Il presidente del Consiglio MARIO DRAGHI in EMILIA-ROMAGNA, dopo il Tecnopolo di Bologna visita al distretto ceramico modenese

Il presidente della Regione: “La prima semplificazione ci chiedono è quella di sbloccare le infrastrutture già progettate, finanziate, autorizzate. Se ora davvero vogliamo ripartire e metterci a correre, non possiamo più esitare”

Il presidente Draghi in visita al distretto ceramico

“L’Emilia-Romagna è pronta. E una terra dove si costruisce il lavoro e dove si progetta l’Italia di domani, si candida a mettere a disposizione per dare un contributo importante anche nell’attuazione del Pnrr, mettendo in gioco un potenziale territoriale straordinario. Gli obiettivi, progetti e le misure che il Governo ha approntati troveranno non solo il sostegno del sistema emiliano-romagnolo, ma uno stimolo a fare presto e bene”.

Così, in sintesi, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, rivolgendosi al Governo in occasione della visita in Emilia-Romagna del presidente del Consiglio Mario Draghi, che oggi dopo il Tecnopolo di Bologna ha fatto tappa al distretto ceramico modenese intervenendo a Fiorano, ospite di Confindustria ceramica, davanti a rappresentanti degli enti locali e dell’economia.

Ad accogliere il presidente Draghi al Tecnopolo, oltre al presidente Bonaccini, il sindaco di Bologna Virginio Merola, il prefetto Francesca Ferrandino, la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Emma Petitti, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, Davide Baruffi, gli assessori regionali Vincenzo Colla e Paola Salomoni.

In parte degli spazi, progettati negli anni Cinquanta del Novecento dall’architetto Pier Luigi Nervi, i lavori di ristrutturazione sono già stati completati, a partire da quelli destinati a essere la nuova sede del Data Centre del Centro meteo europeo (ECMMWF), che da Reading, in Gran Bretagna, arriva in Italia dopo la Brexit. L’installazione inizierà tra 3 settimane ed impiegherà circa 4 mesi per essere completata. In due anni, 730 giorni, nonostante i rallentamenti e le difficoltà subentrate a causa dall’epidemia Covid, il cantiere non si è mai fermato e nei grandi capannoni – nuovi e all’avanguardia – all’ingresso del Tecnopolo, entro il mese di giugno inizierà l’installazione delle enormi macchine che costituiscono i due High Performance Computing (HPC) del Data Centre, fra i più potenti al mondo. La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha infatti deliberato in questi giorni la loro consegna ai tecnici britannici dell’ECMMWF. E intanto il 17 maggio scorso, in tempi record, la Giunta regionale ha approvato il progetto esecutivo e il capitolato d’appalto per un altro intervento strategico presso il tecnopolo: la sede per l’attività di ricerca di livello internazionale e l’importo delle opere da concludere entro il 2023 è di oltre 44 milioni di cui 40 rientranti nell’accordo di collaborazione siglato con il Ministero degli Esteri.

Oltre al cuore tecnologico del Centro meteo europeo, il Tecnopolo di Bologna sarà la casa del supercomputer europeo Leonardo, delle più importanti istituzioni scientifiche nazionali, dall’Agenzia Italia Meteo all’Istituto nazionale di astrofisica (INAF), Centri di ricerca, distaccamenti universitari e attività all’avanguardia nel campo della ricerca e sviluppo, aree comuni per incubatori.

Al Tecnopolo troveranno impiego 1.500 persone tra ricercatori, tecnici, addetti.

E nel motivare la determinazione del sistema emiliano-romagnolo nella ripartenza post pandemia, il presidente Bonaccini ha ricordato che “esattamente nove anni fa, dopo le scosse del sisma del 20 e 29 maggio che travolsero l’Emilia, insieme abbiamo saputo rialzarci e ripartire facendo della nostra, per usare le parole del presidente Mattarella, ‘ricostruzione esemplare’. Oggi come allora noi stiamo ripartendo e il nostro obiettivo deve essere quello di farlo meglio di prima”.

“E’ una sfida– ha aggiunto Bonaccini– che possiamo vincere, come Italia, se sapremo fare presto e bene. L’Emilia-Romagna è la Regione che meglio e prima ha saputo programmare, impegnare e spendere le risorse europee e nazionali della precedente programmazione. Anche per questo ci mettiamo a disposizione e ci candidiamo per dare un contributo importante anche nell’attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Lo facciamo mettendo in gioco un potenziale territoriale straordinario. Con un impegno che è inciso nel Dna di questa terra: produrre nel rispetto dell’ambiente, semplificare nel rispetto della legalità nonché accompagnare questa transizione sostenendo chi investe e crea lavoro”. E’ con le imprese, ha evidenziato Bonaccini, che “dobbiamo fare il patto per la rinascita dell’Italia, per assicurare alle nostre famiglie e ai nostri figli quel lavoro di qualità che serve a un grande Paese, per essere più giusto e all’altezza delle nostre aspettative”.

Poi le richieste all’esecutivo: “La prima semplificazione che ci chiedono– puntualizza il presidente– è quella di sbloccare le infrastrutture già progettate, finanziate, autorizzate. Valeva la pena sbloccarle prima, certamente, ma se ora davvero vogliamo ripartire e metterci a correre non possiamo più esitare”, con il riferimento alla Cispadana, alla Bretella Modena-Sassuolo, legato alla concessione della A22, al passante di Bologna.

La presenza oggi in Emilia-Romagna del presidente Draghi è per il presidente Bonaccini “un riconoscimento molto importante al lavoro che insieme stiamo facendo. Per uscire dall’emergenza pandemica, anzitutto, mettendo in sicurezza le persone e l’attività sociale ed economica. Tra poche ore, in Emilia-Romagna le persone che avranno completato la vaccinazione supereranno il milione: un primo traguardo. Ma noi vogliamo e possiamo accelerare, se ci saranno i vaccini come finalmente sta avvenendo, per raggiungere entro l’estate l’obiettivo dell’immunità di gregge. Tra pochi giorni-chiude il presidente della Regione- accanto agli hub delle nostre aziende sanitarie partiranno quelli organizzati dalle aziende private. Questo grazie al sistema delle imprese e ai sindacati perché, ancora una volta, dal mondo del lavoro viene un contributo essenziale alla coesione e per la ripartenza della nostra comunità”. 

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