiera tipografica  in legno e Plexiglass  con frammenti di pellicola, 73,5x83x7 cm, esemplare unico

Pio Tarantini. Nato nel 1950 nel Salento, vive e lavora a Milano dal 1973. Inizia ad esporre nei primi anni Settanta e ad oggi i suoi lavori sono stati presentati in spazi espositivi pubblici e privati in Italia e all’estero. Dal 1995 al 2017 tiene il corso di Fenomenologia degli Stili presso l’Istituto Europeo di Design di Milano e dalla sua esperienza didattica nasce il volume Fotografia. Elementi fondamentali di linguaggio, storia, stile, pubblicato nel 2010 da Edizioni Favia (Bari).

Tra il 1987 e il 1997 partecipa al progetto editoriale sui beni architettonici e ambientali Archivio dello Spazio della Provincia di Milano e al progetto di Sociologia Visuale Photometropolis presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Milano Bicocca.

Dal 2003 al 2009 è esponente di punta della Galleria Fotografia Italiana Arte Contemporanea di Milano per la quale diventa caporedattore della pubblicazione trimestrale “Pagine di Fotografia Italiana”.

Nel 2014 pubblica Fotografia araba fenice (Edizioni Quinlan, Bologna) e nel 2020 BuonaDomenica#. Appunti di un fotografo, perplesso, nel gran circo del mondo.

Dal 2019 al 2021 dirige la rivista semestrale “FC- FOTOGRAFIA E – È – CULTURA”.

Attualmente tiene conferenze e workshop su vari aspetti del linguaggio fotografico.

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