CONFAGRICOLTURA MANTOVA SCOMMETTE SULLA CEREALICOLTURA: ECCO LE PROPOSTE CONTRATTUALI PER LA CAMPAGNA 2019

Non smette di investire sulla cerealicoltura Confagricoltura Mantova, che nella sede di via Luca Fancelli ha presentato al pubblico le nuove opportunità per la campagna di raccolta 2019, con le semine 2018 ormai prossime alla partenza: «Sono numerose le novità che abbiamo presentato – spiega Roberto Begnoni, presidente della sezione cerealicoltori – tutte all’insegna di una maggiore attenzione alla redditività per le aziende e alla sostenibilità, sia ambientale che economica, per il territorio mantovano».

conferenza

In primo luogo dunque, per il grano tenero, la filiera MantoGrano, che in questo 2018 ha toccato quota 600 ettari seminati (il triplo della quota iniziale).

La grande novità per il 2019 sarà l’introduzione della varietà Mixitaly, che affiancherà il Bisanzio dando così ai produttori un ventaglio di possibilità produttive più ampio e diversificato. Presente naturalmente il premio per i produttori, fissato a 15 €/t in più rispetto al massimo della voce “fino” nel bollettino della Borsa Merci di Mantova. Per ottenere il premio vi sono alcune specifiche tecniche da rispettare, vale a dire peso specifico 78/hl, umidità 13 e proteine all’11%.

Tre i centri di raccolta convenzionati, vale a dire Albaverde di Quistello, Agricastello di Castel d’Ario e lo stesso Mulino Magri di Marmirolo, partner della filiera con il sindacato panificatori: «Se il grano non dovesse raggiungere gli standard qualitativi richiesti – spiega Begnoni – verrà ritirato ugualmente, pagato però in base alle quotazioni, senza premio aggiuntivo». E all’orizzonte c’è anche la possibilità, se l’accordo con il gruppo Manara Sementi andrà in porto, di creare a Mantova anche il seme del Bisanzio, in modo da chiudere del tutto la filiera MantoGrano.

Per il grano tenero presentata anche la proposta avanzata da Mulino Bianco per il grano sostenibile, con l’obbligo di destinare il 3% della superficie a una fascia fiorita che attiri insetti benevoli (coccinelle, api) e il divieto di usare insetticidi in fase di spigatura (ammessi solo quelli naturali come il piretro).

Il premio è fissato a 20 €/t, ma è lordo: tolti i costi di gestione (ipotesi di 7 €/t), resta un premio di 13 €/t. Per quanto riguarda il grano duro, è stato presentato un progetto in partnership con Barilla e l’Op Italia Cereali. Come specifiche tecniche minime da rispettare troviamo peso specifico 78/hl, proteine al 13% e DON inferiore a 1.000 ppb (con volpato e bianconato nei limiti dei contratti tipo di Bologna).

Interessante l’aspetto economico, con un premio fisso riconosciuto sul 30% del prodotto conferito, con 240 €/t con proteine a 13-13,5%, 250 €/t a 13,5-14% e 260 €/t dal 14% in poi. Il resto del prodotto (70%) viene pagato con i prezzi dei listini. I centri di raccolta in questo caso sono Albaverde, Agricastello, Agrimais di Casatico, Coop. Santo Stefano di Casalmoro e Santelli di Bellaguarda.

In fase di definizione poi anche un accordo per il grano duro con la De Cecco, che garantirebbe un prezzo superiore a quello proposto da Barilla, ma avrebbe specifiche qualitative maggiori.

Presentata al pubblico in sala anche la nuova copertura assicurativa studiata dal consorzio Agridifesa Italia, che punta alla creazione di pacchetti ad hoc (con tariffe agevolate) per i cerealicoltori, per danni da calamità atmosferiche (grandine, vento, eccesso di pioggia) e derivanti dall’andamento dei mercati. Per qualsiasi tipo di informazione è possibile scrivere a tecnico@confagricolturamantova.it.

(foto Confagricoltura Mantova)

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