MANTOVA – Once upon a time: Regina Schrecker trasforma il Ducale nella regge delle favole nuziali

 

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di Mendes Biondo

“Dobbiamo smettere di vedere l’artigianato e l’arte come due cose distinte. È giunto il momento che facciamo un salto di qualità ed usciamo dalla solita provincialità” ad affermare ciò alla stampa è lo storico dell’arte Riccardo Braglia che ha curato l’esposizione dedicata al dialogo tra gli abiti da sposa di Regina Schrecker e le sale del Palazzo Ducale di Mantova.

Affiancato dalla stilista e dal Direttore Peter Assmann, Braglia ha illustrato un percorso che si snoda attraverso le sale principali di Corte Vecchia e che coinvolge le opere di maggior pregio conservate all’interno del Palazzo.

“Molte volte giornalisti e amici mi chiedono come sia nata questa mia passione per l’Alta Moda Sposa – ha raccontato Regina Schrecker – Veramente non lo so molto bene. Certo è, che la primissima volta che ho vestito una giovane futura sposa che si era invaghita di un mio vestito color bianco latte durante le sfilate di Milano Collezioni e voleva con tutte le sue forze che io glielo rifacessi, cambiando i tessuti; per il grande giorno del suo matrimonio. L’ho accontentata, un po’ per la mia innata curiosità, un po’ perché in fondo mi si presentava una nuova sfida. Non avrei mai creduto possibile che l’abito da sposa e tutto questo mondo che gira intorno ad un così importante momento della vita di una donna potesse interessarmi più di tanto. Ma poi, ecco che mi trovai in mezzo a questa grande, allegra festa straordinaria, calorosa, così diversa, in un paesi no napoletano alle pendici del Vesuvio. La sposina che si provava l’abito bianco stile impero con il bustino e
le maniche in prezioso pizzo macramè e poi giù, una cascata di plissé soleil fino ai piedi …
bellissima! Emozionata lei, emozionata io, mi trovo a dare consigli, a scegliere l’acconciatura, le scarpette, la biancheria, il bouquet. Partecipo ai preparativi, emotivamente coinvolta, chi l’avrebbe mai detto!?”

“Abbiamo voluto che gli abiti da sposa dialogassero con i dipinti – ha spiegato il curatore Riccardo Braglia – e in particolar modo volevamo far capire quali sono le principali evoluzioni tra quello che era il gusto dell’epoca, sfarzoso e dedito al riutilizzo dell’abito per cerimonie galanti, rispetto a quello di adesso che si è aggiornato con mazzi di fiori, abiti candidi e disegni meno elaborati”.

Nonostante ciò gli abiti da sposa disegnati dalla Schrecker sono perfettamente inseriti all’interno dei colori e delle geometrie di Palazzo Ducale così come riescono ad essere elegantemente barocchi grazie ad un lavoro sapiente di manodopera made in Napoli.

“Com’è facile intuire – ha affermato Braglia relativamente al prodotto sartoriale – l’abito per una cerimonia così cruciale come il matrimonio ha sempre rivestito un’importanza e un significato fondamentali. La differenza sostanziale è che al giorno d’oggi la “robe de marriéé’ esprime quasi esclusivamente la personalità e i gusti di colei che l’ha scelta e che la indossa, mentre ha perso quasi completamente il preciso valore sociale e simbolico che aveva anticamente, cioè quello di rappresentare il rango nonché la ricchezza della famiglia da cui proveniva la ragazza, oppure le sue virtù.”

Interessanti i pezzi che si distaccano dalla tradizione tra i quali spicca un abito di un inedito blu stellato esposto nella camera dello Zodiaco e diversi capi che si intonano alle atmosfere rivierasche nella camera dei Fiumi. Il pezzo migliore, però, è conservato alla fine del percorso espositivo e splende di luce propria grazie alle finiture in seta dorata e disegni giapponesi che dialogano con la camera ottocentesca di Eugenio di Beauharnais.

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Data Inizio: 17 marzo 2017
Data Fine: 21 maggio 2017
Costo del biglietto: 6.50
Prenotazione: Facoltativa
Luogo: Mantova, Museo di Palazzo ducale
Orario: 8.15- 18.20; chiuso lunedì
Telefono: +39 0376 352100
E-mail: pal-mn@beniculturali.it
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