Ultime visite guidate alla straordinaria mostra “L’INFERNO DI DANTE” di VALENTINA VANNICOLA, alla MLB di FERRARA

Ultimi quattro sabati per partecipare alle visite guidate nella casa-galleria rinascimentale di Maria Livia Brunelli a Ferrara, dove, fino al 18 dicembre, è possibile ammirare la straordinaria mostra “L’inferno di Dante” di Valentina Vannicola. Le visite guidate sono gratuite e si svolgono ogni pomeriggio tra le 15:00 e le 19:00, previa prenotazione via mail a mlb@mlbgallery.com.

La mostra è già stata esposta in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante nella prestigiosa sede del MAXXI di Roma (dove è entrata quest’anno nelle Collezioni di Fotografia), e, grazie al Ministero degli Affari Esteri, è allestita ora all’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro, al Centro Cultural Justica Federal, e all’Istituto Italiano di Cultura de La Valletta a Malta. Un tour di grande prestigio per Valentina Vannicola, una delle principali rappresentanti in Italia della staged photography, la fotografia della “messa in scena”, che presenta come reali scene costruite secondo le dinamiche proprie del cinema, traducendo spesso in immagini opere letterarie e racconti trasformati in tableaux vivants. Ciascuna sua immagine è il frutto di un meticoloso lavoro preparatorio: bozzetti, ricerca degli oggetti e dei costumi di scena, individuazione delle location sono le tappe per arrivare alla creazione di un’immagine finale. Protagonisti delle sue opere sono attori non professionisti che vengono coinvolti nei diversi contesti.

La sfida di ricreare l’intera “Divina Commedia” di Dante secondo questa complessa modalità sta entusiasmando l’artista, che, dopo “L’inferno”, è già al lavoro per le altre due cantiche. Quello che più colpisce in questi lavori è la capacità di attualizzare il capolavoro dantesco: ad esempio, all’ingresso della Porta dell’Inferno i dannati entrano a piedi scalzi lasciando a terra le proprie scarpe, elemento che, nell’immaginario della Vannicola, rappresenta l’attaccamento alla terra.

Simona Antonacci descrive questo lavoro come “un racconto sintetico, serrato, ma anche sottilmente simbolico, che interpreta le parole di Dante come fossero una sceneggiatura e le restituisce in forma di immagini. Dall’ingresso attraverso la Porta dell’Inferno, passando per le anime dei dannati in attesa sulle rive dell’Acheronte, quelle dei sospesi nel Limbo, quelle dei simoniaci, condannati a ad essere capovolti nella terra, e ancora il corpo solo vegetale dei suicidi e le anime trascinate dalla bufera di Paolo e Francesca, l’autrice ci conduce in un viaggio immaginifico attraverso i Cerchi dell’Inferno”. 

Come in altri lavori, Valentina Vannicola ha scelto per questo meticoloso lavoro, realizzato quando aveva appena 29 anni, il suo paese natale, Tolfa, nella maremma laziale a nord di Roma, con la comunità locale che è si prestata a inscenare le più stravaganti composizioni, trasformano le fotografie in un progetto collettivo dalla forte matrice relazionale. Tra gli scatti più suggestivi, la bambina dentro la campana di vetro che simboleggia le anime dei non battezzati del Limbo, o gli amanti lussuriosi Paolo e Francesca che si tengono attaccati a un grande albero per non essere travolti dalla bufera, un poetico volo che ricorda le atmosfere di Chagall. 

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