PESTE SUINA: LE TEMPISTICHE DI ADEGUAMENTO NUOVE NORME DI BIOSICUREZZA SONO LENTE E PREOCCUPANO LE AZIENDE

MANTOVA – «Non è accettabile che gli allevamenti suinicoli passino da vittime, quali sono di fatto, a realtà sottoposte a nuovi, stringenti obblighi di biosicurezza privi di fatto di risorse, quando a livello politico non si sta facendo nulla di concreto per l’abbattimento dei cinghiali».

Questo il commento del presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi, dopo la pubblicazione della nuova bozza di decreto ministeriale in materia di contrasto alla Peste suina africana.

La criticità maggiore, rileva Confagricoltura Mantova, è legata alle tempistiche: le aziende infatti avranno a disposizione solo 180 giorni (a partire dall’entrata in vigore del decreto) per adeguare i propri stabilimenti alle misure di biosicurezza.

«Serve per forza di cose una maggiore flessibilità a livello di tempi – prosegue Cortesi – soprattutto nell’ottica di misure Psr da prevedere, che possano dare supporto agli operatori per adeguare le proprie aziende. Le risorse stanziate sono pressoché nulle al momento».

E poco (o nulla) si sta facendo per il contenimento della fauna selvatica: «Il nuovo caso rilevato pochi giorni fa nel Lazio fa capire come vi sia un assoluto immobilismo da parte delle istituzioni nei confronti del rischio di un’epidemia che potrebbe sferzare un colpo durissimo al settore, a maggior ragione qui in Lombardia. Torniamo a chiedere interventi radicali e immediati per il contenimento della popolazione dei cinghiali allo stato brado, principali vettori del virus».

Confagricoltura Mantova chiede maggiore attenzione anche agli allevamenti familiari che, non soggetti ad alcun controllo, potrebbero fare da vettori per la trasmissione della malattia.

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