Dopo un 2020 da dimenticare a causa del Covid, anche il settore del melone è pronto a ripartire. L’Op Francescon ha iniziato l’annata con le produzioni senegalesi, per la nona stagione consecutiva.
I primi meloni coltivati nel paese africano, a Tassette che dista a 80 chilometri dalla capitale Dakar, e che si sviluppano su 120 ettari (a cui si devono aggiungere 20 ettari di zucca Delica e una dozzina dell’anguria Perla Nera), sono stati scaricati da alcuni giorni nei punti vendita delle catene distributive italiane.
“I carichi del primo container sono giunti a destinazione – afferma Bruno Francescon, titolare dell’omonima organizzazione di produttori con sede a Rodigo e nelle prossime settimane aumenteremo progressivamente i volumi, con circa 200 container in arrivo dal Senegal”.
I volumi sono stabili, dopo una costante crescita registrata fino allo scorso anno, fortemente penalizzata dalla pandemia. Dai primi segnali dell’annata sembra passato il vortice del coronavirus che aveva travolto tutto il settore, già da marzo 2020, a partire da produzioni come il melone, con perdite dal 50 all’80% secondo l’op mantovana.
«Quest’anno la qualità è su buoni livelli. Le richieste e le prime vendite sono discrete, penalizzate più dal clima che dal virus», afferma l’imprenditore mantovano, che rimane comunque fiducioso. «La situazione è più positiva rispetto al 2020. Possiamo tornare ai numeri di due anni fa. Gli spazi di crescita comunque ci sono e importanti. Ora se il meteo si sistema le vendite inizieranno ad aumentare».