MANTOVA – 25. Nulla accade per caso: questo è il titolo della silloge poetica pubblicata da Michele Ruta. Un titolo che racchiude in sé il rapporto, quasi cabalistico, tra gli eventi che lo hanno visto protagonista e la creazione poetica stessa. 25, infatti, è tanto il giorno del suo terribile incidente, quanto il numero assegnato al letto d’ospedale in cui è rimasto ricoverato per ben 5 mesi. Ora il 25 è diventato un numero propiziatorio che esorcizza il male attraverso la creazione artistica.
Per Michele Ruta scrivere poesie diventa balsamo per guarire le ferite dell’anima e del corpo. Il libello, che è aperto dalle parole del cantautore romano Eros Ramazzotti, nasce a seguito dell’incidente che ha coinvolto l’autore tenendolo in bilico tra la vita e la morte. In quell’occasione, infatti, Ruta ha potuto fare il bilancio della sua esistenza
La raccolta è un costante fluire di pensieri che si riallacciano alla realtà e che vogliono raccontare il dramma senza filtri. Attraverso le parole, Ruta affronta la complessità dell’esistenza ed il difficile rapporto che ha con il tempo, specie con quello che si deve passare costretti a letto, fermi a riflettere con se stessi. Le poesie non seguono una metrica precisa, sono veri e propri “pensieri filtrati dal cuore” che appaiono al lettore immediatamente spontanei e genuini.
Michele Ruta nato ad Adria, da molti anni risiede a Mantova senza dimenticare le sue radici. Lavora presso le Poste Italiane in qualità di caposquadra. Tra le sue passioni vi sono la recitazione e la scrittura, oltre ad esperienze passate nel teatro e nel cinema indipendente.
GB