24 maggio – 30 novembre 2015
di Paolo Biondo
Testimoniare il passato guardando al futuro con il desiderio che anche le nuove generazioni abbiano a far tesoro degli errori commessi.
Parte da questo semplice presupposto il progetto che si è poi concretizzato nella mostra dal titolo “Il Piave normorava – Armi e Ricordi di cent’anni fa” allestita nelle sale del FORTE CENTRALE di Borgoforte (Mn) e visitabile ogni domenica, dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30, sino a fine novembre 2015.
L’esposizione curata da Alberto Riccadonna, ingegnere ed esperto di armi, perito balistico, ispettore onorario del Ministero dei Beni Culturali, sin da quando è stato tagliato il nastro tricolore, ovvero lo scorso 24 maggio, ha raccolto ampi consensi.
In definitiva al visitatore viene offerta l’opportunità di compiere un viaggio, storico, culturale e sociale, in un momento di particolare significato della storia del nostro Paese.
Attraverso testimonianze come armi, dell’esercito italiano, austriaco, tedesco e di altre nazioni compreso quello americano, divise e attrezzature di supporto al vivere quotidiano dei militari nel periodo della Grande Guerra 1915-1918.
Ognuno degli oggetti inseriti nelle varie bacheche fanno parte di collezioni create nel tempo da appassionati provenienti da varie località italiane.
Per il singolo diventa davvero difficile restare insensibile dinanzi alle emozioni provate ammirando questi reperti che raccontano anche l’evoluzione socioeconomica dell’Italia e dell’Europa in generale avvenuta nella prima parte del secolo scorso.
L’industria bellica, ad esempio, era uno degli elementi di grande sviluppo per un paese, basti pensare all’enorme quantità di armi che venivano prodotte e vendute agli Stati per rispondere agli attacchi dei “nemici”. Un settore questo che dava particolare rilievo alla ricerca di nuovi modelli e di armi sempre più “tecnologiche” in grado, quindi, di rispondere alle esigenze del momento.
Al tempo stesso, però, l’industria bellica diveniva, ovviamente, lo strumento per alimentare un conflitto che ha creato drammi e tragedie in tante popolazioni e che ancora oggi mostra segni marcati. Quei segni che si vogliono ricordare con questa iniziativa; una mostra che non intende esaltare l’aspetto bellico bensì punta a far conoscere più da vicino, in termini anche didattici, ciò che è realmente accaduto in quegli anni.
Sulla base degli stimoli e dell’attenzione che le persone di tutte le generazioni hanno rivolto a questa esposizione sta prendendo corpo ora un progetto ancor più ampio che punta a costruire una rete di collegamenti con i Forti di Pietole, di Ponti sul Mincio e di Peschiera del Garda (Vr).
A credere fortemente in questo impegno di natura storica e sociale è il Comune di Borgo Virgilio che sin da subito, a partire dal sindaco Alessandro Beduschi e l’assessore Francesco Aporti, hanno sostenuto il lavoro dei promotori del progetto.
In primo luogo la mostra attualmente allestita in una porzione centrale del Forte Magnaguti diventerà museo permanente spostando la propria collocazione dal piano terra al piano superiore della struttura, attualmente in fase di ristrutturazione.
Il passaggio successivo, potendo contare sulla collaborazione di esperti del settore, tra i quali Carlo Togliani, e varie realtà impegnate nella promozione e valorizzazione di questo tema, vedi ad esempio l’Associazione Napoleonica d’Italia, sarà quello di creare all’interno del forte un polo museale della storia militare partendo dal Medio Evo e giungendo alla II^ Guerra Mondiale.
Il Museo della storia militare sarà, quindi, composto da tre sezioni fondamentali: una dedicata alla storia delle armi antiche, la seconda alla storia delle armi moderne, e la terza riservata alla storia delle battaglie, con particolare riguardo alle battaglie che hanno interessato il territorio Mantovano.
“Il nostro intento – spiega l’assessore Francesco Aporti – è quello di consentire alla persona, agli studenti in particolare, di mantenere viva la memoria e di compiere attraverso la visita agli oggetti esposti oggi, come nel futuro polo museale, una sorta di percorso didattico. Un viaggio a ritroso nel tempo con il quale comprendere come l’arma e le sue evoluzioni, unitamente alle battaglie e ai forti, non siano da considerare solamente uno strumento d’offesa, bensì uno strumento che sono in grado di raccontare la storia di una popolazione e lo sviluppo del proprio pensiero. Sulla base di questo stiamo anche ipotizzando la possibilità di creare sinergie e intese con gli altri forti oggi presenti nel nostro territorio, vedi quello di Pietole, e di territori come Ponti Sul Mincio e Peschiera del Garda. Altro aspetto che vorrei sottolineare è quello che puntiamo anche a creare le condizioni per cui il Forte Magnaguti diventi fucina di innumerevoli iniziative che richiamino l’attenzione dei nostri concittadini, dei mantovani in genere ed anche di turisti provenienti dalle località più variegate”.
(Foto di Mendes Biondo)