FONDAZIONE DI PALAZZO TE INAUGURA TIZIANO. VENERE CHE BENDA AMORE

MANTOVA – Dal 22 giugno al 5 settembre 2021 a Palazzo Te

Con l’esposizione dell’opera di Tiziano Venere che benda Amore, concesso dalla Galleria Borghese di Roma, prosegue il programma espositivo Venere divina. Armonia sulla terra. In occasione di questo straordinario prestito, Fondazione Palazzo Te propone un ricco public program sul tema del mito della dea, con incontri e performance negli spazi del Palazzo, tra cui l’Esedra, ripensata per accogliere il pubblico.

Il dipinto è citato per la prima volta nel 1613, nel poema di Scipione Francucci, dedicato alla raccolta di Scipione Borghese, cardinal nipote da otto anni, collezionista a dir poco appassionato di pittura e di sculture antiche e moderne. Francucci descrive il soggetto come “Venere che benda Amore” elencando i comprimari: un altro cupido e le due ninfe Dori e Armilla, una con le frecce e l’altra con l’arco. La scena è risultata sempre di difficile interpretazione, tanto da acquisire titoli diversi negli inventari successivi della villa, dove al principio del 1620 la vide anche Antoon van Dyck, come testimoniato da un disegno nel taccuino italiano di schizzi, oggi al British Museum.

Nel Novecento interpretazioni più complesse si sono basate sul reperimento di fonti letterarie; Hans Tietze ha proposto le Metamorfosi di Apuleio, in cui Venere punisce Amore per essersi innamorato di Psiche, requisendogli le armi. Erwin Panofsky formulò una interpretazione neoplatonica, identificando nei due cupidi Eros e Anteros, cioè l’amore passionale e l’amore divino, che non è cieco, ma in grado di contemplare il vero Amore.

Le letture successive hanno parzialmente incrinato queste interpretazioni, poiché, osservando attentamente le espressioni dei personaggi, sembra in realtà che le due donne stiano per consegnare le armi a Cupido, invece che avergliele sottratte; l’Amore in grado di osservare, appoggiato alla spalla della madre, appare quasi preoccupato, invece che sicuro della sua superiorità al fratello bendato. Non si può quindi escludere che la scena rappresenti l’Educazione di Cupido: l’Amore cieco sta per compiere le sue prime imprese, colpendo i mortali con le sue frecce e disseminando casualmente innamoramento e passione.

Il quadro è datato fra 1560 e il 1565, agli anni estremi dell’artista. L’immagine, sgretolata e sognante, è costruita con grande maestria: al centro del quadro non c’è nessuno dei protagonisti della scena, ma un’apertura verso un paesaggio al tramonto. In un accordo cromatico sofisticato, il rosa e l’azzurro si ritrovano sulle piccole ali del Cupido bendato, e da un lato nel blu del panneggio di Venere, opposto al rosso cremisi dell’ancella con le frecce. I bianchi delle vesti e gli incarnati sono percorsi dalla luce e i delicati passaggi alle ombre colorate contribuiscono a rendere meno definiti i contorni delle figure, affidati all’occhio dello spettatore e alle sue capacità di afferrarle.

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Venere e il Dio | Spettacolo di Chiara Olivieri

Il 22 giugno alle 21.30, nel cortile Meridionale di Palazzo Te

Palazzo Te ospita la performance di danza contemporanea Venere e il Dio con la coreografia di Chiara Olivieri, la regia di Samar Khorwash per i danzatori di COD Danza.

Nell’esibizione viene interpretato il mito di Venere e Adone, che mette in scena il contrasto tra il desiderio della dea e le resistenze del giovane. La danza dialoga con la proiezione del video 12 Veneri ispirato al trattato di Alessandro Bedinè che suddivide la figura della dea in dodici aspetti comportamentali. La performance si conclude con una coreografia dedicata alla Venere come espressione della capacità trasformativa e creativa, al di là della separazione tra i generi.

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Il 30 giugno alle 18.00 a Spazio Te Presentazione del nuovo libro “I Giganti”

L’ambiente più singolare e suggestivo di Palazzo Te è sicuramente la camera dei Giganti, ritenuta l’esperimento pittorico più ardito della storia dell’arte moderna. L’invenzione e la decorazione della camera dei Giganti sono sicuramente l’apice dell’impegno profuso da Giulio Pippi de’ Iannuzzi – detto Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello – e dalla sua équipe nella realizzazione di Palazzo Te. Ne parla Roberta Piccinelli, Conservatore presso Palazzo Te, nel suo nuovo libro I Giganti. In quell’occasione, verrà presentato anche il restauro, recentemente terminato, della Camera. 

Per prenotare scrivere all’indirizzo: spaziote@fondazionepalazzote.it

Rinascimento Sabbionetano, lo sfarzo dei Gonzaga a Sabbioneta

In mostra dal 2 al 30 giugno a Palazzo Ducale di Sabbioneta

La mostra presenta un inedito allestimento degli abiti dei principi Gonzaga, all’interno del Palazzo Ducale della Città Ideale. I sontuosi abiti rinascimentali sono stati ricostruiti filologicamente da Fausto Fornasari e dal suo laboratorio King Studio in oltre 30 anni di ricerca e produzione e tornano nuovamente visibili in Italia dopo 20 anni di tour mondiale.

Dal 4 settembre 2021 saranno visitabili anche l’atto II, con l’allestimento di Palazzo Giardino e della Galleria della Mostra, e l’atto III, con le sfarzose figure rinascimentali che andranno ad animare il Teatro all’Antica. I tre atti terminano il 30 giugno 2022 con un grande tableau vivant e una festa rinascimentale.

Per maggiori informazioni: info@turismosabbioneta.org

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