I grani antichi sono meno tossici dei moderni per i celiaci? La smentita arriva dalle analisi condotte da un team di ricercatori del Crea cerealicoltura e colture industriali di Foggia, in collaborazione con le università di Modena e Reggio Emilia e di Parma.
Gli scienziati hanno confrontato 9 grani antichi (diffusi dagli inizi del ‘900 al 1960) con 3 grani moderni.
Dallo studio è emerso che i grani antichi sono caratterizzati da una maggiore componente proteica e rilasciano una maggiore quantità di peptidi, scatenanti la celiachia, rispetto ai moderni: «L’indagine – spiega Donatella Ficco, coordinatrice del team Crea – è stata condotta su un numero limitato di genotipi, ma rappresenta un importante contributo di conoscenza su un argomento molto dibattuto, su cui il consumatore fa fatica a distinguere la moda dalla scienza e in cui spesso, purtroppo, la disinformazione la fa da padrona, a danno del portafoglio e della salute».
La celiachia è una malattia permanente intollerante causata da una reazione autoimmune al glutine, la frazione proteica alcol-solubile di alcuni cereali come il grano, l‘orzo, la segale, il farro. Molti sono gli alimenti che contengono questi cereali, tra i più diffusi pane, pizza, pasta, biscotti.
Può colpire individui di tutte le età e riconosce una predisposizione genetica. Generalmente (forma classica) i sintomi si presentano allo svezzamento. Tra i sintomi vi sono diarrea cronica, dolore addominale, gonfiore addominale, ritardo della crescita nei bambini e astenia. In certi casi (forme atipiche) questi sintomi possono essere assenti e possono esservi sintomi extraintestinali, tra cui sintomi neurologici e correlati al malassorbimento; in questi casi la diagnosi è spesso fatta in età adulta.
Strano. Un altro studio del Crea, finanziato dalla Regione Lombardia, sembra dimostrare il contrario. Inoltre ci sono varie pubblicazioni, dove tra i vari autori figura il compianto Dr Pogna, nei quali viene evidenziato l’esatto contrario di ciò che vorrebbe asserire lo studio attuale. Saluti.