CORONAVIRUS, COLDIRETTI MANTOVA: SUINICOLTURA IN DIFFICOLTÀ. RONCONI: comprate prosciutti Dop e privilegiare la carne italiana 

Mantova, 1 aprile – “I consumatori comprino salumi Dop a partire dai prosciutti di Parma e San Daniele e i trasformatori acquistino solo carne italiana. Oggi più che mai è necessario salvare la suinicoltura italiana, che per la crisi innestata dal Coronavirus incontra difficoltà in ogni anello della filiera”.

prosciutto crudo

A parlare è Thomas Ronconi, allevatore di Marmirolo iscritto a Coldiretti Mantova e presidente di Anas (Associazione nazionale allevatori di suini).

I macelli stanno lavorando circa il 20%-25% in meno di maiali, con difficoltà di manodopera e di logistica – dichiara Claudio Veronesi, suinicoltore di Sustinente legato a Coldiretti Mantova e commissario in Cun suini grassi da macello -. Il mercato è pesante, anche se i consumi non hanno subito complessivamente dei contraccolpi”.

A zavorrare il sistema, paradossalmente, è proprio il prosciutto, simbolo incontrastato dell’artigianalità del Made in Italy suinicolo, che nelle grandi Dop di Parma e San Daniele ha le punte di diamante dell’agroalimentare. Eppure, oggi la coscia è quella che trascina in basso i prezzi.

Per risollevare il mercato, sceso giovedì scorso a 1,452 euro al chilogrammo per i suini grassi da  macello – commenta Ronconi – oggi dovremmo eliminare d’un colpo almeno due milioni di cosce. Impossibile, naturalmente”. L’obbligo di rimanere in casa ha penalizzato in maniera assoluta i consumi nel segmento horeca (hotel, ristoranti, catering), che giocano un ruolo significativo nella vendita dei prosciutti di Parma e San Daniele.

Il decreto Cura Italia – ricorda Coldiretti Mantova – prevede che nel pacchetto di fondi (50 milioni di euro) destinati per l’acquisto di prodotti per gli indigenti ben 9 milioni di euro siano finalizzati ai prosciutti crudi Dop e 4 milioni ai salumi Dop e Igp.

Per il presidente di Anas, Thomas Ronconi, servirebbe una politica di più ampio respiro, che coinvolga l’Unione europea. “Bisognerebbe attivare politiche di stoccaggio della carne e delle cosce fresche – dice – sostenendo allo stesso tempo piani per l’export delle grandi Dop, per dare respiro al mercato e ridisegnare una programmazione della filiera che abbia un orizzonte temporale più vasto”.

Nel frattempo, l’appello ai consumatori di scegliere carne, salumeria e italiana e prosciutti Dop. E ai trasformatori di privilegiare il 100% italiano nelle loro forniture.

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