COME GESTIRE UN ALLEVAMENTO DA LATTE IN TEMPO DI CRISI: LA RICETTA DEL PROFESSOR MICHELE CAMPIOTTI

Fare l’allevatore di vacche da latte oggi conviene? Questa la domanda alla quale il professor Michele Campiotti, dottore agronomo specializzato in aziende del settore lattiero-caseario, ha cercato di dare una risposta giovedì 9 giugno, nella sede di Confagricoltura, che ha ospitato il partecipatissimo convegno “Come cambia la gestione dell’allevamento da latte negli scenari attuali: analisi dei costi aziendali”.

La sala convegni di Confagricoltura Mantova gremita durante il convegno

«Partiamo dal fatto che, nel fare impresa, la sostenibilità economica è la base – ha detto in apertura Manuel Lugli, presidente della sezione latte di Confagricoltura Mantova – e ogni azienda dunque deve essere in grado di produrre reddito. Ma oggi, con la contingenza globale alla quale stiamo assistendo, i costi spesso superano i ricavi. Ci troviamo in una situazione paradossale, nella quale il latte si è fortemente rivalutato, sia quello alimentare che quello destinato alle Dop, ma con rincari gestionali che vanificano del tutto questa crescita del prezzo».

Come fare dunque?

Una risposta ha provato a darla Campiotti, autore di studi approfonditi sulla gestione dei bilanci aziendali, partendo da alcuni dati che di certo fanno riflettere: «Il prezzo del latte è ai massimi storici – ha detto senza mezzi termini – , a quota 48 euro per 100 litri in Lombardia, ma la previsione per il 2022 è che solo il 25% delle aziende da latte in Italia possa avere redditività positiva, contro il 35% del 2021, il 54% del 2020 e il 75% del 2019. Il motivo? Come detto, l’aumento spropositato dei costi di gestione aziendale. Basti pensare infatti che, in un’azienda da circa 300 vacche in lattazione, il costo della razione per 100 litri di latte è cresciuto dai 15,2 € dell’aprile 2019 ai 24,3 € dell’aprile di quest’anno».

Giusto preoccuparsi dunque ma, come ripetuto spesso da Campiotti, guai a farsi prendere dal panico: «Non servono decisioni drastiche, ma decisioni intelligenti, tenendo conto che in azienda l’85% delle entrate arriva dal latte, e il 65% dei costi deriva dagli alimenti per la mandria. Ma ogni realtà ha costi fissi e variabili, e dunque diventa fondamentale il cosiddetto “latte marginale”, quello prodotto cioè dopo aver pagato i costi fissi. Lo scenario 2022 nel complesso può essere comunque visto come incoraggiante, con le elaborazioni che vedono le marginalità in aumento nonostante la situazione globale».

Per Campiotti sono pochi, ma da applicare bene, i segreti per gestire un allevamento di successo: «Redigere spesso un bilancio aziendale, esaminare bene i ricavi, tenere contabilità separata per ogni attività, fare previsione della liquidità, selezionare investimenti ad alto ROI (redditività del capitale investito) e, in generale, essere lungimiranti e valorizzare al meglio la propria forza lavoro, meglio ancora se fatta da giovani. Le aziende forti infatti, se ben gestite, escono più forti e con maggior vantaggio dalle situazioni di crisi».

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